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Blood Bowl, è un dei giochi “icona” di fine anni 80 e inizi anni 90.
Su un campo di polistirolo, miniature di plastica o di piombo davano vita ad epiche partite di un football americano molto particolare.
A sfidarsi erano le razze fantasy più tradizionali. I tornei si susseguivano fra sfide di nani contro orchi, di umani contro skaven e a brillare erano “star player” come troll, alberi viventi, minotauri etc etc etc
I più ortodossi amanti del fantasy hanno sempre guardato con molta diffidenza al look “fantasy-yankee-sportivo-post moderno”, marchio di fabbrica del vecchio editore (Games Workshop). Il gioco ebbe comunque un grande successo dovuto sia alla qualità delle miniature sia grazie ad un regolamento che combinava semplicità di gioco a grande differenziazione delle varie “squadre-razze”.
Uno dei giochi più attesi dalla comunità nel secondo semestre 2011 era la versione di questa ambientazione rivista e corretta secondo i canoni di di modernità dei giorni nostri, proposto dalla “Fantasy Flight Games”.
Il campo in polistirolo e le miniature sono stati sostituiti da decine, centinaia, di carte di ogni tipo. I dadi, seppur non di tipo tradizionale, invece rimangono il motore per determinare gli esiti dei “tackle” fra giocatori ma viene abbandonata la simulazione delle singole partite sostituita dalla gestione estremamente astratta di un periodo della stagione denso di appuntamenti agonistici di due tipi: singoli match e tornei.
Il meccanismo di gioco è identico in entrambe le tipologie di competizioni ma i match si svolgono fra solo 2 diverse squadre mentre tutti i manager possono partecipare contemporaneamente allo stesso torneo permettendo loro di dar vita ad un “tutti contro tutti” caotico e divertente.
A differenza del gioco a cui si ispira, vincere le partite/tornei non è il fine del gioco ma il mezzo con cui raggiungere i propri obiettivi.
Scegliere a quale partita/torneo partecipare (e quale cercare di vincere a tutti i costi) è importante per cercare di ottenere i premi più ambiti in un giusto mix tra l’incremento dei fans della squadra e i potenziamenti per i turni successivi.
Ogni giocatore gestisce, come ai bei tempi, una razza. I mazzi di carte d ogni razza rappresentano non tanto singoli giocatori ma “tipi di giocatori” che possono essere divisi in ladri/portatori di palla, giocatori di mischia propensi alla distruzione sistematica degli avversari e delle “guardie”, i protettori dei propri campioni.
A questi si aggiungono, turno dopo turno, gli “star player” cioè giocatori dalle caratteristiche straordinarie comunque riconducibili alle tipologie descritte.
Ad ogni turno di gioco ogni giocatore e’ impegnato mediamente in 2/3 partite (o tornei) i cui spenderà 6 “carte giocatori” alternando ogni singola fase con tutti gli altri manager.
Alla fine del turno, per ogni partita/torneo viene decretato un vincitore. il possesso di palla e il “valore” di ciascun giocatore sopravvissuto all’epica sfida, determinano i punteggi di ciascuna squadra. Ovviamente, salvo eccezioni, i giocatori integri e non atterrati apportano contributi molto maggiore di punti. Ecco perchè i tackle truculenti sugli avversari sono uno degli ingredienti principali di tutti i match .
Nessun risultato e’ scontato ed essere l’ultimo giocatore impegnato in un match non permette semplici calcoli per aggiudicarsi il confronto.
Molte razze fanno ampio uso di trucchi ed imbrogli che vengono svelati soltanto poco prima di determinare l’esito dei match. Se il tentativo di imbroglio viene scoperto, scatterà la squalifica del giocatore che l’ha tentata, ma spesso barare permette di sovvertire a proprio favore l’esito di un match che pareva ampiamente perso: This is “Blood Bowl”!!
Il gioco conserva i tratti fondamentali dell’antenato: le razze hanno strategie tra loro differenti.
Cosi i nani baseranno le loro strategie sul sistematico atterramento degli avversari, gli elfi sul possesso palla e la sua difesa gli orchi sui trucchi e gli imbrogli, naturalmente conditi da tanta cattiveria…….
Ovviamente avere una squadra molto forte aiuta a vincere partite e rende più facile ingrossare il proprio fans club, ma concentrarsi esclusivamente all’ingaggio di star player, delle tattiche di squadra o dei miglioramenti generici significa perdere di vista il vero obiettivo del gioco.
Infatti a vincere il gioco sarà il manager che a fine stagione avrà il fans club più numeroso.
Per quanto sia possibile affrontarsi anche soltanto fra 2 contendenti, il gioco sembra dare il meglio di se con 4 manager. Anche con il numero ideale di giocatori però qualche zona d’ombra nel gioco rimane. Visto l’impeto con cui ogni squadra di turno in turno incrementa la propria forza, la durata limitata del gioco non permette tempi di recupero a chi inizia col piede sbagliato. Insomma sbagliare il primo round spesso costringe il giocatore ad un ruolo da comprimario per tutto il proseguo del gioco.
Bottom line
Bel gioco, semplice, non troppo costoso ma non perfetto. Il gioco ha un livello di difficoltà affrontabile anche dai più giovani ed e’ aperto a tante possibili espansioni che ne aumenterebbero la longevità.
I fans del vecchio gioco di miniature non rimarranno delusi. Il gioco ripropone le stesse atmosfere e la grafica delle carte rimane di altissimo livello e molto fedele all’originale.
Sono presenti molti degli ingredienti di game experience del vecchio boardgame, seppure in un contesto molto diverso.
Se vi piace il “sangue” dei tackle feroci del football americano fantasy e siete 4 amici non troppo proni alle alleanze preconfezionate, troverete in queste gioco tanto, tanto divertimento e solo qualche momento di noia.
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