SINTESI

Pro: Setup velocizzato, scatola più compatta, campagna più breve e personaggi più interessanti. Inoltre è presente un tutorial su cinque scenari per introdurre gradualmente le regole. Nonostante queste “riduzioni”, l’esperienza di gioco si avvicina molto a Gloomhaven.

Contro: Tolte alcune piccole modifiche alle regole, il gioco rimane quello che già conosciamo, difetti compresi. Dunque, non cambierete idea se non avete gradito l’esperienza della scatola originale. L’inserto purtroppo è insufficiente.

Consigliato a: Giocatori principalmente esperti. Chi apprezza gli ibridi ma non ha ancora provato il sistema Gloomhaven e chi, semplicemente, non aspettava altro che una nuova scatola del gioco.

Valutazione Globale
Realizzazione
Giocabilità
Divertimento
Longevità
Prezzo

Idoneità al solitario:
buona

Incidenza della fortuna:
sufficiente

Idoneità ai Neofiti:
bassa

Autore:
Isaac Childres

Grafica ed illustrazioni:
A.A V.V.

Anno:
2020 (2022 edizione italiana)

Puoi acquistare GLOOMHAVEN: JAWS OF THE LION su GET YOUR FUN

Tutta la community del gioco da tavolo sapeva che Gloomhaven: Jaws of the Lion avrebbe sfruttato il successo del gioco originale per spopolare tra le schiere di appassionati, ma nessuno si sarebbe aspettato che la sua ascesa fosse tanto rapida.

Gloomhaven è stato sicuramente uno dei giochi più impattanti degli ultimi anni per il nostro hobby: ha saputo mettere d’accordo tipologie di giocatore parecchio diverse tra loro, monopolizzandone i tavoli per settimane, a volte anche per mesi. Tuttavia, molti potenziali gamers sono rimasti alla larga dall’immenso scatolone non solo per il suo peso specifico, ma anche e soprattutto per la durata della campagna. E qui arriva Jaws of the Lion, uno spin-off che si presenta come più accessibile rispetto a Gloomhaven e in grado di restituirne buona parte dell’esperienza di gioco.

Jaws of the Lion è sempre un dungeon crawler cooperativo a campagna, per 1-4 giocatori, con scenari di durata variabile (30-120 minuti) e con meccaniche di gestione e costruzione della mano di carte, oltre che poteri variabili e movimento su mappa esagonale.

LE DIFFERENZE PRINCIPALI CON IL FRATELLO MAGGIORE

Il funzionamento generale di Jaws of the Lion rimane in gran parte identico a Gloomhaven, quindi non ci soffermeremo sulla spiegazione delle regole: se non conoscete questo sistema di gioco e volete farvi un’idea generale del suo funzionamento, vi invitiamo a consultare questa recensione.

Ciò che distingue Jaws of the Lion e facilmente riassumibile con:

  • Una guida al gioco e un tutorial di 5 scenari che prende per mano gli aspiranti avventurieri, introducendo le regole a piccole dosi per consentire un apprendimento graduale e, dal sesto scenario in avanti, una padronanza del sistema.

Le carte azione del tutorial presentano una spiegazione dettagliata dei loro effetti.

  • Un minor numero complessivo di scenari: la maggior accessibilità dichiarata passa necessariamente da qui. Gloomhaven ne aveva ben 95, mentre in questa nuova scatola diventano 25 di cui, come sempre, alcuni sono opzionali. Ora è molto più semplice portare a termine la campagna.
  • Il libro degli scenari: come avevamo già visto in Fiabe di Stoffa e Near and Far, la preparazione della mappa necessita soltanto della pagina corretta di un libro. Jaws of the Lion fa anche più di questo, fornendo ai giocatori un libro supplementare da agganciare alla mappa iniziale al verificarsi di condizioni dipendenti dallo scenario, fornendo un minimo di scoperta ed esplorazione rispetto ad avere tutto completamente rivelato fin dall’inizio della partita.
  • Soltanto quattro personaggi giocabili: in questa scatola si perde un tratto distintivo di Gloomhaven, ovvero il pensionamento degli eroi. Per chi non lo sapesse, ogni volta che un personaggio risolve il proprio obiettivo personale, egli si ritira e il giocatore che lo controlla ne riceve uno nuovo in base al simbolo dell’obiettivo stesso. Tutto questo manca in Jaws of the Lion (imparare un nuovo personaggio, spesso più complesso di quelli base, va contro l’idea di accessibilità che il gioco si prefigge), e le quattro zanne del leone vi accompagneranno per tutta la campagna. Non preoccupatevi però, perché le sorprese non mancheranno.

Da sinistra a destra, Demolitore, Ascia da Guerra, Guardia Rossa, Guardiano del Vuoto.

  • Alcune piccole differenze regolistiche come per la linea di vista, gli oggetti o gli eventi città. Non è questa la sede in cui elencare tutti i cambiamenti, ma consigliamo anche ai veterani di Gloomhaven di giocare il tutorial proposto da Jaws of the Lion per averli ben chiari.

MATERIALI ED ERGONOMIA: UN PASSO IN AVANTI

La qualità dei materiali si attesta, grossomodo, sullo stesso livello di quella di Gloomhaven. Il cartone è abbastanza spesso, le carte sono di buona qualità e gli standee per i nemici sono ottimamente illustrati. Il libro degli scenari, oltre a sveltire il setup, consente di ambientare meglio ogni partita sia per la conformazione del terreno, sia per le stesse illustrazioni: essendo molto più ispirate rispetto alle tessere generiche di Gloomhaven, che dovevano essere riutilizzate su molteplici scenari, ora si ha l’impressione di sfidare una minaccia sempre diversa. La dimensione della scatola, infine, è stata drasticamente ridotta, riuscendo nell’intento di contenere anche il prezzo finale.

Uno degli scenari del tutorial. Il libro è veramente efficiente nel ridurre il tempo richiesto a preparare la partita, tanto che verrà riproposto anche nel prossimo Frosthaven.

Dal punto di vista ergonomico Jaws of the Lion presenta qualche miglioramento ulteriore, a partire dall’iconografia dei mostri durante il setup (ora molto più chiara), passando per la suddivisione delle azioni sulle carte più netta tramite delle righe, in modo da fugare qualsiasi dubbio. Sono inoltre stati inseriti dei token rettangolari per gestire l’iniziativa variabile di turno in turno, come ulteriore attenzione per garantire una migliore esperienza di gioco.

Un elemento che, però, ci ha in parte deluso è sicuramente l’inserto: esso è tecnicamente studiato per velocizzare ulteriormente le operazioni di setup, ma all’atto pratico non riesce nel suo intento, soprattutto se imbustate le carte. Le scatole dei personaggi non riescono a contenere tutti i materiali senza gonfiarsi, e le ziplock fornite per suddividere i nemici non trovano una collocazione precisa, ma spesso sono gettate alla rinfusa sopra tutto il resto. Buono invece l’organizer dei token più piccoli, in linea a quello che sempre più stiamo trovando nelle produzioni moderne.

PERCHÉ DOVRESTE INTERESSARVI A QUESTO GIOCO

C’è un motivo per cui Gloomhaven è tanto apprezzato ed entrambi i titoli si trovano ai vertici delle classifiche mondiali. La meccanica della doppia carta (selezione ed esecuzione della parte superiore di una carta e della parte inferiore dell’altra) è eccellente perché offre, allo stesso tempo, la gestione dell’iniziativa, il controllo strategico massimo sulle proprie azioni e la possibilità di modificarle in corso d’opera in base alla reazione dei nemici. Se siete interessati a questo genere di giochi, dovete provare il sistema Gloomhaven almeno una volta nella vostra “carriera” ludica.

Capitolo personaggi: sono solo quattro, come abbiamo accennato prima, ma sono ben sviluppati e, personalmente, molto più pazzi e divertenti da usare rispetto a quelli base del gioco originale. Sono degli eroi che agiscono un po’ fuori dagli schemi e sono molto sinergici tra loro. Proseguendo nella campagna e affinando l’intesa con i compagni di squadra, le combinazioni tra quelle coppie di carte vi lasceranno più di una volta a bocca aperta.

Il demolitore è pronto a scatenarsi sui nemici!

La crescita di questi personaggi è sviluppata molto bene, come era avvenuto anche nel precedente Gloomhaven: oltre ai nuovi equipaggiamenti, avanzando di livello si sbloccano nuove carte con cui costruire la propria mano a inizio scenario e si può migliorare il mazzo dei modificatori (aggiungendo carte positive e rimuovendo quelle negative). Questo aspetto funziona anche dal punto di vista tematico: ogni eroe, progredendo, affina le proprie abilità e impara a celare meglio le proprie mancanze, o a superarle del tutto.

Per quanto riguarda la longevità, essa è sicuramente molto elevata. Nonostante non abbia lo stesso numero di scenari del “fratello maggiore”, Jaws of the Lion si difende benissimo. A seconda delle vostre scelte, la campagna è abbastanza rigiocabile sia per le strade che deciderete di percorrere, sia se siete in meno di quattro giocatori e non utilizzerete tutti i personaggi fin dall’inizio. Inoltre, conoscere un personaggio richiede tempo: Gloomhaven non è uno di quei giochi in cui si applica la stessa combo all’infinito, bensì è un titolo profondo dal punto di vista strategico e tattico che chiede tanto ai giocatori, ma che li ripaga con un ventaglio di possibilità molto ampio.

Chiudiamo questa sezione con la scalabilità: non abbiamo avuto alcun problema nell’intavolare Jaws of the Lion in due, tre e quattro giocatori. Il solitario è interessante e funziona bene (dovete comunque comandare due personaggi), ma lo consigliamo soltanto se non si ha a disposizione un player count differente.

COME JAWS OF THE LION POTREBBE DELUDERVI

Jaws of the Lion è un titolo ibrido che punta più sulle meccaniche che sull’ambientazione. Per quanto ci sia tanta cura nella creazione del mondo e nella caratterizzazione dei personaggi, durante una partita si ha più la sensazione di star risolvendo un enorme puzzle piuttosto che ritrovarsi dentro un dungeon. Questo viene solo risolto in parte dalla campagna con storia ben narrata, ma un po’ troppo semplice, con degli eventi cittadini a volte un po’ slegati dal resto e con una mappa “Legacy” che sembra più un rimando a Gloomhaven che uno strumento fondamentale per il gioco.

Come già detto in precedenza, questo è un titolo per giocatori esperti: esso richiede dedizione poiché le sfumature e le potenzialità del gioco si vedono sul lungo periodo, e non in sessioni one-shot. Inoltre, il regolamento completo non è elegantissimo e, nonostante il tutorial, anche un gamer avrà più di qualche dubbio nelle prime partite. Se quindi vi siete avvicinati da poco al mondo del gioco da tavolo moderno, lasciate perdere per il momento questo Jaws of the Lion.

Consigliamo inoltre di evitare questo gioco se siete giocatori che prediligono il controllo totale sullo svolgimento della partita, dato che l’impatto dell’alea non è certamente trascurabile. Sicuramente il comportamento dei mostri è sempre più prevedibile durante il corso della campagna, ma una pesca sfortunata può mettere in difficoltà l’intero turno dei giocatori, senza considerare i modificatori negativi dei vari personaggi.

Tornano i famigerati modificatori negativi. L’attacco nullo può causare non pochi problemi alla nostra programmazione.

Jaws of the Lion eredita da Gloomhaven anche qualche problemino di bookkeeping: ci sono tanti segnalini da maneggiare ed elementi da aggiornare di cui si deve tenere conto durante la propria programmazione, in particolare la gestione dei punti vita dei nemici e i vari status che possono colpire ogni personaggio. Non è un caso che, se doveste ritrovarvi ai tavoli di questo titolo, veniate a contatto con una delle app “helper” a cui demandare gran parte di queste “gestioni passive”.

Concludiamo infine con gli scenari: la maggioranza di essi, per quanto aventi mostri e mappe differenti, hanno sempre l’obiettivo di uccidere tutti i nemici per conseguire la vittoria. Abbiamo notato una certa ripetitività di fondo nel corso della campagna e, nonostante lo sterminio degli avversari sia necessario per esaltare le doti meccaniche di Jaws of the Lion, ci aspettavamo, qua e là, delle differenze più marcate come altri dungeon crawler hanno fatto in tempi recenti. Infine, dover rigiocare lo scenario in caso di sconfitta rende ancora più astratto il titolo oltre che esaltare questa ripetitività appena accennata.

QUALE SCEGLIERE TRA I DUE?

Se non avete mai provato Gloomhaven e il vostro gruppo è pronto per provare il titolo, partite da Jaws of the Lion: esso vi introduce gradualmente al sistema e contiene la versione “aggiornata” delle regole.

Chi vi scrive ha varie partite alle spalle al Gloomhaven originale ma, complice la durata della campagna e gli anni che ci siamo appena lasciati alle spalle, non è mai riuscito a portarla a termine (per quanto l’intenzione ci sia ancora tutta). Jaws of the Lion consente di godere dell’esperienza del gioco base con una serie di scenari più gestibile e, nel complesso, più semplice da portare a termine, sia in termini di setup e teardown della partita, sia per la quantità complessiva di ore richiesta.

Non è necessario avere una conoscenza pregressa del mondo di Gloomhaven, perché Jaws of the Lion è a tutti gli effetti un prequel del gioco base. Un piccolo fumetto presente nella scatola di Jaws of the Lion vi introdurrà alla storia e vi racconterà tutto quello che dovete sapere per cominciare subito la vostra avventura.

Inutile dire che, una volta terminata la prima campagna, inevitabilmente finirete nelle grinfie dell’attuale numero uno del mondo. Se il sistema vi convincerà sarete pronti ad affrontare la sfida completa, consapevoli di quello che vi aspetta.

Se invece siete già veterani di Gloomhaven e non siete ancora “sazi” di questo gioco, provate questa nuova scatola: apprezzerete i miglioramenti molto di più rispetto ad un neofita del sistema e il titolo vi proietterà in direzione del prossimo capitolo Frosthaven, tenendovi compagnia nell’attesa della sua pubblicazione. Vi ricordiamo nuovamente che Jaws of the Lion è una scatola di dimensioni ridotte rispetto all’originale, ma il gioco non è per nulla più semplice o meno sfidante, perciò non sottovalutatelo.

CONCLUSIONE

Gloomhaven ha creato qualcosa di nuovo nel nostro hobby, sia dal punto di vista meccanico sia per quanto riguarda il mondo in cui il titolo è ambientato. Queste innovazioni ibride hanno permesso di attirare sia giocatori “american”, che vivono l’avventura e la voglia di superare le avversità insieme ai propri compagni, sia quelli più “german” che adorano spremersi le meningi per ottimizzare al massimo le proprie azioni in vista dell’obiettivo a lungo termine. Nonostante qualche difetto, Jaws of the Lion è un degno successore del gioco originale e, se avete apprezzato Gloomhaven, state certi che non vi deluderà.

Vogliamo sottolineare, in chiusura, la nostra preferenza su questo nuovo formato. In futuro arriverà Frosthaven in una nuova e mastodontica edizione, ma ci piacerebbe che l’editore valutasse altre scatole come quella presa in esame oggi, sperimentando soluzioni su degli spin-off della storia principale per continuare a migliorare la propria formula vincente e l’esperienza complessiva al tavolo.

La scatola del gioco.

Si ringrazia Asmodee Italia per aver reso disponibile una copia di valutazione del gioco.

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