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Siamo virtualmente andati nelle perse campagne della profondissima Valle Padana ad intervistare Stefano Tartarotti, co-autore (insieme a Christian Giove, noto game designer) di “Un giorno da cana” un Fumetto game di Ms Edizioni.

Inutili i preamaboli. Vediamo come è andata.

Il fumetto gioco di cui sono autory Stefano Tartarotti e Cristian Giove

D. Sono qui per intervistare la Cana, la protagonista del gioco fumetto “Un giorno da Cana” di MS edizioni. Possiamo parlare con lei?

Ciao Angelo, purtroppo la Cana è sul retro della casa ad abbaiare a qualcosa oltre la rete; forse una volpe o un cinghiale o un ettin. Comunque ha lasciato un foglio pieno di impronte delle sue zampe. Credo sia l’equivalente canino di una delega firmata.

D. Allora mi dovrò accontentare di parlare con te. Essendo tuo amico su Facebook da tempo, provo a presentarti.
Di professione illustratore, nerd per natura, single semi-eremita per scelta.
Come ti pare come estrema sintesi?

Mi sembra calzante. Negli ultimi anni ho ripreso a disegnare anche fumetti umoristici. Era quello che che avrei voluto fare al termine della scuola del fumetto di Milano. All’epoca invece trovai più spazio come illustratore per l’editoria e per tanti anni ho lavorato quasi solo come illustratore.

le indagini

“Un pisolo dopo la merenda?” Ma è un gioco serio? Si lo è anche se non manca una vena umoristica

D. Ok questo è quello che sei oggi. Vuoi raccontarci un poco della tua storia, di come sei finito ad armeggiare tavolette grafiche digitali perso in mezzo alla più profonda Pianura Padana?

Diciamo che ho sempre avuto il sogno di poter fare l’orso-disegnatore che vive e lavora tranquillo immerso nella natura.
Il mito dell’autore che va a vivere da eremita nei boschi ha sempre avuto un grande fascino su di me.
Ovviamente non sono certo Salinger e al suo posto sarei diventato subito la colazione di qualche grizzly.
Ma, visto che la tecnologia ormai facilita molto il lavoro da remoto, tre anni fa ho trovato sulle colline piacentine una casettina un poco defilata e con una bella vista, e mi ci sono trasferito.

D. Veniamo a parlare della tua ultima fatica editoriale. Seppure la protagonista sia il tuo splendido animale da compagnia, possiamo dire che si tratta qualcosa di autobiografico, che racconta un po’ della tua vita di disegnatore di campagna. Giusto?

L’idea è di Christian Giove, bravissimo game designer torinese. Ci eravamo conosciuti qualche anno prima al Salone del Libro di Torino.
A primavera 2019 passò a trovarmi e propose di realizzare insieme un librogame ispirato alle avventure della Cana tra queste belle colline. Mi sembrò un’idea fantastica.
Io già da qualche anno raccontavo con vignette sui social della nostra (mia e della Cana) buffa vita da neo-campagnoli: le passeggiate, gli incontri con caprioli, volpi e cinghiali e le fughe della Cana nel bosco.

Indagini 2

Non entrate in quel boschetto della Bassa Padana! …Almeno finché la Cana non ha chiarito il mistero!

D. Prima di realizzare un giorno da Cana, conoscevi i libro- e fumettogame? Se si qualcuno ti ha ispirato?

Li compravo da ragazzo, soprattutto quelli di Lupo solitario. Per me furono una rivelazione e li divorai. All’epoca non avevo ancora scoperto i giochi di ruolo. I librigame ti permettevano di amplificare il processo di immedesimazione; potevi scegliere cosa far fare al protagonista. Ho dei bei ricordi di quelle letture.
I fumetti-game invece non li conoscevo. Quando ci rivedemmo, Christian mi portò da vedere alcuni esempi pubblicati da editori italiani ed esteri.
In particolare mi piacque molto, come soluzioni visive, “Pirates” di Shuky e Gorobei.

D. Veniamo al Tarta editore ludico: Ci sono state difficoltà nel creare illustrazioni per un fumetto-game oppure la componente ludica di un fumetto-game, (aggiunta a quella narrativa a cui eri già abituato), è stata una fonte di ispirazione?

Sì, è stato molto interessante, ma allo stesso tempo parecchio complesso. Io ero abituato a scrivere e disegnare seguendo un’unica linea narrativa. In questo modo puoi dosare le informazioni da dare al lettore e scegliere con facilità i ritmi da tenere nei dialoghi, soprattutto in quelli umoristici.
Un librogame invece ti obbliga a sviluppare più linee narrative, che possono correre parallele o intrecciarsi. Alcuni dialoghi si spezzano e proseguono in diverse direzioni, oppure in alcune scene un lettore può arrivare con delle informazioni e un altro lettore con altre.
Si creano così un sacco di variabili di cui tenere conto. Per tutto questo, il contributo di Christian è stato determinante nell’assicurarsi che tutto funzionasse e che ogni scena o dialogo fosse coerente indipendentemente dal percorso di arrivo.

Meccanica

La bella grafica si innesta sulla classica struttura a Paragrafi dei librigame

D. In attesa di metterci le mani sopra, qual è lo scopo del fumetto gioco? cosa deve fare quella povera cana per sopravvivere per una intera giornata? Sopportare il padrone? procurarsi il cibo?

Casualmente, quando Christian tornò a Piozzano per fare un primo brainstorming, la cana aveva appena scoperto di poter saltare la staccionata del giardino. Lo fa ogni tanto, quando vado fuori casa senza di lei.
Viene presa dal panico, salta la recinzione per venirmi a cercare, raggiunge il paese e si infila nel bar. Le ragazze che lo gestiscono le passano un panino con la coppa e mi telefonano per avvisarmi che il mio canide è da loro.
Presumo che il panino coi salumi aiuti parecchio la Cana nello scegliere dove andare, una volta saltata la recinzione.
Comunque fu così che Christian e io decidemmo di sviluppare l’idea che durante il giorno, mentre io sono al lavoro al computer in casa, la cana, non vista, esca dal giardino e viva una giornata di frenetiche esplorazioni e incontri surreali con gufi complottisti, maiali fantasma, coleotteri dal bizzarro credo religioso, alieni finiti fuoristrada con la loro astronave, volpi poco sveglie, cinghiali con poca fantasia nella scelta dei nomi, gatti nel panico, un dungeon pieno di topi scozzesi e parecchie altre avventure.

<<<SUONA IL SUO TELEFONO, e STEFANO RISPONDE>>>
“Ciao Christian  (Christian Giove, il coautore del fumetto game) sono un attimo occupato con “Balena Ludens”, Ne vuoi approfittare per dire qualcosa anche tu?”

D. Ciao Christian. Cosa ci racconti di “un giorno da cana” sotto il profilo del Game design?   

A livello di design ho strutturato il fumetto-gioco per essere quasi una serie d’animazione, nel senso che ogni “sessione” copre una giornata della cana da mattina a sera e porta via 15-20 minuti. Ovviamente per poter completare il libro servono tante letture e quindi il libro contiene numerosi racconti al suo interno: 4 macro filoni narrativi (ognuno con tanti percorsi che portano anche a situazioni/ambienti molto diverse) e diverse piste secondarie.
 
Il gioco nel gioco è riuscire a completare con successo i 4 filoni principali, ma nei dintorni esplorabili ci sono anche 6 oggetti da trovare, alcuni easter egg sbloccabili e… non solo 😉
 
Ho cercato di creare qualcosa di più fruibile da chiunque (i tester erano un mix di hardcore gamer, lettori di fumetti e persone fuori dal mondo nerd). Anche perché, per quanto ne so io, è il  primo fumetto gioco comico mai fatto…
 

D. Salutiamo Christian. Torniamo a dialogare con Tarta. Non ci sono quindi spade magiche, orchetti, draghi, vampiri, inseguimenti in macchina, maghi di 76esimo livello. Considerando la natura molto particolare del soggetto, a quali gioco-lettori ritieni più adatto il tuo fumetto-gioco?. Quale pensi sia il maggior pregio di un giorno da Cana?

Credo sia un fumetto-gioco abbastanza trasversale. È avventuroso-umoristico (e questo aiuta) con varie citazioni e rimandi nerd, ma anche con molti personaggi e situazioni buffe e surreali. Il tutto visto con gli occhi di una cana disincantata e ironica
Christian mi ha detto che i playtester si sono divertiti un sacco. E sono quasi tutti gamer tra i 20 anni e i 40.
Uno dei playtester è stato Bigio, l’autore di Drizzit. È stato gentilissimo e ha scritto anche una bella prefazione al libro.

Per rispondere alla seconda parte della tua domanda, quello che un anno fa Christian e io ci proponemmo fu: “Facciamo un librogame divertente e solare che permetta di mettersi nei panni di una cana che cazzeggia in maniera rilassata per boschi e colline, vivendo avventure incredibili e senza che le scelte errate siano troppo frustranti per chi gioca”.

Secondo me è quello il suo pregio maggiore. Indipendentemente dalle scelte fatte e se hai raggiunto o no l’obiettivo di quell’avventura, arrivi alla fine della giornata della cana e hai subito voglia di rigiocarlo per vedere di cosa parlano le altre avventure-direzioni oppure di rigiocare quella appena terminata, facendo scelte e percorsi diversi.

Dungeon

Dungeon? Da quando la Pianura Padana pullula di sotterranei pieni si ricchezze e misteri?

D. Se la cana quando incontra qualcuno per la prima volta lo annusa per capire con chi ha a che fare, l’utente medio del nostro sito al primo incontro chiede “a cosa giochi?”. Insomma qual è il tuo rapporto con il mondo dei giochi?

Da tanti anni sono una specie di turista imbranato del mondo dei giochi. Ho vari amici molto in gamba che vivono per giocare: dai giochi di ruolo, ai boardgame, ai videogames.
Come giocatore sono parecchio goffo. Di solito preferisco giocare a board game cooperativi come Shadows Over Camelot o Specter Ops. In questo modo sono meno giocatore-palla-al-piede rispetto a giochi più competitivi.
Poi vabbè, io ragiono da disegnatore. Mi piace guardare soprattutto la grafica e le illustrazioni dei giochi. Ho costretto spesso gli altri a giocare a EVO perché adoravo i disegni del gioco, e mi sono comprato Zombie 15’ solo perché mi piaceva lo stile di colorazione dei moduli del piano di gioco.
Al momento invece sto cercando di convincere Musta e un altro paio di amici a venire un fine settimana qui in collina a giocare a UBOOT per un’intera giornata.

D. Te lo chiediamo oggi, giorno di uscita del tuo fumetto gioco perché poi, visti i dati di vendita, lo sanno fare tutti. Come valuti la tua esperienza nell’editoria ludica? O, meglio, sentiremo ancora presto parlare di te come autore di giochi?

Mi sono divertito un sacco. Ma disegnare e colorare 156 pagine, più tutta la parte di mescola e re-impaginazione dei paragrafi, le verifiche, i refusi e le tante correzioni, significano molti mesi di lavoro e sono un poco stremato. Mi piacerebbe molto disegnarne ancora, ma tra qualche mese.

D. Ora mi vengono domande più personali del tipo “ma come fai a raccontare quotidianamente al mondo (tramite la tua pagina FB) la tua Tofu dipendenza?” oppure “ma come fai a mettere i Queen e John Denver nella stessa play list?” ma , invece, per chiudere questa intervista ti chiedo di commentare questa affermazione “Nerd is the new Chic”

Ormai mi sono guadagnato una certa fama come barbaro musicale, per cui chi mi segue si è rassegnato alle mie continue condivisioni di pezzi di Phil Collins e varia musica pop anni 70-80.
Quanto al decennio di invasione culturale nerd, penso che sia stato perlopiù positivo.
Ha alzato di parecchie tacche il livello di qualità di molti prodotti, soprattutto quelli di intrattenimento, come giochi, serie tv e film.
Ok, nella produzione cinematografica si sono create altre criticità, ma sto andando fuori argomento.

OK Grazie Stefano. Ci rivediamo presto su FB … sono curioso di sapere come va a finire la striscia-telenovela-infinita dal titolo: “La guerra tra il Tarta e gli scarafaggi che vogliono entrare in casa”

Niente scarafaggi, per fortuna. Solo tonnellate di innocue cavallette in estate e coccinelle e cimici in autunno. Ragni e scutigere invece sono all season e ormai li considero coinquilini.
Grazie mille a te e a chi ci sta leggendo.

 

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Ti interessa qualche altro gioco? Forse lo abbiamo già recensito…

Balena
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