SINTESI
Pro: Il titolo offre una sfida che sicuramente vi metterà alla prova, con un tema ben connesso alle meccaniche e con alcuni spunti originali.
Contro: Qualche errore di troppo nel regolamento. L’alea si fa sentire, quindi gli amanti del controllo totale sono avvisati.
Consigliato a: Tutti. L’esperienza di gioco può essere resa più semplice o più difficile a seconda del gruppo a cui viene proposto.
Realizzazione | |
Giocabilità | |
Divertimento | |
Longevità | |
Prezzo |
Idoneità al solitario:
elevata
Incidenza della fortuna:
buona
Idoneità ai Neofiti:
elevata
Autore:
P. Rustemeyer
Grafica ed illustrazioni:
I. Schell, D. Mayer
Anno:
2020
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Paleo è un titolo dello scorso anno che si è distinto tra gli altri per la vittoria del prestigioso Kennerspiel des Jahres 2021, soffiando il premio a Le Rovine perdute di Arnak.
In questo titolo impersoniamo una tribù di cavernicoli nella loro routine quotidiana durante l’età della pietra. Si lavorerà per portare cibo all’accampamento, magari si costruirà qualche utensile o un paio di tende e spesso le nostre gesta verranno tramandate attraverso le iconiche pitture rupestri… se resteremo vivi a sufficienza per completarle!
Paleo è un gioco da tavolo cooperativo card driven a scenari, da 1 a 4 giocatori, con una durata indicativa di 45-60 minuti, e con una meccanica di scelta simultanea delle azioni.
MATERIALI: QUALCHE ERRORE EVITABILE
La componentistica di Paleo è generalmente ben fatta. Le plance e i segnalini in cartone sono robusti e le risorse in legno sono sagomate e facilmente riconoscibili.
Le carte sono ben illustrate e graficamente molto chiare. Non sono però troppo resistenti, motivo per cui vi consigliamo di imbustarle: esse subiranno continui rimescolamenti durante la partita e non devono essere distinguibili, dato che la meccanica di gioco si basa su questo.
Tra i vari componenti spiccano il banco di lavoro e il cimitero, veri e propri elementi “3D” da montare. Il primo raccoglie le idee da sviluppare in utensili, mentre il secondo conterrà le carte rimosse dal gioco. Per quanto entrambi contribuiscano al colpo d’occhio e a far emergere il tema di Paleo, sono strutture di cui si poteva fare tranquillamente a meno, soprattutto il banco: si sarebbe risparmiato spazio sia sul tavolo sia nella scatola senza perdere nulla dal punto di vista dell’esperienza di gioco.
Il problema principale del gioco riguarda purtroppo il regolamento: rispetto alla versione inglese ci sono alcuni errori che rischiano di confondere i nuovi giocatori, e alcune ridondanze e terminologie differenti per riferirsi agli stessi concetti. Non parliamo di problemi insormontabili poiché Paleo presenta un comparto regolistico molto semplice ed intuitivo, ma sono difetti che potevano sicuramente essere evitati.
COME SI GIOCA A PALEO
Il regolamento indica come comporre i mazzi di carte in base ai moduli selezionati. Ogni giocatore riceve due cavernicoli con eventuali oggetti di partenza, e l’intera tribù parte con 5 risorse cibo.
La partita si svolge in un numero variabile di round e in ciascuno di essi il mazzo delle esplorazioni viene rimescolato insieme agli scarti e suddiviso equamente tra tutti i giocatori. Non è mai concesso guardare il fronte delle carte se non per eseguirne le azioni, mentre è sempre possibile controllarne il retro, anche di tutto il mazzo.
Ogni round è suddiviso in fase giorno e fase notte, nella prima delle quali si susseguono turni simultanei in cui ogni giocatore pesca 3 carte basandosi sul dorso, ne sceglie una da rivelare ed eseguire, e rimette le altre in cima al proprio mazzo.
Le carte possono chiedere di scartare altre carte, di spendere risorse o di avere a disposizione un certo numero di simboli tra cavernicoli ed equipaggiamenti. Nel momento in cui un giocatore termina il proprio mazzo non può più eseguire azioni, nemmeno in aiuto degli altri. Quando ogni mazzo finisce, si conclude la fase giorno per quel round.
Durante la fase notte, viene consumato un cibo per ogni cavernicolo e bisogna far fronte alle richieste dipendenti dallo scenario.
Lo scopo del gioco è completare una pittura rupestre divisa in 5 pezzi (ottenibili sempre come ricompensa per le azioni di alcune carte). Nel momento in cui si colleziona il quinto pezzo, la partita termina immediatamente con la vittoria collettiva. La sconfitta si verifica invece all’ottenimento del quinto teschio sulla medesima plancia, tipicamente per la morte di cavernicoli o per non aver soddisfatto il fabbisogno quotidiano di cibo (unito a tutto quel che può capitare in base ai moduli scelti).
UN COOPERATIVO CHE COSTRINGE A COOPERARE
A fronte di un regolamento spiegabile in pochissimi minuti, ci troviamo davanti ad un sistema meccanico che pone sempre i giocatori davanti a scelte non semplici.
I compiti da svolgere sono molteplici, non c’è tempo di fare tutto e si ha “la spada di Damocle” della fase notte con requisiti che nei primi momenti della partita non siamo sempre in grado di soddisfare. La pressione in Paleo si sente e occorre definire correttamente la priorità delle azioni per sopperire alle mancanze dei nostri cavernicoli ed evitare i pericolosi teschi.
Il pregio principale di Paleo è l’esaltazione della collaborazione tra i giocatori come non si vedeva da un po’ di tempo: qui si aiuta fisicamente un altro giocatore con i propri strumenti e capacità di gruppo, rinunciando ad eseguire la propria azione con lo sguardo sempre puntato all’obiettivo finale.
Ogni gruppo di cavernicoli sarà infatti molto diverso: avrà a disposizione strumenti per la percezione dell’ambiente circostante, sarà bravo ad incassare colpi per evitare la morte degli altri personaggi o cercherà di costruire armi per difendere i compagni dalle intemperie e dai pericoli. L’alchimia tra i giocatori si rispecchia moltissimo nella combinazione di specializzazioni differenti.
ANDIAMO A CACCIA O A RACCOGLIERE DELLA LEGNA?
Pur essendo un titolo di gestione risorse a base di semplici carte, Paleo risulta ottimamente ambientato in ogni singola azione che i giocatori compiono. Un primo contributo è sicuramente dato dal comparto artistico con le ottime illustrazioni, ma la spinta tematica principale viene data dalla meccanica che sottende tutto il gioco.
I dorsi delle carte che scegliamo di eseguire indicano la destinazione attuale del nostro gruppo e danno sempre un’idea di massima di ciò che potremmo trovarvi. Questo consente una buona suddivisione del lavoro tra i giocatori e permette di evitare pericoli scomodi (che comunque infliggeranno una ferita al gruppo se scartati coperti per qualsiasi motivo).
Naturalmente le sorprese non mancheranno e una carta che sembrava una semplice radura potrebbe rivelare una tana di belve feroci, oppure potremmo dover cercare un riparo in seguito ad una frana improvvisa, ma è proprio qui che sta il twist: come se fossimo una tribù nomade che si insedia in una nuova terra, è normale che il territorio debba essere esplorato per conoscerlo al meglio. Questa consapevolezza cresce di giorno in giorno perché le carte che ciclano sono sempre quelle, quindi ad una sconfitta iniziale seguirà un’attenta preparazione di armi ed oggetti per poter reagire a ciò che ci è capitato in precedenza.
Si percepisce dunque un certo senso di crescita dell’intera tribù, che dall’essere a malapena in grado di accendere una torcia arriva a poter sfidare anche il più grande dei mammuth.
Poi ci sono tanti aspetti minori che fanno da contorno a questo sistema, come la rimozione delle carte che si esauriscono o vengono eliminate (il cibo da una carcassa di animale lo otteniamo una volta sola), gli incontri con altri individui più o meno bizzarri e la possibilità di sognare. Tutti questi elementi raccontano una piccola storia ogni volta che evita la mera concatenazione astratta di azioni per perseguire il risultato finale.
I PERICOLI SONO SEMPRE DIETRO “LA CARTA”
Nonostante sia classificato come un Family Game, Paleo offre la possibilità di calibrare la difficoltà della partita in base al tavolo che lo sta giocando. Come anticipato in precedenza, il titolo presenta una serie di moduli tematici a difficoltà crescente e devono essere sempre combinati almeno a coppie.
Il regolamento indica un percorso a livelli partendo dai moduli più semplici e crescendo verso quelli più complessi, per far conoscere bene il gioco prima di affrontare i pericoli veri. Nulla vieta ai giocatori di creare le proprie combinazioni, donando un’enorme longevità al titolo.
Se non ne aveste ancora abbastanza, Paleo propone anche alcune varianti per renderlo più arduo o più semplice, consentendo di plasmare su misura del giocatore la partita che egli affronterà.
Non possiamo poi non menzionare l’aspetto dell’alea: essendo un gioco basato sulla pesca di carte, Paleo ha la sua buona dose di fortuna, che però non è mai stata percepita pesante nelle nostre partite. Non sappiamo in che ordine usciranno i pericoli o le risorse di cui abbiamo bisogno, ma capita spesso che la sconfitta arrivi più per un’errata pianificazione che per una pesca sfortunata.
La conoscenza progressiva del mazzo, la preparazione preventiva della tribù e la possibilità di ignorare e scartare le carte che non vogliamo eseguire sono utili strumenti per arginare il caso, che però non viene mai completamente annullato. Se non amate dunque il brivido della scoperta e la reazione a certi colpi che il gioco vi sferra senza che, in prima battuta, possiate prevederli, Paleo potrebbe non fare al caso vostro.
Il gioco infine scala benissimo nel range indicato sulla scatola, è ottimo per partite in solitario e mantiene praticamente sempre la durata dichiarata.
CONCLUSIONE
Dalla recensione si capisce come Paleo sia entrato in fretta nel cuore degli appassionati del genere cooperativo: esso unisce meccaniche semplici che sprizzano ambientazione da tutte le parti ad una modularità che gli dona longevità e gli consente di essere proposto praticamente a chiunque.
Se non siete infastiditi dall’alea dovuta alla pesca delle carte e se vi interessa il tema, anche solo in minima parte, provate una partita a Paleo: non dimenticatevi però di venirci a raccontare come è andata, soprattutto se siete sopravvissuti ai moduli difficili e mortali.
Si ringrazia Giochi Uniti per aver reso disponibile una copia di valutazione del gioco.
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