SINTESI
Pro: materiali di pregio e regole relativamente semplici; c’è tanta interazione tra i giocatori e il tema si percepisce nettamente.
Contro: l’alea può farsi sentire in diversi modi, tra la pesca delle carte Contingenza e il lancio del dado per gli spostamenti delle Truppe; il tema e il cinismo di fondo non sono adatti a tutti.
Consigliato a: chi cerca un peso medio poco aleatorio e molto tematico, in cui non bisogna farsi scrupoli per vincere, senza essere necessariamente politicamente corretti.
Realizzazione | |
Giocabilità | |
Divertimento | |
Longevità | |
Prezzo |
Idoneità al solitario:
discreta
Incidenza della fortuna:
sufficiente
Idoneità ai Neofiti:
discreta
Autore:
T. Gohrbandt, H. Gunther
Grafica ed illustrazioni:
H. Gunther
Anno:
2022
Puoi acquistare PEAK OIL: PROFITEER su GET YOUR FUN |
PREMESSA:
Ogni volta che affrontiamo un nuovo gioco cerchiamo sempre di valutare la sua coerenza tematica, o per contro il suo livello di astrattezza, perché il mondo ludico è fatto di diverse tipologie di giocatori, tra cui tanti che non riescono ad apprezzare un gioco se non ha un qualche “flavour”. Al di là della tematicità e della relativa coerenza, bisogna poi distinguere tra tema e tema: ci sono titoli neutri (pensiamo ad esempio a Le rovine perdute di Arnak), altri che strizzano l’occhio a un pubblico preciso (pensiamo a tutti quei giochi legati a franchise famosi, come l’universo Marvel) a altri ancora che hanno perfino una valenza educativa (pensiamo ad esempio ai giochi prodotti dalla Genius Games).
E poi c’è Peak Oil: Profiteer, dove l’ambientazione c’è, si sente ed è talmente coerente con la realtà da infischiarsene del “politicamente corretto”: questa volta ci sembra doveroso partire da questa premessa, perché, come vedremo successivamente, qualcuno potrebbe storcere il naso davanti ad alcune azioni che spesso si devono compiere per poter competere per la vittoria.
Ma non dilunghiamoci oltre, e iniziamo ad analizzare questo titolo da 1 a 5 giocatori, dai 14 anni in su, portato in Italia da GiochiX.
UNBOXING:
La scatola di Peak Oil: Profiteer è piacevolmente compatta: di formato rettangolare, ha misure simili ad alcuni classici “slim” della tradizione “german”, come ad esempio San Juan e Broom Service. Lo spazio interno non è organizzato, ma d’altra parte -tabellone principale a parte- è sufficiente una manciata di ziploc per stivare tutti i materiali in bell’ordine.
Il gioco consta infatti di:
- 5 carte azione, una carta riepilogo e 2 segnalini Perforazione per ciascuno dei 5 giocatori;
- un mazzo di 15 carte Ricatto, nei colori delle 3 fazioni presenti nel gioco;
- 9 gettoni leader (3 per ciascuna fazione);
- 5 cubetti Truppa per ciascuna delle 3 fazioni;
- 1 dado a 6 facce;
- 1 segnalino Corruzione (a forma di teschio…);
- 26 carte Contingenza, che sul dorso riportano le tabelle di spareggio;
- un tabellone principale con due diverse mappe (una per lato);
- un mucchio di soldi (viene descritto proprio così…) sotto forma di banconote di monopoliana memoria;
- 8 carte complicazione e 1 segnalino Reporter, da utilizzare solo nelle relative varianti di gioco.
La dotazione è di buona qualità e la scelta delle banconote, insieme ai segnalini di legno serigrafati e ai gettoni-fiches in plastica rigida, trasmette una piacevole sensazione tattile di solidità.
Le carte sono di misura standard, ma non telate, pertanto vi consigliamo di imbustare quantomeno le carte Contingenza e Ricatto, perché sono sicuramente quelle più sollecitate.
Il regolamento è sufficientemente sintetico e illustrato, con una pratica appendice di chiarimento delle carte in ultima pagina.
Il prezzo finale di vendita di Peak Oil: Profiteer ci sembra abbastanza adeguato al valore del gioco: certo è che con i gettoni di cartone, un paio di fustelle di monete e qualche “spartaneria” in più si sarebbe potuto ridurre almeno di un terzo.
PREPARAZIONE:
Ogni giocatore riceve le stesse 5 carte azione, una carta riassuntiva e 5 milioni di dollari (che d’ora in poi indicheremo semplicemente con il simbolo $), insieme a 2 segnalini Perforazione (con la sagoma di un pozzo petrolifero) e a un gettone leader pescato casualmente.
Al centro dell’area di gioco si collocano il tabellone, il dado, le rimanenti banconote e i gettoni leader non assegnati. Sul tabellone si posiziona il segnalino corruzione sul valore iniziale (in base alla difficoltà e alla durata della partita, potremo metterlo sul 93% oppure sul 95%). Dopodiché si coprono i relativi tracciati delle 3 fazioni in gioco con i 5 cubetti Truppa corrispondenti; l’ultimo di ciascuna riga viene poi spostato nella regione di partenza contraddistinta dal medesimo colore.
Si mescola il mazzetto delle carte Ricatto, si prepara il mazzo con le carte Contingenza come da regolamento (gli eventi vengono distribuiti casualmente in diversi punti del mazzo) e la partita può finalmente avere inizio: come avrete capito, il setup è piuttosto rapido e non richiede nemmeno un tavolo particolarmente spazioso.
SVOLGIMENTO:
Una partita di Peak Oil: Profiteer si articola in un numero variabile di round e termina al raggiungimento del valore di 100% lungo il tracciato della Corruzione: a quel punto, si giocherà un ultimissimo round e al termine di esso chi avrà accumulato più soldi verrà proclamato vincitore.
Ogni round inizia rivelando la carta in cima al mazzo Contingenza: se si tratta di un Evento, se ne risolvono gli effetti, si applicano gli eventuali cambiamenti alle regole per il round in corso (ad esempio, potrebbe venire invertito l’ordine di chiamata delle azioni, che vedremo successivamente) e si incrementa la Corruzione di un punto; se invece si tratta di un Consulente, questo rimane scoperto e può essere ingaggiato dai giocatori.
Superato questo passaggio iniziale, tutti i giocatori contemporaneamente scelgono una delle 5 carte che hanno in mano e mettono la carta coperta sul tavolo: in questo modo, tutti scelgono la propria azione per il turno in corso e la rivelano solo nel momento della chiamata. Se più giocatori dovessero aver scelto la medesima azione, l’ordine tra loro verrà stabilito dal dorso della carta in cima al mazzo Contingenza.
A questo punto, prima di procedere con la chiamata delle azioni, ogni giocatore può:
- Ricattare: rivela una carta Ricatto dalla propria mano e prende il leader corrispondente; l’azione può essere bloccata da chi ha il controllo dello stesso leader in quel momento, scartando la medesima carta Ricatto.
- Attivare un leader Religioso: si scarta il gettone che si possiede e si sostituisce con uno a scelta tra il leader Militare oppure Politico della stessa fazione, anche se è sotto il controllo di un altro giocatore; questa azione non può essere bloccata in nessun modo.
Conclusa questa fase, si chiamano, si rivelano e si eseguono tutte e cinque le azioni, una alla volta, in preciso ordine prestabilito:
- Networking (selezionabile solo se si controllano al massimo 3 leader): si pesca una carta Ricatto (se ne possono tenere in mano fino a 3), dopodiché si può corrompere un leader a scelta, pagando in funzione dei cubetti Truppa sul tracciato della sua fazione (c’è un’apposita tabella sul tabellone che permette di capire in un baleno l’importo); se il leader è già controllato da un altro giocatore, bisogna pagare la stessa cifra anche a quest’ultimo.
- Vendita di armi: si sceglie la fazione a cui vendere (e di cui bisogna controllare almeno un leader) e si ottiene denaro in funzione del “solito” tracciato della sua fazione (anche qua c’è l’apposita tabella che ci viene in aiuto); dopodiché si prende un cubetto Truppa dal tracciato, lo si colloca in una regione già controllata da quella fazione e infine si lancia il dado per determinare dove si muoverà la truppa. Se la regione di destinazione è controllata da un’altra fazione, si innesca un conflitto ed entrambe le truppe vengono rimosse e riposizionate sui rispettivi tracciati.
- Acquisto diritti di perforazione: l’azione può essere svolta solo in una regione che presenti il simbolo del pozzo petrolifero e che sia governata da una fazione di cui il giocatore deve controllare almeno un leader; anche in questo caso, si paga in funzione del tracciato fazione (a meno che non si controlli il leader Politico, nel qual caso il diritto diventa gratuito) e poi si piazza uno dei propri indicatori Perforazione in quella regione. E’ possibile riscattare il diritto di un altro giocatore, qualora questo non abbia più il controllo di alcun leader della fazione al potere.
- Vendita petrolio: possedendo un diritto di perforazione, si può scegliere un porto ad esso collegato mediante le condutture disegnate sulla mappa e procedere con la vendita del petrolio estratto. Questo viene pagato 15 $ se una o entrambe le regioni coinvolte non sono governate da nessuno; altrimenti si ricorre alla solita tabella, guardando il tracciato della fazione che controlla il porto. Inoltre, dopo aver rimosso il segnalino Perforazione, il venditore dovrà girare 10 $ del ricavato al giocatore che controlla il leader Militare di quella stessa fazione.
- Contingenza: a seconda della carta disponibile, si può ingaggiare un Consulente (che garantirà un effetto speciale fino alla fine della partita) oppure utilizzare un Evento; nel caso in cui più giocatori scelgano questa azione nello stesso round, si scorre progressivamente la pila degli scarti del mazzo Contingenza. Se per qualsiasi motivo non fosse possibile eseguire una delle azioni precedenti, il giocatore potrà cambiare e utilizzare questa sola azione.
In Peak Oil: Profiteer è inclusa la modalità solitario, con 5 bot di livello differente in funzione del colore (il verde è il più facile, mentre quello viola è praticamente impossibile). Il funzionamento del gioco è pressoché identico, anche se non vengono utilizzate le carte Evento, non si gira alcuna carta all’inizio del round e, quindi, la Corruzione aumenta soltanto in seguito ad alcune azioni e alle vendite di petrolio del bot. Va da sé che l’azione Contingenza consentirà di reclutare solo il Consulente in cima al mazzo, oppure di scartarlo e prendere 5 $. Al termine della partita, si confronta il denaro accumulato con un’apposita tabella presente sul regolamento e si determina quanto bene (o quanto male) si è giocato.
DURATA:
Sulla scatola di Peak Oil: Profiteer viene riportata una durata variabile che va dai 30 ai 60 minuti. C’è indubbiamente una certa proporzionalità legata al numero dei giocatori seduti al tavolo, ma anche una coppia che conosce già il gioco e non è particolarmente propensa all’analisi difficilmente terminerà in meno di quaranta minuti; mentre in 5, soprattutto se “pensatori”, non si chiuderà mai la partita in meno di un’ora e mezza.
Non dimenticate che la spiegazione iniziale, per quanto schematica, richiede comunque un quarto d’ora, perché tra 3 diversi leader e 5 azioni diverse bisogna prendersi il giusto tempo per essere chiari.
Il singolo turno di gioco risulta comunque abbastanza scorrevole e, al di là della fase iniziale di scelta della carta che poi determinerà l’azione del giocatore, non soffre particolarmente della cosiddetta “paralisi da analisi” e i tempi morti sono sempre trascurabili.
AMBIENTAZIONE:
A partire dalle sagome delle diverse nazioni riportate sul tabellone di gioco, risulta abbastanza chiaro in quale porzione del globo terracqueo sia ambientato Peak Oil: Profiteer. Rimanendo nel campo dei materiali, anche le banconote riportano tagli spropositatamente elevati (si va da un milione a 50 milioni di dollari), su cui campeggiano pozzi petroliferi, leader barbuti ma soprattutto… gnu!
Al di là delle suggestioni e del “flavour”, sono però le dinamiche stesse che vengono a crearsi all’interno di ogni partita, tra leader che cambiano alleanze come camicie, capi religiosi che possono sostituirsi repentinamente a quelli politici (e non solo), e vendite di armi come se fossero brustoline, che suggeriscono di trovarci in un paese povero e corrotto del continente africano (ma gli autori si guardano bene dall’esplicitare questo aspetto geopolitico).
Peak Oil: Profiteer risulta quindi decisamente coerente con il tema trattato, ma è proprio il ruolo attivo di ciascun giocatore che potrebbe far storcere il naso ai più sensibili e politicamente corretti: l’etica non è certamente di questo tavolo, e bisogna farsi ben pochi scrupoli se si vuole vincere, senza lesinare sui colpi bassi e sui comportamenti immorali o amorali.
Chiarito questo aspetto, crediamo che con la giusta ironia e quel pizzico di competitività “sana ma cattiva” il gioco risulti piacevole da giocare e ben ambientato.
Nota a margine: sulla scatola è indicata un’età minima di 14 anni, ma ci trova piuttosto d’accordo il giudizio degli utenti di BoardGameGeek, che lo consigliano dai 18 anni in su.
CONSIDERAZIONI:
Peak Oil: Profiteer è un eurogame di peso medio, con un flusso di gioco piuttosto lineare per quanto articolato: l’importante -soprattutto per le primissime partite- è tenere sempre a portata di mano la carta riassuntiva che ognuno ha a disposizione.
In termini di meccaniche, in questo gioco troviamo un po’ di tutto: le azioni si scelgono mediante le carte, un po’ come in Xi’an, poi ci sono le maggioranze sulla plancia (che non riguardano direttamente i giocatori, ma le 3 fazioni sempre in gioco) e il controllo dei differenti leader, che ricorda -molto da lontano- un sistema azionario. Di sicuro, tutte queste diverse componenti sono accomunate da un filo rosso che spicca per tutta la partita: l’interazione tra i giocatori, che è soprattutto di tipo diretto (corrompo leader, riscatto diritti di estrazione, tasso i porti, scombino le fazioni al potere, ecc.) e risulta spesso molto cattiva (non è un caso che il regolamento preveda di convertire una qualsiasi azione in Contingenza, qualora ci si trovasse impossibilitati ad eseguirla).
Come in Vanuatu, bisogna talvolta far buon viso a cattivo gioco e cercare di ottenere il minimo indispensabile dalle proprie azioni, pur di non buttare via un round: questa non è una critica (anzi: chi scrive ha un vero e proprio debole per l’interazione elevata), ma piuttosto un monito per quelli che, invece, prediligono giochi più “tranquilli”, in cui si possono pianificare con calma le proprie mosse.
Peak Oil: Profiteer scala abbastanza bene, anche se l’esperienza di gioco dà il meglio di sé da 3 a 5 giocatori; il solitario è adatto per allenarsi, mentre in coppia il regolamento prevede di aggiungere all’occorrenza un bot. In 5 aumentano sia l’interazione, sia l’imprevedibilità, sia la durata della partita: tenetelo sempre presente, in funzione dei giocatori che si siedono al vostro tavolo.
Anche l’alea, per quanto contenuta, può farsi sentire sporadicamente: un lancio di dadi sfortunato può far confliggere due fazioni, riducendo poi il costo per la corruzione dei rispettivi leader e magari portando a un ribaltamento delle influenze in quella regione; oppure un Evento può ribaltare l’ordine delle azioni e sovvertire la strategia che il giocatore aveva impostato nel round precedente.
In termini di longevità, il gioco è sufficientemente vario (ricordiamo la doppia mappa) e imprevedibile, e inoltre il regolamento include un paio di varianti che danno “quel pizzico in più” che non guasta: c’è il Reporter impiccione che può inibire le abilità speciali di un singolo leader; c’è un mini-mazzo di carte Complicazione che possono essere aggiunte a quello Contingenza per aumentare l’imprevedibilità dei round; c’è la modalità Cacciatori di teste, che durante l’azione Contingenza vi consente di scorrere i Consulenti tra gli scarti del mazzo al prezzo di 1$.
A questo punto, crediamo di avervi fornito tutti gli elementi necessari e sufficienti per comprendere se Peak Oil: Profiteer possa fare al caso vostro; e ricordate sempre che alla fine si tratta pur sempre di un gioco.
Polemiche a parte, non sarà sicuramente la sostituzione delle pedine marroni di Puerto Rico o delle carte schiavo di Five Tribes a rendere questo mondo un posto migliore, mentre sensibilizzare i giocatori su temi anche controversi può altrettanto certamente aiutarli a interrogarsi, a informarsi e a crescere.
POSOLOGIA:
La somministrazione di Peak Oil: Profiteer è possibile tanto nei soggetti che hanno già assunto altri giochi da tavolo in passato, quanto nei semi-neofiti alle prime dosi, perché i suoi principi attivi sono facilmente metabolizzabili da tutti, soprattutto se coadiuvati dalla supervisione di un giocatore più esperto.
Si tratta comunque di un titolo essenzialmente a base di carte, pertanto l’assunzione può avvenire in tempi relativamente rapidi, anche se l’intera seduta può durare quasi un paio d’ore.
Il gioco ha una contenuta dipendenza linguistica, ma richiede buona concentrazione, capacità di pianificazione strategica e, soprattutto, tratta un tema delicato senza criticarlo esplicitamente: non è pertanto consigliabile l’uso pediatrico, specialmente in soggetti di età inferiore ai 14 anni.
SOTTOFONDO MUSICALE:
Il brano “Territory” dei Sepultura.
Si ringrazia GiochiX per aver reso disponibile la copia di valutazione del gioco.
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