DECKSCAPE – FURTO A VENEZIA IN SINTESI
Pro: l’introduzione dei ruoli dei giocatori è una bella novità in questo tipo di giochi.
Contro: la storia, seppure supportata da una trama intrigante, ci è sembrata un po’ troppo semplice e guidata.
Consigliato a: tutti gli amanti delle escape room, anche se da tavolo e a tutti quelli che vogliono spremersi il cervello per 60/90’ in compagnia.
Realizzazione | |
Giocabilità | |
Divertimento | |
Longevità | |
Prezzo |
Idoneità al solitario:
bassa
Incidenza della fortuna:
assente
Idoneità ai Neofiti:
buona
Autore:
M. Chiacchiera, S. Sorrentino
Grafica ed illustrazioni:
Alberto Bontempi
Anno:
2018
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Deckscape 3 – Furto a Venezia. Non è il titolo di un film ma di ciò che potremmo definire il fenomeno del momento, se non fosse che il momento sta durando ormai da anni.
Stiamo parlando delle Escape Room, ovvero, nelle loro versione originale “Live”, stanze -ma anche interi appartamenti o palazzi- dalle quali un gruppo di persone cerca di “scappare” risolvendo enigmi di ogni tipo.
Da ormai un paio di anni le Escape Room sono entrate nelle scatole dei nostri giochi da tavolo in modo prepotente (vendono tanto) ed autorevole (vedi i premi vinti da alcuni di questi giochi). Oggi vi parliamo di “Deckscape – Furto a Venezia”, terzo capitolo della serie presentato a Modena durante il Play di Modena, edizione 2018.
Proviamo a parlarne ma, ve lo assicuriamo, assolutamente senza spoiler!
Unboxing di “Deckscape – Furto a Venezia“
Come anticipato, rispetto ad altre Escape da Tavolo (Unlock, Exit.. ), la serie Deckscape, edita in Italia da DV Giochi, risulta quella dalle dimensioni più contenute. La scatola formato pocket da 9,5×12,5 cm, contiene un solo mazzo di carte e garantisce circa 1 ora (se sarete bravi) o più di divertimento.
Aprite la scatola, prendete il mazzo di carte dal verso giusto (se sbagliate verso è facile accorgersene: una carta vi dice che dovete girare il mazzo!) e seguite le istruzioni sulla prima carta, che vi porteranno alla seconda… La dinamica di “Deckscape – Furto a Venezia” resta quindi la stessa dei predecessori: solo 60 carte da girare una dopo l’altra, seguendo le istruzioni e risolvendo gli enigmi proposti su di esse.
Non presenti nella scatola, ma comunque necessari:,
- 1 cronometro (il vostro smartphone da 700 euro a qualcosa servirà pure …);
- 1 blocco di carta;
- 1 penna;
- e… cervelli qb!
Il gioco
Per chi non avesse mai giocato nessun capitolo precedente, ricordiamo che, a differenza delle altre tipologie di escape room da tavolo, Deckscape presenta 2 peculiarità:
- non sono presenti elementi aggiuntivi oltre alle carte per risolvere gli enigmi (ci riferiamo ad esempio al “disco” di Exit o all’App di Unlock);
- non c’è possibilità di tentare più di una volta la risoluzione di un enigma: ogni rompicapo ha la sua soluzione sul retro della carta e una volta scelta la nostra risposta, non resterà che girarla per avere la soluzione e proseguire nel cammino (segnando, in caso di risposta sbagliata, un errore che ci costerà penalità in tempo al termine dell’avventura).
Veniamo a questo nuovo capitolo della serie: dopo avere testato le nostre abilità in un laboratorio misterioso per “L’ora del test” e averci affidato “Il destino di Londra”, eccoci a Venezia per tentare di realizzare il furto del secolo.
Ma questa volta non sarà per niente facile: un tempo siete stati la crème de la crème delle “mani di velluto”, ma ora siete solo un ladro in pensione.
[
Pausa. Permetteteci a questo punto un omaggio al grande Totò:
https://www.youtube.com/watch?v=0frJB-j1eL4
]
Siete obbligati a riunire il vecchio gruppo da una misteriosa lettera ricevuta all’improvviso e a cui non potete dire di no.
L’ultima cosa che possiamo dirvi qui è che la posta in palio sarà niente meno che un chip da 1 miliardo di euro. Tutto il resto è… spoiler! E quindi ci fermiamo.
Possiamo però parlarvi di cosa cambia in questo nuovo capitolo rispetto ai precedenti. Un’idea che abbiamo trovato davvero innovativa, nuova anche rispetto alle altre board-escape-room, è l’integrazione dei ruoli: per la prima volta anche nella serie Deckscape, in Furto a Venezia NON vi troverete ad affrontare gli enigmi in “prima persona”, ma la storia vi porterà ad usare l’identità, ma soprattutto le abilità, di 6 personaggi.
Se giocate in meno di 6, vi troverete a suddividerli tra i giocatori, visto che saranno tutti indispensabili per risolvere enigmi in una o più fasi della missione.
La cosa interessante è che tutte le abilità sono conosciute solo dal giocatore che “interpreta” il personaggio e non dagli altri, quasi a rappresentare un qualcosa che si scoprirà solo nel momento critico in cui un enigma sembra irrisolvibile e si deve per forza tirare fuori il meglio di ognuno.
Se vogliamo trovare un lato meno positivo della medaglia, forse gli enigmi questa volta ci sono sembrati un po’ troppo “guidati”, quasi fosse un tutorial. Questo porta a spegnere un po’ le potenzialità delle abilità “asimmetriche” dei ruoli introdotti.
Però, ognuno vive questo tipo di gioco a suo modo, quindi vi consigliamo di provarci con il gruppo giusto di amici perché anche questa volta il gioco è “one shot” e non potrà essere rigiocato, visto che al termine dell’avventura, volenti o nolenti, conoscerete le soluzioni di tutti gli enigmi.
Si ringrazia DV Giochi per aver reso disponibile la copia di valutazione del gioco.
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