SINTESI
Pro: Un german come non se ne vedevano da un po’ di tempo: elegante, quasi essenziale, e fresco ogni volta che lo si intavola. Una gara di ottimizzazione ed equilibrio sempre tesa e avvincente.
Contro: Qualche problema sulla componentistica. Alcune tecnologie sbloccate all’inizio diventano presto inutili se messe a confronto con le ultime ottenute.
Consigliato a: Giocatori occasionali ed esperti.
Realizzazione | |
Giocabilità | |
Divertimento | |
Longevità | |
Prezzo |
Idoneità al solitario:
assente
Incidenza della fortuna:
discreta
Idoneità ai Neofiti:
discreta
Autore:
Dennis K. Chan
Grafica ed illustrazioni:
Franz Vohwinkel
Anno:
2022
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La collaborazione tra Rio Grande e Ghenos porta finalmente sui nostri tavoli Beyond the Sun, uno dei titoli più chiacchierati fin dalla sua uscita ad Essen 2020. Il gioco ha catturato l’interesse anche del pubblico italiano, guadagnandosi un posto tra i finalisti del premio Goblin Magnifico 2021.
In un futuro lontano una guerra termonucleare ha devastato il pianeta. Le grandi potenze hanno unito risorse e conoscenze per trovare una via di fuga verso nuovi sistemi e viene creata in pochi anni la prima iperastronave. Ogni giocatore guida una di queste potenze nello sviluppo tecnologico collettivo. Ma poiché le possibilità “oltre il Sole” sono pressoché illimitate, ciascuna di queste fazioni tenterà di imporsi come dominante sulle altre…Dopotutto la storia ciclicamente deve ripetersi, no?
Beyond the Sun è un eurogame competitivo per 2-4 giocatori, dalla durata di 60-120 minuti a partita, con meccaniche di piazzamento lavoratori, maggioranze e sviluppo dell’albero tecnologico.
COME SI GIOCA A BEYOND THE SUN
Beyond the Sun si articola in una sequenza di turni che parte dal primo giocatore e procede in senso orario fino alla fine della partita. Il ritmo del gioco è scandito dai traguardi (2 fissi e 2 pescati casualmente): per innescare il round finale bisogna reclamarne 4 (o 3 in 2-3 giocatori), facendo rientrare nel conteggio anche lo stesso traguardo più volte, se ottenuto da giocatori differenti.
Nel proprio turno, il giocatore esegue questi 3 passaggi, prima di passare la mano al partecipante successivo:
- Fase delle Azioni: posiziona il proprio (unico) lavoratore su uno spazio libero disponibile per la sua fazione in modo da eseguirne, obbligatoriamente, l’azione corrispondente.
- Fase di Produzione: sceglie se produrre popolazione o metalli, le due risorse del gioco. Esiste anche una terza possibilità, lo scambio, che esegue conversioni tra tali risorse.
- Fase dei Traguardi: reclama uno e un solo obiettivo non ancora ottenuto dalla propria fazione, anche se soddisfa i requisiti per più di uno di essi.
L’area di gioco è suddivisa in 3 parti:
- Il Tabellone della Tecnologia: è il tabellone principale che raccoglie gli spazi azione per i lavoratori. Presenta sulla sinistra le navigazioni spaziali di base (azioni disponibili per tutti a inizio partita), e nel resto della plancia trova spazio l’enorme albero organizzato in 4 livelli di tecnologie.
- La plancia Esplorazione: un tabellone, da affiancare al primo, che presenta un certo numero di sistemi estratti casualmente (ad eccezione di quelli iniziali) e le rotte da compiere (attraverso i salti) per poterli raggiungere e colonizzare.
- La plancia personale: il punto di partenza per la generazione di risorse da spendere nelle plance comuni. Essa si compone del tracciato automazione, delle colonne di rifornimenti e dei tracciati di produzione, oltre ad un’area di raccolta delle risorse attualmente in possesso del giocatore.
Avendo chiari tutti gli “ingredienti”, vediamo come si combinano insieme. Il gioco ruota attorno allo sviluppo delle tecnologie, alla conquista dei pianeti e al miglioramento delle proprie produzioni per poter svolgere meglio le altre azioni.
Per sviluppare una tecnologia bisogna, prima di tutto, soddisfarne i requisiti: alcuni nodi dell’albero possono essere sbloccati solo se in possesso delle tecnologie immediatamente precedenti, mentre altri ne richiedono addirittura 2. Inoltre per ogni livello tecnologico serve l’azione dedicata ed è necessario spendere permanentemente un’unità di popolazione da alloggiare a fianco della carta, atta a indicare che il giocatore godrà dei benefici della tecnologia da quel momento in avanti.
La conquista dei pianeti passa attraverso le azioni che producono astronavi, che le fanno saltare nell’iperspazio e che, naturalmente, consentono la colonizzazione: quest’ultima è attuabile se abbiamo la maggioranza in potere sul sistema da conquistare, come somma dei valori di forza delle astronavi, e se tale somma è pari o superiore al requisito in potere indicato sul sistema.
Infine arriviamo al miglioramento della produzione: uno dei modi per svuotare i tracciati è sicuramente il controllo e la conquista dei pianeti, come abbiamo visto. La seconda via è l’automazione che, tramite opportune tecnologie, consente di collocare i dischi sul tracciato in cima alla plancia, rimuovendoli permanentemente dal loro slot originale.
La partita quindi termina in base al raggiungimento degli obiettivi e si conclude dopo il round finale, in modo che ogni giocatore abbia svolto lo stesso numero di turno. Si procede poi al calcolo del punteggio che proviene da varie fonti e, neanche a dirlo, chi ha più punti è il vincitore.
MATERIALI: UNO STILE MINIMALE
La componentistica di Beyond the Sun è generalmente di buona fattura, dai dadi custom ai dischi di legno. Le plance double layer, nonostante il secondo livello sia un po’ sottile, tengono ben organizzati i materiali di ogni giocatore (hanno solo un piccolo errore di stampa prontamente risolto con un adesivo da Ghenos stessa). Fanno un po’ storcere il naso le carte, molto delicate e assolutamente da imbustare.
La grafica del gioco è molto semplice e priva di chissà quali illustrazioni: questo lascerà scontento chi cerca l’ambientazione emergente fin dai componenti (su questo torneremo dopo), ma aiuta moltissimo in termini di leggibilità della situazione al tavolo. Iconografia chiara e contrasti cromatici completano il quadro riuscendo a garantire un buon livello ergonomico. L’unico appunto riguarda il piccolo font delle carte tecnologia, che porta ogni tanto i giocatori a doversi sporgere per rileggere gli effetti di un determinato nodo dell’albero (soprattutto a tavolo pieno, disponetevi in modo tale che il tabellone principale sia facilmente raggiungibile e leggibile da tutti).
Il regolamento è organizzato in maniera un po’ particolare, ma risulta chiaro e ben tradotto da Ghenos, a parte qualche piccolo refuso. La scatola infine è di un cartone troppo sottile e rischia di rovinarsi facilmente. Inoltre l’edizione italiana presenta la dicitura 1-4 giocatori invece di 2-4, ma non è (ancora…) disponibile una modalità solitario per Beyond the Sun. Ghenos ha reso disponibili degli adesivi che i negozianti potranno applicare alla scatola in modo da ovviare al problema.
LE RAGIONI DEL SUCCESSO…
Modernità e originalità: il singolo lavoratore non è una grossa novità (l’avevamo già visto in Le Havre LINK, per esempio), ma l’aver sviluppato un sistema di spazi azione crescenti dipendente dalla centralità dell’albero tecnologico (elemento spesso relegato ad una parte accessoria nei giochi) rende Beyond the Sun molto originale. Le altre meccaniche sono note (maggioranze, gestione delle risorse e corsa agli obiettivi), ma sono perfettamente amalgamate tra loro e in ognuna di esse troviamo qualche guizzo di design.
Buona scalabilità: il gioco gira benissimo da 2 a 4 giocatori, poiché la plancia esplorazione si riduce insieme agli spazi di navigazione di base. Viene anche ridotta la durata perché, se il tavolo non è pieno, il numero degli obiettivi da raggiungere è minore.
Alta interazione: principalmente indiretta, ma ben presente. La corsa agli obiettivi e allo sviluppo, le maggioranze per rimuovere avamposti e l’acquisizione di tecnologie già sviluppate per poterne occupare gli spazi sono solo alcune delle armi che ha ogni fazione di Beyond the Sun per ostacolare gli avversari. Pur mostrando il suo pieno potenziale nelle partite a 3-4 giocatori, anche in 2 ci si può dare parecchio fastidio.
Longevità assicurata: tra il setup variabile, l’uscita semicasuale delle tecnologie, la personalizzazione dell’albero (possiamo sviluppare i 4 rami come preferiamo) e il mix di obiettivi avremo una partita sempre diversa e che costringerà i giocatori a dover ideare qualcosa di nuovo ogni volta, rendendo il titolo sempre fresco.
… E CIÒ CHE, PERSONALMENTE, NON CI ASPETTAVAMO
Coesione tra tema e meccaniche: fa strano parlare di ambientazione in un gioco di stampo “tedesco” ma, come sta accadendo sempre di più nelle produzioni moderne, Beyond the Sun caratterizza bene ogni tecnologia, ogni evento e ogni azione. Questa connessione con il tema rende il titolo più accessibile, anche a chi solitamente non ama gli eurogame. Non abbiate paura a proporlo a giocatori occasionali o ad esperti del versante american.
Eleganza generale: ad una struttura del turno molto semplice (azione-produzione-traguardo) corrisponde una buona profondità strategico – tattica. L’intero impianto di gioco è privo di eccezioni ed è immediato da assimilare: questo garantisce fluidità alla partita ed evita tempi morti troppo elevati.
QUALCHE SUGGERIMENTO GENERALE
Più volte abbiamo parlato di corsa agli obiettivi, e qui lo confermiamo: bisogna arrivare ai traguardi prima degli altri giocatori perché, oltre a far scoccare il fine partita nel momento a noi più congeniale, costituiscono un tesoretto di punti che fa la differenza. Capire fin dall’inizio come ottimizzare la propria strategia e cercare di “sprecare” meno azioni possibili sono le chiavi per il successo in questo gioco.
Nell’economia della partita è necessario saper gestire correttamente il ciclo delle risorse: i rifornimenti diventano popolazione che viene permanentemente impiegata per le tecnologie oppure trasformata in astronavi, le quali tornano nei rifornimenti dopo una colonizzazione. I metalli, invece, servono per rendere possibili gran parte delle azioni. Fondamentale, dunque, non rimanere a secco di nessuna delle due risorse.
Gli strumenti per migliorare la produzione devono essere sfruttati in base alla situazione di gioco: l’automazione fornisce una rimozione di dischi sicura e ci dà qualche punto, ma una pianificazione verso la cattura di più avamposti può essere ben più remunerativa, anche solo per quella singola fondamentale produzione (singola perché difficilmente gli avversari rimarranno a guardare, ma sta sempre a voi prevedere queste reazioni).
E ora veniamo all’albero. Nonostante le 4 tecnologie iniziali siano sempre le stesse, non esiste un’apertura obbligata. Oltre all’ordine differente abbiamo una struttura ben bilanciata: la prima fila in alto o la terza al centro possono portare velocemente uno sviluppo di livello 3 ma, oltre alla necessità di avere una azione che consenta quello sviluppo (che potrebbe arrivare troppo tardi o, peggio, essere sbloccata prima dagli avversari), richiedono delle nuove partenze di livello 1 per sviluppare altre tecnologie importanti. Il bilanciamento dell’albero sopperisce, infine, alla scoperta di una buona “combo di carte” da parte di un giocatore oltre al fatto che è sempre possibile rincorrerlo sulle sue stesse tecnologie.
LA NOSTRA ESPERIENZA CON BEYOND THE SUN
Non ci aspettavamo di certo un gioco di questo livello come opera prima dell’autore. Più volte nelle nostre partite ci siamo fatti la domanda: “meglio lo sviluppo tecnologico o la conquista militare?” per poi notare che l’esperienza di Beyond the Sun sta nell’equilibrio tra questi due aspetti: per quanto le strategie verticali rimangano un’opzione valida, la ricerca di combinazioni efficienti di queste due parti è più stimolante e porta spesso a risultati migliori.
Tra le possibilità iniziali e ciò che si riesce a fare nelle fasi avanzate della partita c’è un abisso: la sensazione di crescita è grande e soddisfacente, ma di contro si può cascare nella paralisi da analisi (specialmente nelle battute finali quando bisogna tirare le somme della propria pianificazione). La paralisi viene in parte ridotta dal fatto che le tecnologie più avanzate saranno sempre le prime ad essere scelte come azioni, a discapito di quelle iniziali e intermedie che dopo un certo tempo esauriscono la loro utilità.
Beyond the Sun è certamente più tattico che strategico, ma non va sottovalutato: esso richiede adattabilità, ma è possibile eseguire una pianificazione a lungo termine. Gli obiettivi variabili indicano come strutturare quella specifica partita, mentre quelli fissi ricordano che i modi principali per ottenere punti sono le tecnologie e i pianeti. Non siamo di fronte alla classica “point salad” ma i giocatori devono, a volte anche in maniera creativa, mantenere lo sguardo fisso sul traguardo e trovare la strada più veloce per raggiungerlo.
CONCLUSIONE
Beyond the Sun sta scalando le classifiche di gradimento degli appassionati e non intende fermarsi qui: la prima espansione è già in sviluppo, nonché la modalità solitario tanto cara a sempre più giocatori di questi tempi.
Vi riportiamo un ultimo dettaglio in chiusura: a fronte di moltissime partite al tavolo e online sono state leggermente modificate soltanto due carte, segno di un grandissimo lavoro di playtest e bilanciamento da parte del team di sviluppo prima dell’uscita del gioco. Complimenti, quindi, anche da parte nostra!
E voi cosa ne pensate? Siete pronti ad esplorare lo spazio e a scoprire cosa si nasconde “oltre il Sole”?
Si ringrazia Ghenos Games per aver reso disponibile una copia di valutazione del gioco.
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