Qualche tempo fa in questo articolo vi raccontammo della principale vena di giochi ispirati alla opere di HP Lovecraft. Tutto ebbe inizio con un gioco di Ruolo: Call of Cthulhu.
“Il Richiamo di Cthulhu” è da sempre il grande antagonista di D&D. Non per numero di giocatori (il rapporto è impietoso), ma per dinamiche ed atmosfere, il gioco ispirato alle opere di HP Lovecraft è davvero l’icona del “think different” del gioco di Ruolo. Insomma se D&D era “Windows” il richiamo di Cthulhu era “IOS Apple”
Ogni icona del think different ha un pubblico devoto e fedele pronto a difendere la propria “Way of Life”. Così se si abbinano “Lovecraft” e “gioco di ruolo”, fino ad oggi, nonostante i parecchi tentativi editoriali, diventava difficile pensare a qualcosa di diverso dal Richiamo di Cthulhu.
Attenzione però. Che un nuovo gioco di ruolo ispirato alle opere di HP Lovecraft si elevi a livelli di eccellenza editoriale può sorprendere solo chi non ha seguito l’evoluzione di questo tipo di giochi negli ultimi 15 anni.
Da anni ormai è sancita la dicotomia tra il gioco di ruolo Old school e le nuove vie di interpretarlo. Non entreremo nel dettaglio perché, seppur brevemente, lo ha fatto con grande maestria Michele Gelli (editore italiano di LovecrafTesque) in questo articolo.
A noi non resta che sancire che il Richiamo di Cthulhu continua a conservare il proprio posto di primaria importanza nel gioco di ruolo “old School” ma che LovecrafTesque si impone come un modo diverso ed innovativo di interpretare l’universo immaginato dal Maestro di Providence.
Prima di addentrarci nelle viscere di questo gioco di narrazione (notate la sostituzione della parola “ruolo” con “narrazione”) vorremmo spendere qualche parola per raccontarvi di come è stata realizzata l’edizione italiana del gioco. E’ illustrata con foto scattate in varie location italiane (manicomi in rovina, parchi di divertimento abbandonati, etc.) a cui gli artisti hanno aggiunto i fantasmi di orribili eventi. Per la prima tiratura del gioco questi fantasmi sono invisibili all’occhio umano e possono essere svelati solo con una luce UV: abbinata al libro la torcia UV per visionare le immagini (completa di batterie).
I giocatori di ruolo sono da sempre abituati a manuali di gioco stracolmi di coloratissime tavole, ricche di illustrazioni di alto livello. E’ quindi una sensazione unica trovarsi a sfogliare un manuale illustrato con (belle) foto in bianco e nero di edifici fatiscenti a noi familiari che una volta irrorati di un piccolo fascio di luce UV mostrano inenarrabili mostri.
Al di là dell’originalità di questa soluzione va sottolineato come tutto questo sia perfettamente aderente alle opere letterarie di Lovecraft, sempre pronte a trasformare luoghi di vita quotidiana in covi di terrore senza fine. Nei Romanzi del Maestro di Providence la tranquilla casa isolata del New England nasconde inenarrabili segreti, oppure qualsiasi cittadina a pochi km a nord di Boston può diventare Arkham, la città dei sacrifici rituali e dalle oscure leggende. Ora anche l’ospedale abbandonato di fianco a casa vostra può aggiungersi a questa lista di luoghi terrificanti…
Chi scrive vive in una zona marittima ricca di edifici fatiscenti che solo 30 anni fa ospitavano fiorenti colonie marittime per bambini ed adolescenti. Dopo aver sfogliato LovecrafTesque vi assicuriamo che passare nelle serate nebbiose (sì, non ci mancano neppure quelle) di fianco a quegli edifici da un certo senso di inquietudine.
Prima di iniziare a giocare, vi consigliamo di recarvi alla pagina che l’editore dedica a questo gioco e recuperare e stampare il materiale necessario. Quasi tutto è disponibile anche all’interno del libro ma, dopo la fotocopia del materiale, la qualità di stampa risulterebbe di parecchio inferiore alla versione web.
I giocatori Old School rimarranno sorpresi che di corredo al gioco sia presente un piccolo mazzo di carte il cui uso non è obbligatorio ma comunque caldamente consigliato. Per ora limitatevi a stampare, tagliare ed assemblare le carte: fra poco ve ne spiegheremo l’uso.
Anche perché, se siete giocatori “old school” stiamo per mettere alla prova ogni vostra certezza: dimenticatevi il Master! (pardon Il “Custode” se siete giocatori de “Il Richiamo di Cthulhu”). In LovecrafTesque ci sono tre differenti ruoli in cui i giocatori si alternano:
- Il Testimone; il personaggio principale che gradualmente rivela il terrificante segreto che sta dietro la storia che si sta costruendo.
- Il Narratore: la voce esterna che descrive persone e luoghi, introduce indizi e, ultimo ma non ultimo, interpreta le “comparse”. Soprattutto introduce gli eventi che il Testimone si troverà ad affrontare.
- Gli osservatori: aggiungono dettagli alla storia e, se chiamati in causa dal Narratore, interpretano i personaggi secondari della storia.
E’ necessario sottolineare come il numero di giocatori ideale per giocare LovecrafTesque sia di 3 o 4 partecipanti. La versione a 2 giocatori elimina il ruolo degli osservatori mentre con più di 1 o 2 osservatori la scena comincia un poco a diventare costipata. inoltre avrete notato che oltre il ruole del custode, spariscono anche gli investigatori dell’occulto, soppiantati dai racconta storie: benvenuto nuovo millennio, bentrovate nuove frontiere del gioco di ruolo!
Quello che rimane assolutamente immutato è lo spirito delle storie che nascono dallo storytelling. A differenza di quanto accade nei vari boardgames dedicati a Cthulhu (scusateci la vena volutamente polemica!), dimenticate l’horror Hollywoodiano con lupi mannari e vampiri e tornate allo spirito Lovecraftiano dell’horror visto ma non visto, immaginato prima che raccontato.
LovecrafTesque non solo protegge lo spirito dell’orrore gotico nella sua ortodossia ma fornisce anche una serie di regole -sì, di regole- che tutelano il buon gusto e la sensibilità dei partecipanti. Sono espressamente banditi razzismo, sessismo e ogni altra forma di discriminazione ma è espressamente incoraggiato lasciare ai partecipanti la possibilità di comunicare tacitamente agli altri giocatori il disagio rispetto ad un qualsiasi altro argomento lesivo della propria sensibilità.
Inoltre il gioco vieta l’introduzione di qualsiasi forma di violenza che non sia espressamente autorizzata da una particolare deroga o situazione prevista dal gioco.
Il gioco è diviso in 3 parti che altro non sono che una semplice gabbia virtuale che riprende la struttura logica di qualsiasi racconto breve di natura fantastica: introduzione – sviluppo della storia – epilogo.
Le parti sono di massima suddivise in “scene” o “turni” (che vi spieghiamo tra qualche riga). Si tratta di situazioni narrative concatenate, ma non necessariamente strettamente collegate.
Esattamente come al cinema (e nei libri ben scritti) le scene si svolgono in ambienti e momenti diversi. Per fare un esempio classico, potreste terminare una scena con una pazza corsa per scampare a qualche orrore cosmico e iniziare la successiva seduto ad un tavolo, intento a pianificare il proseguimento delle vostre indagini. Una scena potrebbe terminare mentre vi addormentate esausti dopo una giornata di lavoro e la scena successiva potrebbe vedervi risvegliare in una cabina di una nave in viaggio verso chissà dove. Non c’è freno e non c’è limite alla vostra fantasia ma ricordate che, come ogni storia che si rispetti deve avere una linea temporale credibile e una credibile spiegazione degli eventi: insomma se ci siamo addormentati nel nostro letto ci sarà una ragione qualsiasi per cui ci ritroviamo a bordo di una nave…
Nelle scene vengono introdotti degli “indizi“, che potremmo definire degli elementi narrativi che concorrono a determinare l’epilogo. Il gioco non impone un numero prefissato di indizi: è possibile introdurne più di uno a scena oppure ampliare quelli già introdotti in precedenza. L’importante è che si tenga gelosamente traccia su appositi cartoncini dei dettagli e delle loro caratteristiche. Durante il proseguo della partita devono sempre essere a portata di mano per essere consultati e aggiornati.
Alla fine di ogni scena, il gioco si interrompe. E’ fatto assoluto divieto ai partecipanti di scambiarsi pareri ed idee sul proseguo della storia. E’ però possibile concordare nuovi tratti psicologici dei Testimone. I giocatori possono quindi concordare il mutare dello stato d’animo del protagonista al variare degli eventi. I ruoli vengono ruotati: chi era Narratore ora diventa protagonista, il protagonista osservatore e così via.
La suddivisione in parti non impedisce al gioco di avere dinamiche narrative piuttosto variegate. La parte introduttiva è composta da 5 scene, il che, più o meno, significa introdurre un numero di 5/7 indizi con cui fare i conti. Questa fase vieta espressamente contatti diretti con gli orrori lovecraftiani: ciò che non è assolutamente in discussione è la struttura a “pelatura di cipolla” tipica di ogni racconto/gioco/campagna basato sulle novelle di Lovecraft. Man mano che si sbuccia la storia/cipolla più aumenta la capacità della stessa di farci piangere. Quindi in questa prima parte fanno da padrone le ombre intraviste, gli spifferi inattesi, i rumori inquietanti, etc.
La seconda parte può essere composta da un minimo di 1 ad un massimo di 3 scene. Durante queste scene è sempre possibile dare il via all’epilogo denominato “viaggio nell’oscurità“. Durante queste scene il contatto con il terrore è tangibile e concreto: gli indizi e le ombre cominciano a prendere forma e il Testimone inizia ad affrontare la cruda realtà in tutto il suo orrore.
Se nessuno dei giocatori è così risoluto a dare il via al gran finale durante le 3 scene, il gioco prevede una terza fase, denominata in modo esplicativo “Scena di Forza Maggiore“.
E siamo arrivati all’epilogo finale. Il viaggio nell’oscurità è diviso in turni che, di fatto sono micro scene. I giocatori si alternano nei ruoli con cadenza molto maggiore di quanto accadeva con le scene. Nessun lungo monologo, nessuno spazio all’introduzione di nuovi indizi: solo e soltanto un vorticoso turnover che ha l’evidente scopo di dare a tutti i partecipanti la possibilità di incidere concretamente sul gran finale.
Almeno alle prime partite, è consigliabile affidarsi ad uno degli scenari previsti dal libro. Prendendo confidenza con il gioco vorrete creare il vostro schema da soli. Ecco di seguito la traccia proposta dal gioco che vi fornisce perfettamente l’idea di cosa va concordato tutti assieme prima di iniziare il gioco.
Dopo aver provveduto a creare/leggere lo scenario da giocare, bisogna distribuire ad ogni giocatore una carta traccia (2 se si gioca in coppia). Queste carte sono di fatto delle vere e proprie deroghe al regolamento perchè permettono di introdurre nella storia elementi altrimenti vietati. Questo ad esempio è l’unico mezzo tramite il quale può essere fatta violenza al testimone o ad altri esseri umani.
Eccoci finalmente giunti alle dinamiche di LovecrafTesque. In realtà dipendono moltissimo dai giocatori e dalla loro propensione a rimanere fedeli alle direttive del gioco. Noi abbiamo avuto la fortuna di provarlo con un gruppo adulto, amante delle atmosfere gotiche più soffuse e costantemente impegnato ad inserire ogni carta e valorizzare ogni indizio.
Il risultato è stato davvero eccellente, ne sono scaturite delle belle storie e soprattutto dei bei dibattiti post gioco: “peccato, che in quel punto non ero io il testimone. Avrei detto che… facendo prendere alla storia una piega diversa!“.
Come tutti i giochi di ruolo -poco importa se new o old School-, a fare la differenza sono i giocatori. Abbiamo visto qualcuno in difficoltà a dare una forma strutturata alla propria fantasia o altri bramosi di dare alle storia un sapore di tarallucci e vino. Ricordatelo quando scegliete i vostri compagni di narrazione. LovecrafTesque è davvero un bel gioco, ma non per tutti.
Bottom line
Al di là della bella realizzazione grafica e della efficiente impalcatura che il gioco offre per strutturare una trama, LovecrafTesque riprende una delle meccaniche più diffuse nei cosiddetti “giochi simbolici“. Scrivere/raccontare/immaginare alternando i paragrafi di una storia si usa, destrutturato, come esercizio scolastico o come passatempo anche in età adulta. E’ un sempreverde che intrattiene studenti anche giovani e giovani coppie di morosi desiderosi di fare qualcosa assieme.
“Scrivere una storia un po’ per uno” è un gioco naturale per quanto funzionale, divertente per quanto immediato. Onore al merito a LovecrafTesque di averlo trasportato con tanta maestria nell’amato universo di HP Lovecraft.
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