LE ROVINE PERDUTE DI ARNAK IN SINTESI
Pro: che colpo d’occhio, quando è sul tavolo, ma non solo! Un mix di deck building e piazzamento lavoratori ben bilanciato, profondo ma non spaccacervello.
Contro: giocando in 4 la durata si attesta intorno alle 2,5/3 ore, allungandosi sui turni finali dove si tenta di ottimizzare ogni cosa. Se qualcuno passa il turno molto presto, dovrà attendere.
Consigliato a: vasta gamma di giocatori, da quelli occasionali ai più esperti. I primi non avranno difficoltà ad apprenderne le dinamiche e i secondi ne apprezzeranno la profondità e la ricerca di continua ottimizzazione.
Realizzazione | |
Giocabilità | |
Divertimento | |
Longevità | |
Prezzo |
Idoneità al solitario:
buona
Incidenza della fortuna:
media
Idoneità ai Neofiti:
buona
Autore:
Elwen, Mín
Grafica ed illustrazioni:
AA.VV.
Anno:
2021
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Le rovine perdute di Arnak in una citazione?
“La vita non ci dà mai quello che vogliamo nel momento che ci sembra adatto. Le avventure arrivano, ma non puntuali.” – (Edward Morgan Forster) –
E, proprio come diceva Forster, ti giri e all’improvviso… natura rigogliosa, specie di volatili coloratissime, antri e grotte ovunque: ecco Arnak.
Grazie a Cranio Creations abbiamo messo le mani su Le rovine perdute di Arnak, gioco di scoperte e avventure per 2 – 4 giocatori.
Esploriamolo insieme tra viaggi in jeep, nave, bielica, templi e paurosi guardiani.
Le rovine perdute di Arnak: Unboxing
“Ma è gigante!” – É stata la prima reazione di una nostra lettrice quando ha visto il tabellone di Le rovine perdute di Arnak.
In effetti possiamo affermare che in questo gioco quantità e qualità abbondano, e la scatola non è da meno.
Il tabellone è grande (ma grande!) e come se non bastasse, in aggiunta a quello base, sul fondo va aggiunto un secondo “mini-tabellone” che serve da “porta-risorse/token”.
I token in cartone (monete, bussole, tessere ricompensa, tessere Siti e Guardiani…) sono spessi, mentre tutte le risorse rimanenti sono in plastica modellata: Tavolette, Punte di freccia e Gioielli regalano davvero un bel colpo d’occhio!
Stessa qualità anche per le 4 plance giocatore e i token Assistente. In legno i restanti segnalini, nei 4 colori dei giocatori.
Veniamo poi alla meccanica principale del gioco: il deck building. Le carte sono 110, divise tra carte Base, Paura, Oggetti e Artefatti.
Gli ultimi due tipi dovranno essere mescolati più volte durante il gioco, quindi se vi addentrerete spesso nell’esplorazione di Arnak delle bustine protettive potrebbero essere utili.
Set up e gioco
Il setup de Le rovine perdute di Arnak non è tra i più veloci, più per la quantità di token e carte da disporre sul tabellone che per la complessità: seguendo le 2 pagine di manuale dedicate, però, in qualche minuto sarete pronti all’avventura.
Il deck building e il piazzamento Esploratori
Il sistema di gestione del mazzo è classico: si parte con 6 carte totali (2 carte moneta, 2 bussola e 2 paura) di cui 5 casuali in mano e la restante nel “mazzo” di pesca.
Le carte paura possono solo essere usate per spostare i propri Esploratori sui siti base o essere scartate se qualche azione lo richiede, ma varranno un malus di -1PV a fine partita se ancora nel mazzo.
Ogni carta ha 2 modalità di utilizzo:
- scartarla per utilizzare il proprio effetto principale (scritto o illustrato sulla carta) che vi permette di recuperare risorse o usufruire di azioni aggiuntive;
- scartarla per sfruttare il mezzo di trasporto indicato nell’angolo in alto a sinistra per visitare i vari siti sull’isola.
Le carte giocate verranno poste davanti a sé e rimescolate e poste sotto al mazzo di pesca solo al termine del round, quando tutti i giocatori hanno deciso di passare. Si tratta di una variazione della “classica” meccanica a cui siamo abituati, che prevede di solito che siano poste in una pila di scarti.
Per poter esplorare un sito (indipendentemente se scoperto o ancora da scoprire), serve avere a disposizione ancora uno dei 2 Esploratori con cui ogni giocatore inizia l’avventura. Ogni round questi potranno essere giocati solo una volta ciascuno a meno che non si usino carte con particolari effetti che ne permettano il riutilizzo.
Recarsi su siti già esplorati permette agli Esploratori di guadagnarne le risorse indicate, mentre scoprirne di inesplorati apre più possibilità:
- viene preso e messo sulla plancia il token Idolo presente nel luogo e svolta subito l’azione bonus indicata su di esso;
- viene rivelata una tessera sito della zona corrispondente e il giocatore guadagna subito tutte le risorse indicate;
- viene pescato un Guardiano dalla pila dedicata e posto subito a difesa del sito. Il giocatore lì presente ha tempo tutto il round per poterlo sconfiggere (pagandone le risorse indicate nella sua parte bassa) e guadagnare 5PV a fine partita. In caso non vi riesca, sarà obbligato a pescare una nuova carta paura che andrà ad “intasare” il proprio mazzo.
I siti dell’isola di Arnak
Due terzi del tabellone principale rappresentano l’isola e i siti (si chiamano così i punti dell’isola con cui possiamo interagire) più in basso sono già stati scoperti (prestampati) e permettono di recuperare le risorse (monete, bussole, tavolette, punte di freccia, gioielli).
Spostandosi più a nord, la parte di isola (raggiungibile con auto e nave + 3 bussole) mostra 8 posti ancora tutti da scoprire e che forniscono un token Idolo ai primi coraggiosi che vi si inoltreranno.
Invece ancora più a nord ve ne sono altri quattro dove però per non perdersi servono 6 bussole e 2 mezzi di trasporto (in cambio però offrono due token Idolo).
La meccanica studiata per Le rovine perdute di Arnak è interessante perché da un lato permette, con l’aumentare dei siti scoperti, di usufruire delle loro ricchezze senza pagare token bussola, ma dall’altra parte incentiva la scoperta di nuovi offrendo opportunità di punti vittoria per la sconfitta del Guardiano.
Da non sottovalutare la doppia funzione del token Idolo che, oltre a 3 punti a fine partita, porta vantaggi one-shot sulla propria plancia per ottenere bonus aggiuntivi.
Il tracciato ricerca
All’estremo Est dell’isola (sulla destra del tabellone) è collocato il tracciato di Ricerca dove i giocatori possono far aumentare la propria conoscenza dell’isola documentandone i ritrovamenti.
Questa parte tematica è resa in Le rovine perdute di Arnak con l’utilizzo di 2 token per giocatore: una lente di ingrandimento (per l’esplorazione) e un quaderno (per prendere nota delle scoperte).
Spendendo le risorse indicate questi 2 token potranno avanzare, salendo di livello in livello, con l’obiettivo di raggiungere il Tempio Perduto, che è sorvegliato dal grande guardiano (un uccello da un lato del tabellone e un serpente per la versione avanzata sul retro!).
Con l’obbligo di non far mai avanzare il libro più della lente, ad ogni livello aumentano i PV guadagnati per il fine partita e le ricompense immediate da prendere (aiutanti e bussole).
Raggiungere l’ultimo livello arrivando al tempio Perduto permette di:
- guadagnare molti PV (23, 21, 20, 19 a seconda dell’ordine di arrivo);
- il bonus di una delle tessere coperte rimaste;
- la possibilità di spendere ulteriori risorse per guadagnare ulteriori tessere da 2, 6 o 11 PV!
E chi ci aiuta? Assistenti, Artefatti e Oggetti!
Partiamo dagli Assistenti che, come appena detto, si guadagnano salendo i primi 2 livelli del tracciato ricerca con il token Libro: la vostra plancia ha posto per 2 assistenti.
Ognuno di essi potrà essere attivato una volta per turno (e poi “tappato”) per sfruttare il bonus relativo: alcuni fanno guadagnare monete, altri bussole, altri migliorare di un livello le risorse più preziose o ottenere mezzi di trasporto per spostarsi tra i siti senza utilizzare carte.
Artefatti e Oggetti invece possono essere comprati ad ogni turno pagando rispettivamente Bussole o Monete richieste nella parte bassa della carta stessa.
Mentre gli Oggetti appena acquistati finiscono a faccia in giù nel mazzo di pesca (pronti, forse, ad entrare nella mano del prossimo turno), gli Artefatti vengono attivati subito, usufruendo del proprio effetto, prima di terminare tra gli scarti di quel turno.
Quando un Artefatto invece viene giocato dalla propria mano, per attivarne l’effetto principale bisogna pagare una Tavoletta.
Azioni principali o gratuite
Ogni turno di Le rovine perdute di Arnak si compone di un’azione principale e un “infinito” numero di azioni gratuite (indicate sulle carte e sul tabellone con un simbolo fulmine).
Le azioni gratuite possono essere svolte in qualsiasi momento del turno, prima, durante o dopo l’azione principale.
Tra le azioni principali ci sono:
- scavare presso un Sito esistente;
- scoprire un Nuovo Sito;
- sconfiggere un Guardiano;
- comprare una Carta (Oggetto o Artefatto);
- giocare una Carta;
- avanzare sul tracciato Ricerca;
- passare.
All’inizio di ogni turno quindi un giocatore può scegliere se fare una delle azioni oppure passare definitivamente.
In quest’ultimo caso, smetterà di giocare fino a che tutti gli altri non avranno passato: quindi ogni round è composto da un numero non definito di turni.
Una volta terminati i turni per tutti, vengono ripresi in mano gli Esploratori, vengono riattivati gli eventuali Assistenti, mescolate tutte le carte giocate in questo turno e messe sotto alle carte già presenti nel mazzo di pesca.
Rifillando la mano fino a 5 carte, siete pronti a ripartire.
Giunti alla fine del round 5, finisce la partita a Le rovine perdute di Arnak: i punti delle carte nel mazzo, quelli sul tracciato Ricerca, quelli dei token Idolo e gli slot non utilizzati sulla propria carta (togliendo 1PV per ogni carta paura) forniranno il totale di ogni giocatore, decretando la classifica finale.
Meglio solo o mal accompagnato?
Le rovine perdute di Arnak offre anche 2 modalità alternative di gioco: una potremmo definirla avanzata e l’altra è l’opzione in solitario.
Nella prima, come nei migliori film di avventura, ci troviamo ad effettuare una nuova spedizione tra le rovine per cercare di salvare i superstiti dell’avventura originale che evidentemente non è andata proprio nel migliore dei modi.
Il gioco, che rimane identico nelle dinamiche, aggiunge maggiori difficoltà nel muoversi su un nuovo tracciato di ricerca: oltre a chiedere differenti risorse per salire di livello, offre nuovi modi per guadagnare (o salvare!) gli assistenti e portarli sulla propria plancia esausti (quindi utilizzabili solo dal turno successivo).
Per poter intavolare questa versione è sufficiente in fase di setup utilizzare il retro del tabellone (con il tempio del serpente visibile) e continuare la preparazione come già visto in precedenza.
Nella versione in solitario de Le rovine perdute di Arnak invece ci troviamo a giocare contro un automa che utilizzare da 6 a 10 tessere ad hoc per simulare il piazzamento di 6 Esploratori (si avete letto bene, il triplo dei vostri!) per bloccare le vostre ricerche.
Potete scegliere il livello di difficoltà aumentando o diminuendo il numero di tessere automa da utilizzare nella partita, che corrispondono al numero di azioni che l’avversario può compiere ad ogni round.
Anche in questo caso il setup è al 95% identico a quello del gioco base e le regole dell’automa sono ben spiegate in una sola pagina del regolamento.
Conclusioni
Che piacevole “scoperta” Le rovine perdute di Arnak!
Opera prima del duo di autori, dobbiamo ammettere che ci ha piacevolmente colpito, facendoci scoprire un gioco a prima vista pieno di elementi, azioni e aree di gioco, ma in realtà molto lineare, profondo e privo di complicate regole e sottoregole.
Il deck building è semplice e immediato: dopo anche solo un turno, il gioco risulta apprezzato anche da giocatori senza grande esperienza, senza però togliere gusto e divertimento a chi ha diverse primavere di gioco alle spalle.
Le rovine perdute di Arnak è come una spremuta (non di cervello per fortuna): ogni turno siamo portati a cercare di ottimizzare ogni singola azione, capire quale ordine sia il migliore per giocare le carte nella nostra mano, con un occhio al tabellone e uno sguardo alle risorse degli altri che potrebbero anticiparci su un particolare sito o sul tracciato ricerca.
L’interazione non è elevata, ma mai abbassare la guardia!
Questa ricerca dell’ottimizzazione in alcuni giocatori potrebbe portare a un po’ di paralisi di analisi, ma nel complesso ci sentiamo di confermare ancora una volta che tutte le ore passate giocando varie partite a Le rovine perdute di Arnak sono risultate davvero ben investite.
Alla prossima scoperta!
Ringraziamo Cranio Creations per la review-copy usata per questa recensione.
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