SINTESI

scelto_da_noi-trasp_150Pro: un gioco di ruolo semplice e rapido, adatto anche ai giocatori di ogni età ed esperienza; non richiede praticamente nulla per iniziare a giocare.

Contro: serve la giusta attitudine per divertirsi davvero!

Consigliato a: tutti, anche a quelli che non hanno mai “ruolato”, tranne chi non ha fantasia e/o non ama parlare troppo a lungo.

Valutazione Globale
Realizzazione
Giocabilità
Divertimento
Longevità
Prezzo

Idoneità al solitario:
assente

Incidenza della fortuna:
assente

Idoneità ai Neofiti:
elevata

Autore:
James Wallis

Grafica ed illustrazioni:
Omar Rayyan

Anno:
2016

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PREMESSA:

Karl Friedrich Hieronymus von Münchhausen è stato un militare tedesco realmente vissuto nel Settecento e passato alla storia per i suoi presunti racconti esagerati, trasposti in una divertente opera letteraria dal coevo e connazionale Rudolf Erich Raspe.

Chi da bambino non ha letto (o sentito raccontare) qualche strampalato capitolo de “Le avventure del Barone di Munchausen”? Tra voli verso la Luna a cavallo di una palla di cannone, improbabili battute di caccia e servitori dotati di superpoteri da far invidia a Stan Lee, non c’è pagina che non strappi qualche risata con le sue divertenti iperboli.

E un racconto così esagerato e surreale non poteva che trasformarsi nell’omonimo film del maestro Terry Gilliam, uscito nelle sale nell’ormai lontano 1988: ammettiamo che la pellicola inizia ad accusare il “peso degli anni”, ma vantava un cast davvero stellare per quegli anni e merita tuttora la visione.

Un fotogramma tratto dal film di Gilliam.

A dieci anni esatti di distanza, il game designer inglese James Wallis, già autore di quello splendido gioco narrativo che è “C’era una volta”, decise di prendere spunto dal personaggio del Barone per realizzare un gioco di ruolo dalla forte vocazione narrativa, senza dadi né master.

Dopo questa prima edizione, sono stati pubblicati altri due aggiornamenti, mai tradotti in Italia: per nostra fortuna, lo Studio Supernova ha deciso di porre rimedio a questa grave lacuna culturale e ha finalmente portato nel Bel paese la terza edizione de Le straordinarie avventure del Barone di Munchausen.

La copertina della nuova edizione del manuale.

AMBIENTAZIONE:

Siamo nel diciottesimo secolo, il periodo in cui appunto visse il Barone di Munchausen: il Rinascimento è terminato, ci sono rivoluzioni un po’ ovunque dalla Francia al Nuovo Mondo, e non mancano le prime meraviglie tecnologiche, tra palloni aerostatici e motori a vapore.

La scienza sta facendo passi da gigante ed è uno dei principali temi di discussione; razionalismo ed empirismo prevalgono sul fideismo e sulla religione in generale.

Se siete appassionati di storia moderna, avrete modo di sbizzarrirvi infarcendo le vostre storie con elementi reali (o comunque realistici) dell’epoca. Se invece ne siete digiuni o quasi, vi consigliamo di leggere all’inizio della partita le due pagine dedicate al contesto storico del gioco: oltre a regalarvi qualche sana risata, vi daranno spunti e riferimenti per dare un contorno più solido alla vostra narrazione.

Il manuale inizia così: la cura editoriale è evidente fin dalle primissime pagine!

PRIMA EDIZIONE:

Per iniziare, è sufficiente raccogliere un gruppo di 3 o più persone (non più di 20, altrimenti l’autore consiglia di organizzarsi per attaccare il Belgio), dare ad ognuno di questi un numero di gettoni, monete, fiches o altro pari al numero dei partecipanti (se si è in meno di 5, se ne ottengono comunque 5) e far decidere a ciascuno un nome e un titolo altisonante, senza porre limiti alla fantasia.

Il gioco comincia dal primo giocatore (anche qua… la scelta può avvenire nei modi più disparati: seguendo la gerarchia, l’età, il censo, ecc.), il quale si gira verso la persona seduta alla sua destra e gli chiede di raccontare una delle sue famose avventure su un tema ben preciso che sceglierà sul momento. E’ essenziale fin dall’inizio essere pomposi e affettati nell’eloquio: un esempio di domanda “consona” potrebbe essere “Esimio Arciduca, perché non ci narra delle sue prodi gesta che la portarono a liberare un gattino prigioniero su Marte?”.

Chi dovesse essere a corto di idee potrà ricorrere a un’apposita prima appendice, che raccoglie circa 200 spunti comico-surreali tratti dalle avventure del Barone di Munchausen; mentre il narratore dovrà cominciare a raccontare senza troppi indugi, al massimo prendendosi una brevissima pausa di riflessione. Il suo racconto dovrà essere vivace, ritmato ed eventualmente accompagnato da gesti e versi, ma non dovrà rallentare o interrompersi, a meno di… offrire da bere all’intera compagnia (!).

In qualsiasi momento, uno degli altri giocatori può decidere di interrompere la narrazione, puntando una delle proprie monete al centro del tavolo ed evidenziando un’incongruenza, un errore o… un semplice nonsense, per animare ulteriormente il racconto. Il narratore può reagire accogliendo l’obiezione e integrandola a dovere nella sua storia, oppure può rimandare al mittente l’accusa, aggiungendo una propria moneta e magari… qualche contraccusa. A questo punto, può partire una serie di rilanci, finché uno dei due contendenti non esaurisce le monete oppure si spinge oltre e va al duello: l’importante è non offendere (né offendersi) mai, né mettere in dubbio (se non velatamente…) la sincerità dell’altro.

Il duello diventa quindi una “extrema ratio”, che può essere risolta in due modi: in un duello al primo sangue con un’arma a scelta, oppure… con uno scontro a “sasso-forbice-carta” (o “bottiglia-vetro-gola”, come riporta il preciso manuale); il vincitore prenderà tutte le monete, mentre il perdente dovrà uscire dalla partita. Al di là dell’onore in palio, vi sconsigliamo caldamente di ricorrere a questa soluzione drastica, perché purtroppo costringerà uno dei duellanti a rimanere al tavolo come semplice spettatore per il resto della partita.

Quando il racconto termina, dopo aver raccolto i complimenti degli altri partecipanti, il narratore dovrebbe a sua volta girarsi verso il giocatore seduto alla sua destra e avviare una nuova storia. Se invece il racconto tira un po’ per le lunghe, un qualsiasi giocatore può giocare una moneta ed esclamare che la storia ricorda quella di un altro nobile seduto al tavolo, dandogli l’imboccata per un nuovo avvio: di fatto, questo intervento innesca una votazione. Se la maggioranza dei presenti conferma l’osservazione, giocando a loro volta una moneta, la narrazione passerà al nobile tirato in ballo, altrimenti si proseguirà come nulla fosse; in entrambi i casi, le monete utilizzate verranno scartate.

Completato un intero giro di storie, si passa alla votazione: ogni partecipante prenderà tutte le monete che gli sono rimaste e le metterà (meglio se coperte) davanti a uno dei narratori; ovviamente non è un gesto degno di un nobile metterle davanti a se stessi…

Terminata la votazione, ognuno conterà le monete ricevute e chi ne avrà ottenute in maggior numero verrà proclamato vincitore!

Con la seconda edizione del gioco di ruolo viene introdotta questa nuova sezione.

SECONDA EDIZIONE:

Il Barone di Munchausen in persona ci rivela di essere stato in missione diplomatica a Baghdad e, tra mille peripezie, di aver incontrato in questa circostanza il marinaio Sinbad, che gli ha trasmesso alcune nuove regole, ispirate alle “mille ed una storie dell’Arabia”.

Innanzitutto, essendo vietato il gioco d’azzardo ai musulmani, si devono sostituire le monete con datteri (!) e ogni riferimento all’alcool deve essere rimpiazzato dal the.

Passando al gioco, si parte dichiarando a turno il racconto che il giocatore alla propria destra dovrà elaborare, dopodiché si comincia con la narrazione vera e propria.

Durante il proprio racconto, il narratore può riferirsi in qualsiasi momento a un altro giocatore, chiamandolo per nome: se il narratore poi pagherà a questo un dattero, il giocatore citato dovrà continuare la storia da lì; se invece accadrà il contrario, il giocatore diventerà il nuovo narratore e si approprierà della narrazione; se infine nessuno dei due pagherà nulla, il narratore continuerà la sua storia.

Analogamente, in caso di interruzione, il narratore dovrà prestare molta attenzione a non lasciare il gioco in mano all’avversario, perché questo potrebbe usarlo per partire con il proprio racconto. In questa variante, infatti, il vincitore è colui che riesce a completare la sua storia per primo, intrecciandola sapientemente con quelle degli altri partecipanti.

Nella seconda edizione viene inoltre proposta una variante per bambini (“Ludens Minor”), in cui il racconto viene sostituito da una singola frase con un’unica iperbole, riferendosi allo zio Barone (un esempio valido sarebbe: “Mio zio il Barone una volta ha sconfitto un drago a mani nude…”), a cui ogni narratore deve replicare gonfiando ulteriormente la storia (il secondo potrebbe replicare: “Mio zio il Barone una volta ha sconfitto un drago a mani nude in equilibrio sui trampoli…”). Il giro prosegue ad oltranza, finché uno dei giocatori “vacilla”, ovvero o non riesce a proseguire o si incarta durante l’esposizione, o eventualmente viene sfidato (questa è un’ulteriore versione del gioco, denominata “Ludens Maior”) a spiegare nel dettaglio come abbia fatto.

Con la terza ed ultima edizione del gioco di ruolo la fantasia viaggia ancora più in alto…

TERZA EDIZIONE:

Arriviamo alla principale novità di questa edizione italiana, ovvero l’aggiornamento alla terza e -attualmente- ultima versione del gioco di ruolo.

Innanzitutto vengono proposte diverse ambientazioni, con alcuni aggiustamenti coerenti con esse, su cui costruire le narrazioni del gruppo:

  • (Sovi)Eticamente Parlando, in cui tutti narrano a turno e con pari dignità le gesta che li hanno portati a conseguire il prestigioso Ordine di Lenin;
  • la Vendetta di Gutenberg, in cui tutti interpretano personaggi letterari e devono costruire storie che richiamino altre opere (ovviamente consigliata a chi ha un debole per la lettura);
  • Assurdità Patentate, narrando di mirabolanti invenzioni (rigorosamente di fantasia…) alla corte della Regina Vittoria;
  • Mostri Misti, i cui giocatori devono vestire i panni di creature soprannaturali, tra licantropi, elfi, vampiri, ecc.;
  • Pietre ed Impietrimenti, collocato all’età della pietra, con conseguenti limiti linguistici e concettuali;
  • Furto con Spasso, dove bisogna immedesimarsi in un supercattivo alle prese con un piano diabolico;
  • il Ricordo di Cthulhu (serve aggiungere altro a un titolo così?);
  • Memorie a Sola Riscrittura, che è probabilmente la più originale e intrigante: la storia dev’essere la stessa per tutti i partecipanti, ma ognuno interpreta un personaggio diverso che cerca di portare il proprio peculiare punto di vista;
  • Munchausen Crescent, strampalata rivisitazione dell’improbabile gioco radiofonico Mornington Crescent, trasmesso dalla BBC;
  • Padri Spaziali (anche in questo caso… dobbiamo aggiungere altro?);
  • Ancora una Volta ma un Pelo di Più, ambientata tra gatti che compiono gesta tra lettiere pericolose, cani spietati e topi sfuggenti.

Contiene in ultimo una interessante appendice con alcuni spunti per giocare in rete, attraverso la posta elettronica, i forum o i social network.

  • Affari Eterni, con personaggi storici o di fantasia appartenenti alle epoche più disparate, impegnati in non meno anacronistiche avventure (ad esempio, come avrà fatto il marinaio Noè a scoprire le americhe prima di Colombo?).

Allegata al manuale, troviamo anche una lettera scritta di suo pugno dal Barone in persona…

CONSIDERAZIONI:

Prendendo tra le mani la nuova edizione de Le straordinarie avventure del Barone di Munchausen, non si può fare a meno di notare l’elevata qualità del prodotto: copertina rigida rilegata in brossura, carta patinata e invecchiata con una buona grammatura, e stampe a colori delle bellissime illustrazioni di Omar Rayyan. In tutta onestà, un’opera così bella -in tutti i sensi- non dovrebbe mancare nella libreria di ogni giocatore che si rispetti.

Passando al gioco vero e proprio, siamo al cospetto di un RPG decisamente anomalo, che dev’essere affrontato con il giusto spirito: chi gioca per ottenere il maggior numero di monete, di fatto sarà certo di non poter vincere. Analogamente, anche chi “scialacquerà” tutte le sue monete (o datteri o patate o… quello che è…) avrà ben poche possibilità di trionfare, sia perché non potrà interrompere i racconti altrui, sia perché non avrà alcun potere decisionale nella votazione finale. D’altra parte, il riferimento al “giusto spirito” non era casuale: chi gioca a Le straordinarie avventure del Barone di Munchausen (anche nelle sue diverse varianti) non lo fa per vincere o per far crescere un personaggio, e costruire magari un arco narrativo ampio. Si giocano un paio di partite e la serata tra amici è servita, condita di tante risate e qualche piacevole “battibecco”.

Lo stesso “giusto spirito” deve inoltre unire il gusto ludico del gruppo: tutti i partecipanti devono essere appassionati di storytelling ed essere dotati di una fervida fantasia, altrimenti non troveranno la motivazione giusta per concludere la partita. Per quanto riguarda l’ambientazione, dobbiamo riconoscere che la terza edizione del manuale ne propone per tutti i gusti, quindi non avrete problemi a individuare quella più consona al vostro gruppo di amici.

In conclusione, citando il testo stesso del manuale, qui “non conta se vinci o perdi ma come te la giochi”! Buon divertimento e… chi la spara più grossa, la vince!

SOTTOFONDO MUSICALE:

Il brano “Münchhausen Syndrome” dei Messiah.

Si ringrazia Studio Supernova per aver reso disponibile la copia di valutazione del manuale.

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