SINTESI
Pro: Ripropone la formula torneistica “autobattler” di Challengers inserendo diversi elementi che, pur alzando leggermente il target, risultano ben amalgamati tra loro e forniscono più varietà e più scelte al giocatore.
Contro: Pesca di token e carte, unita al lancio di dadi. Se mal digerite un’alea molto elevata, nonostante la durata non troppo elevata, state alla larga da questo gioco. Va giocato in 4 o in 6 partecipanti.
Consigliato a: Appassionati di tematiche sportive e di tornei.
Realizzazione | |
Giocabilità | |
Divertimento | |
Longevità | |
Prezzo |
Idoneità al solitario:
bassa
Incidenza della fortuna:
elevata
Idoneità ai Neofiti:
buona
Autore:
Gabriele Bubola, Simone Luciani
Grafica ed illustrazioni:
Alessandro Costa
Anno:
2024
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Golden Cup è un titolo prodotto e sviluppato da Cranio Creations, e lanciato sul mercato in concomitanza con l’ultima edizione di Lucca Comics and Games. Durante il Play 2024 il gioco fu rivelato al grande pubblico, anche se in forma prototipale, come facente parte del genere “autobattler” proposto per la prima volta da Challengers (recensito nella versione Beach Cup), ma proponendosi di rielaborarne la struttura aggiungendo qualcosa di nuovo. Golden Cup è un titolo competitivo per giocatori occasionali, da 2 a 6 partecipanti, dalla durata indicativa di 60 minuti a partita ed incentrato principalmente sul pool building.
COME SI GIOCA A GOLDEN CUP
Il gioco è strutturato secondo una formula torneistica che prevede scontri incrociati tra i partecipanti, seguendo una sequenza definita a inizio partita. Ogni giocatore riceverà punti fama in base al risultato e, al termine del sesto (ed ultimo) round di gioco, i due sfidanti con più punti parteciperanno alla finalissima, la quale decreterà il vincitore della partita.

La situazione iniziale del giocatore verde: i campioni di partenza sono prestampati sulla plancia. In basso a sinistra troviamo i gettoni di partenza, mentre sulla destra le tessere stadio e scout al livello bronzo (il livello base, seguito da argento ed oro), 4 soldi sul tracciato finanze e la tessera abbinamento dipendente dal numero di sfidanti. A tutto ciò si aggiungono 3 carte bronzo e un obiettivo personale segreto.
Ogni round di Golden Cup è composto da 3 fasi:
- Inizio Round: nella quale ogni giocatore può scartare carte dalla propria mano per poi ripristinarla fino a 3 (pescando dal mazzo indicato dal proprio livello di scout).
- Campagna Acquisti: ogni giocatore ottiene soldi in base alla propria tessera stadio e ad eventuali segnalini sponsor, e simultaneamente li spende per:
- scartare e pescare nuove carte e/o migliorare i propri gettoni (1 soldo)
- aggiungere nuovi gettoni alla propria riserve (2 soldi), nello specifico un attacco di valore 1 o un difesa di valore 2.
- migliorare la tessera scout o stadio e/o giocare una carta campione (3 soldi).

Alcune carte campione. I campioni possono avere effetti immediati, da attivare nel momento in cui la carta viene giocata, effetti triggerati dal tiro di dado, effetti continui e ulteriori modi per fare punti a fine partita.
- Sfida: la tessera abbinamento indica gli sfidanti per ogni campo in base al round in corso, ed ogni incontro può svolgersi contemporaneamente agli altri. I partecipanti alla sfida inseriscono tutti i loro gettoni nel sacchetto associato al campo, insieme a 4 gettoni stallo, e riorganizzano la plancia scegliendo i campioni per 4 slot disponibili. La sfida viene risolta in automatico, estraendo un gettone alla volta, e termina quando viene coperto il numero indicativo del round in corso.

I gettoni stallo non fanno accadere nulla, così come le difese. Un attacco invece attiva tutte le difese avversarie ancora scoperte, coprendole: se l’attacco supera la somma delle difese, l’attaccante tira un dado per provare a segnare un punto e deve ottenere uno dei risultati visibili sullo slot del campione pari alla differenza tra attacco e difesa (una differenza di 1 attiva il primo campione a sinistra e così via).
I giocatori ottengono due punti a testa in caso di pareggio, mentre l’eventuale vincitore ottiene i punti indicati sulla tessera scout e ulteriori punti in base al risultato della gara. A quel punto il sacchetto viene svuotato e i gettoni tornano sulle rispettive plance.
Come già anticipato, al termine del sesto round ogni giocatore calcola il proprio totale di punti aggiungendo, a quelli già in possesso, i punti dati da eventuali effetti dei campioni giocati, dal tracciato delle finanze e dalla carta tifosi (obiettivo personale). La sfida finale viene disputata dai due giocatori con più punti esattamente come ogni altra sfida: il vincitore è il campione della Golden Cup, e in caso di pareggio si passa per una sequenza di rigori, simulati con i soliti tiri di dado da abbinare al campione che calcia, partendo da quello più a destra, atti a determinare il vincitore della partita.
MATERIALI ED ERGONOMIA
Le prime cose che saltano all’occhio sono quella specie di “coppa tremaghi” in copertina e i campi con gli anelli che ricordano molto il quidditch di Harry Potter, ma le somiglianze finiscono qui. Il setting fantasy è abbastanza generico ed è ben rappresentato dalle ottime illustrazioni, soprattutto per quanto riguarda le carte. I componenti sono generalmente di buona fattura, le icone sono molto chiare e non richiedono di visionare continuamente la scheda di riferimento in fondo al regolamento. L’unico appunto che vogliamo fare riguarda l’ergonomia durante la sfida: il sacchetto è risultato un po’ troppo piccolo, anche per mani non eccessivamente grandi, e questo potrebbe inserire del leggero downtime all’interno del round. Il regolamento è scritto bene, con i giusti esempi ma senza risultare prolisso, e le semplici regole non lasciano dubbi fin dalla prima lettura (è comunque presente un ottimo reminder per le opzioni durante il turno e per il conteggio di fine partita).
CONSIDERAZIONI
Le somiglianze con Challengers si fermano all’idea di costruire un pool di elementi per cercare di indirizzare il più possibile il risultato della sfida, che invece è svolta con una risoluzione automatica. In Golden Cup però, il giocatore non accumula carte in un mazzo da mescolare, bensì ottiene segnalini che finiranno in un’unica bag mescolati a quelli del suo avversario. Dal momento che la sfida non termina per K.O. come su Challengers, ma la durata viene dettata dal numero del round in corso, non è detto che i token su cui abbiamo puntato escano tutti. Questo livello di casualità, unito al draft delle carte dal mazzo e al tiro di dadi per segnare i punti deve essere ben tenuto in considerazione da chi mal tollera molta alea nei giochi da tavolo.
Non stiamo parlando, tuttavia, di un gioco completamente casuale, anche perché gli aspetti che più ci hanno convinto di questo titolo sono la varietà di scelte fornite ai giocatori e gli accorgimenti di design e di sviluppo che si svelano man mano: estremizzare la raccolta di gettoni attacco o difesa, sviluppare lo scout in fretta per accaparrarsi più velocemente giocatori migliori, e gestire un flusso ottimale di entrate tra stadio e sponsor sono soltanto alcuni dei modi per approcciarsi a Golden Cup. Se pensiamo anche al fatto che il tempo per costruire una squadra che possa vincere il torneo non è tantissimo e che bisogna dare il massimo con ciò che si ha a disposizione, diventa fondamentale la capacità tattica dei giocatori e la loro adattabilità: se infatti l’obiettivo iniziale fornisce un indirizzo strategico di base, le decisioni principali sono veicolate dalle carte che otteniamo durante la partita. Golden Cup, pur mantenendosi su una pesantezza “medio leggera”, garantisce dunque una buona longevità.

Situazione finale dopo una partita al quarto round.
Dal punto di vista tematico, teniamo le redini di una società sportiva fantasy che deve vincere il trofeo che tutti desiderano, la Golden Cup appunto. L’introduzione al regolamento sembra presagire una tematizzazione abbastanza generica, ma Golden Cup riesce ad ambientare abbastanza bene le sue meccaniche e fa scaturire delle dinamiche che si sposano bene con una competizione sportiva: uno scout esperto riesce a scovare giocatori che possono fare la differenza, gli schemi e la tattica migliorano le prestazioni della squadra, investire sullo stadio genera più introiti sul lungo periodo, e la tensione positiva che ci crea al tavolo nell’estrazione dei token rimanda un po’ ad una “finale internazionale”.
Come per Challengers, la nota dolente è la scalabilità. Con un numero dispari di giocatori e nel solitario esiste un automa per il quale vengono pescati da una pool un certo numero di gettoni che esso guadagnerà durante la partita. Inoltre, al momento di tirare i dadi, l’automa utilizza la plancia del giocatore che sta sfidando, in modo che quanto più una squadra è forte, tanto più sarà difficile sconfiggere l’automa stesso. Tuttavia, per quanto esso sia semplice da gestire, non sostituisce benissimo un giocatore umano e, per la competizione e l’atmosfera al tavolo che vuole creare, Golden Cup necessita del maggior numero possibile di partecipanti (4 o 6). In 2 giocatori funziona, ma non la riteniamo la configurazione migliore.
CONCLUSIONE
Golden Cup è un gioco che pone alcuni requisiti al gruppo che vuole apprezzarlo a pieno: la maggior parte dei partecipanti alle vostre partite apprezzerà sicuramente gli ottimi spunti meccanici, ma se fate sedere al vostro tavolo giocatori appassionati di sport che barattano volentieri parte della controllabilità con il divertimento, l’esperienza sarà sicuramente molto più interessante: nelle nostre partite, infatti, non sono mancate le telecronache dei match e il tifo quasi “da stadio” nell’attesa di quell’ultimo token in grado di decretare un pareggio o una vittoria.

La scatola del gioco.
Si ringrazia Cranio Creations per aver reso disponibile una copia di valutazione del gioco.
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