Pro: E’ uno dei giochi più versatili mai realizzati, le illustrazioni sono stupende ed è alla portata di tutti, grandi e piccini, novellini ed esperti.
Contro: Dopo qualche partita, si avverte l’esigenza di un’espansione che allarghi le possibilità del mazzo di base.
Consigliato a: Tutti ma proprio tutti, ad eccezione delle persone con poca fantasia.
Realizzazione | |
Giocabilità | |
Divertimento | |
Longevità | |
Prezzo |
PREMESSA:
Dietro ogni grande amore c’è sempre una grande storia e la mia passione per Dixit (distribuito in Italia da Asterion Press) non fa eccezione. Il nostro primo incontro non è avvenuto nel solito negozio di fiducia, né tantomeno sulle pagine di un blog di settore: tutto è iniziato, invece, in un piccolo rifugio di montagna, ai piedi del ghiacciaio più grande d’Europa, il Vatnajökull in Islanda. Gli islandesi saranno avanti anni luce rispetto a noi italiani, ma ancora non hanno allestito delle mini-ludoteche all’interno dei loro rifugi; il merito va, invece, a un mio compagno di camerata, che aveva portato il gioco con sé nello zaino. Come sia riuscito a far stare Dixit nel suo bagaglio merita un discorso a parte, ma ci torneremo tra qualche riga. Vuoi per l’atmosfera piacevolmente cameratesca, vuoi per la location a dir poco unica, ci siamo ritrovati a passare l’intera serata in compagnia di Dixit, la creatura di Jean-Louis Roubira, illustrata dalla talentuosa Marie Cardouat – sì, è la stessa che ha curato i disegni del più recente Steam Park – e tutti ne abbiamo conservato un bellissimo ricordo. Il mio giudizio è stato, quindi, influenzato da questa esperienza positiva? Forse sì, ma solo in minima parte, perché in realtà Dixit è davvero un gioco notevole, come testimonia il suo successo commerciale.
PRECISAZIONI:
Chiusa questa doverosa premessa, prima di passare alla recensione vera e propria, voglio esaminare le differenze tra le tante versioni che potete trovare sul mercato. Dixit – e basta – è il gioco base, può essere utilizzato da 3 a 6 giocatori e presenta una plancia quadrata a tema bucolico e lo spazio necessario per ospitare un mazzo di carte; Dixit Odyssey è la seconda versione, che include un paio di nuove modalità di gioco e permette di coinvolgere fino a 12 giocatori, oltre a una plancia più piccola e a due vani vuoti per aggiungere eventuali espansioni – dettaglio apparentemente irrilevante, ma da non trascurare, come vedremo. Infine ci sono i vari Dixit 2, 3 e 4, che non sono altro che semplici mazzi aggiuntivi. Quasi dimenticavo: ci sarebbe anche il filler Dixit Jinx, che è la versione ridotta e semplificata del gioco, ma per i miei gusti è troppo ridotto e troppo semplificato e non può essere confrontato con i suoi “fratelli maggiori”.
UNBOXING:
Per la nostra recensione, abbiamo deciso di utilizzare Dixit Odyssey, che è la più completa e versatile delle versioni esistenti. Precisiamo subito che la scatola può sembrare leggermente sovradimensionata rispetto al suo contenuto, che alla fine si riduce a:
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il regolamento;
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un sacchettino con 12 coniglietti di legno colorati;
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una bustina di pioli di plastica di due colori diversi;
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un mazzo di 12 schede di cartone forate;
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una plancia segnapunti;
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il mazzo con le 84 carte: in questo caso le illustrazioni sono di Pierô, colorate dalla Cardouat.
Tutto è realizzato con ottimi materiali e la razionalizzazione degli spazi è notevole, soprattutto per chi ama imbustare le carte – in questo caso la protezione è caldamente consigliata, perché si tratta di carte non telate, che devono essere mescolate frequentemente e tenute in mano piuttosto a lungo.
A proposito, le carte – che rappresentano il cuore pulsante del gioco – meriterebbero un capitolo a parte. Non credo di avere mai visto un altro gioco con carte illustrate in modo così evocativo, ma soprattutto non credo di averne mai visto uno con un uso delle carte così originale. Le illustrazioni sono vere e proprio opere d’arte, piene di colori e dettagli suggestivi, e risulta particolarmente interessante la scelta di affidarsi a diversi disegnatori per i mazzi di espansione: in questo modo i registri stilistici sono molteplici, le sensazioni – e le parole – che evocano innumerevoli. Si tratta di disegni perlopiù onirici, al limite del metafisico, che svolgono egregiamente la funzione di macchie di Rorschach per il narratore di turno.
PREPARAZIONE E SVOLGIMENTO:
Iniziare una partita a Dixit è questione di un paio di minuti: apri la plancia, sistemi i coniglietti lungo il bordo inferiore della plancia numerata, consegni una scheda forata a ogni giocatore, mescoli le carte e ne distribuisci sei a testa. Un altro paio di minuti o poco più serve per spiegare il regolamento in modo esaustivo: i giocatori si alternano uno alla volta nel ruolo di narratore, scelgono una delle illustrazioni che hanno in mano, le danno un titolo – che può essere una singola parola, un proverbio, una citazione, oppure qualsiasi altra cosa passi per la mente – e tutti gli altri partecipanti scelgono a loro volta una carta dalla propria mano che possa rimandare a quel titolo. Le carte vengono giocate tutte contemporaneamente e rigorosamente coperte, quindi mescolate e, infine, mostrate e disposte per poter essere votate: già, perché tutti – tranne il narratore – devono provare a indovinare quale illustrazione ha ispirato il titolo.
La votazione avviene segretamente in modo molto semplice: ogni giocatore ha una scheda di cartone con 12 fori numerati; basta inserire il piolo in dotazione in uno di questi per indicare la scelta effettuata. A questo punto si tirano le somme e si assegnano i punti, ma attenzione, perché è qui il vero colpo di genio: il narratore non vince la mano nel modo più ovvio – facendo indovinare tutti, per esempio, o magari nessuno – ma solo nel caso in cui ci sia almeno uno che azzecca e uno che sbaglia. Non solo: i giocatori che hanno indovinato la carta del narratore guadagnano i suoi stessi punti – 3, per la precisione – mentre quelli che hanno calato delle carte così fuorvianti o “in tema” da meritare almeno un voto ottengono tanti punti quante sono le preferenze ricevute. Finita la mano, si fanno avanzare i coniglietti sulla plancia di un numero di caselle pari ai punti guadagnati in quel turno: il primo che arriva a 30 vince.
VARIAZIONI:
In buona sostanza, quello descritto sopra è il regolamento per così dire “tradizionale”, ma in Dixit Odyssey sono state aggiunte diverse varianti, per rendere il gioco ancora più divertente e versatile.
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La prima può essere utilizzata quando si gioca in 7 o più persone e prevede che ogni giocatore possa esprimere due voti per turno; chi rinuncia a questo privilegio e indovina comunque la carta del narratore riceve un punto aggiuntivo.
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La seconda variante prende il nome di “Party di Dixit” ed è utilizzabile con un numero minimo di 6 giocatori: in questo caso, il narratore decide il titolo ancora prima di guardare le carte che ha in mano, dopodiché si procede con la solita scelta delle illustrazioni più calzanti e la votazione finale, includendo in entrambe le fasi il narratore stesso, che a sua volta potrà esprimere un secondo voto – con un piolo di colore diverso – che andrà ad annullare tutti i voti ricevuti dalla carta da lui indicata; alla fine del turno, ogni giocatore passa il suo mazzo a chi siede alla sua sinistra e si ricomincia da capo. Questa modalità presenta di fatto tre pregi: innanzitutto offre un maggior coinvolgimento del narratore, poi elimina quel fastidioso “effetto coppia” – tra fidanzati, amici o parenti – che può manifestarsi nei gruppi numerosi e, infine, garantisce un avanzamento più omogeneo di tutti i partecipanti.
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L’ultima variante si chiama “Dixit a squadre” e può essere giocata da 3 o più coppie: i 2 membri di ogni squadra si sistemano uno di fronte all’altro e si confrontano in ogni fase del gioco come se fossero un unico giocatore, ma senza mai mostrare le carte, né fornendo indicazioni esplicite; alla fine, uno dei due dovrà giocare la carta, l’altro votare e i punti guadagnati verranno sommati. È evidente che in questa modalità sono le alchimie alla base delle squadre che fanno la differenza: quello stesso “effetto coppia” che nella variante precedente veniva quasi annullato, qui invece viene enfatizzato.
Tutto molto semplice, vero? Considerate che l’intero regolamento occupa appena due pagine, con tanto di esempi chiarificatori, quindi anche i più piccini potranno comprendere e partecipare senza grosse difficoltà: d’altra parte, l’età minima consigliata di 8 anni sembra più che accettabile.
DIXIT DA VIAGGIO:
Vi state ancora domandando come si possa trasportare Dixit all’interno di un semplice zaino, insieme a tutto il necessario per una vacanza piuttosto lunga e avventurosa? È presto detto: è sufficiente portare con sé il mazzo con le 84 carte illustrate, un taccuino e un paio di matite o di penne a sfera, dopodiché il gioco sarà perfettamente replicabile. Non si usa la plancia, ma un semplice foglio di carta per segnare i punti, mentre le votazioni avvengono segretamente, appuntandole su un “pizzino”. Se proprio volete aggiungere un tocco tecnologico, potete tranquillamente sostituire la carta con gli schermi dei vostri smartphone.
DURATA DI UNA PARTITA:
Sulla confezione viene indicata una durata media di 30 minuti: francamente non ho mai assistito a una partita così breve e, comunque, il tempo complessivo risulta fortemente influenzato dal numero di partecipanti. Solo 3 o 4 giocatori esperti possono chiudere una partita in mezz’ora, ma nel momento in cui si raggiungono e si superano i 6 giocatori bisogna mettere in conto almeno un’ora di gioco, perché quasi sempre c’è qualcuno che non ha mai visto prima Dixit. Non si tratta, quindi, di un vero e proprio filler, ma neppure di un cervellotico “cinghiale” da perderci l’intera serata, a meno che – in preda all’euforia – non decidiate di giocare più partite di seguito.
CONSIDERAZIONI:
Dixit è essenzialmente un gioco di carte, ma non presenta alcuna traccia di aleatorietà, anzi: dopo innumerevoli partite giocate, posso garantirvi che alla fine sono sempre le stesse persone che riescono a spuntarla sulla lunga distanza, quindi la sensibilità del singolo giocatore fa sicuramente la differenza. Risulta, quindi, più corretta l’etichetta di gioco di narrazione, anche se non mancano piccoli elementi strategici che solo i più navigati sapranno cogliere: per esempio, in dirittura d’arrivo, può diventare più vantaggioso far perdere il narratore, impedendone l’avanzamento, piuttosto che vincere insieme a lui e consentirgli di avvicinarsi troppo al traguardo; oppure si può giocare sporco, usando riferimenti che solo uno tra i partecipanti può cogliere. Certo è che il gioco dà il meglio di sé tra amici veri, anche se risulta altrettanto interessante come “rompighiaccio” per una simpatica serata tra conoscenti. La scalabilità è comunque eccellente: si va da 3 a 12 – o più – giocatori senza alcun problema e senza allungare a dismisura la durata della partita; basta solo un pizzico di fantasia e il divertimento è garantito, anche perché i tempi morti sono nulli e nessuno viene mai escluso. Manca in teoria l’interazione tra giocatori, ma alla fine, tra commenti, battute e considerazioni a posteriori, le partite si sviluppano in un costante chiacchiericcio.
[nwiforum]
DIFETTI:
Dixit è un gioco davvero ben fatto e ben sviluppato e, a mio avviso, non presenta alcuna pecca formale. Al massimo si può parlare di limiti, piuttosto che di difetti: dopo qualche partita – specialmente se si gioca sempre con lo stesso gruppo di persone – il mazzo iniziale potrebbe diventare un pochino ripetitivo e andare stretto al giocatore più esigente. È qui che diventano importanti (per non dire indispensabili) i mazzi di espansione, ovvero quei vari Dixit 2, 3 e 4 di cui vi ho parlato prima, e i due vani vuoti presenti all’interno della scatola di Dixit Odyssey: acquistando almeno un’espansione vi garantirete una buona longevità e una rigiocabilità quasi assoluta. Il secondo limite riguarda la profondità strategica: i giocatori “german” – e magari meno fantasiosi – potrebbero storcere il naso, perché Dixit non metterebbe sufficientemente alla prova le loro meningi.
POSOLOGIA:
Consigliato
L’assunzione di Dixit è consigliata lontano dai pasti, in gruppi preferibilmente numerosi e vivaci. Il coinvolgimento di bambini e babbani (leggi: neofiti) non presenta alcuna controindicazione, perché stimola l’attività celebrale. È consigliabile una pausa di almeno un paio di settimane tra le somministrazioni, altrimenti può svilupparsi una forma d’intolleranza verso il solo mazzo di base.
SOTTOFONDO SONORO:
“Playing the piano” di Ryuichi Sakamoto, o in alternativa “Eden Roc” di Ludovico Einaudi.
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