Pro: Adatto a grandi e piccini, esperti e neofiti, lettori e analfabeti; si spiega e si prepara in un minuto, ma non è affatto banale.
Contro: Il fattore aleatorio è abbastanza rilevante e alcune combo tra i personaggi possono spostare gli equilibri.
Consigliato a: Tutte le persone che hanno letto e amato il romanzo di Antoine de Saint-Exupéry.
Realizzazione | |
Giocabilità | |
Divertimento | |
Longevità | |
Prezzo |
PREMESSA:
Quando un libro riscuote particolare successo, può avere due diversi destini, che non sempre si escludono a vicenda: diventare un film, oppure un gioco da tavolo. In verità, ci sarebbe anche una terza possibilità, ovvero essere ristampato in versione paperback ed essere distribuito negli autogrill e nei supermercati: questa è di fatto (purtroppo) la massima onorificenza per uno scrittore, ma ai fini della nostra recensione non ci interessa in alcun modo. Proprio come i film, anche i giochi da tavolo tratti dai libri non sempre sono all’altezza delle aspettative e, così, non vi nascondiamo un certo scetticismo quando abbiamo visto per la prima volta la scatola de Il Piccolo Principe, titolo pubblicato in Italia da Asterion Press e sviluppato in occasione del 70° compleanno del bestseller di Antoine de Saint-Exupéry. Per fortuna, come avremo modo di vedere, l’impressione è stata smentita in toto dalla prova sul campo, che ci ha permesso di scoprire un bel filler di spessore.
UNBOXING:
Negli ultimi mesi, è divampata la discussione circa le dimensioni sproporzionate delle scatole di diversi giochi lanciati nel corso dell’ultimo anno: Il Piccolo Principe è indubbiamente una piacevole sorpresa, se vogliamo, perché la confezione offre il giusto spazio per ospitare in modo razionale l’intero contenuto e, a riprova di questa nostra tesi, vi facciamo notare il segnapunti stampato sul dorso della scatola. A proposito, il punteggio arriva fino a un valore massimo di 40, ma vi capiterà spesso di superare – e anche in modo ampio – questo limite, quindi risulta di scarsa utilità. Tornando al contenuto, all’interno della confezione troviamo:
- 5 segnalini in cartone di colori diversi;
- 80 tessere quadrate, suddivise in 4 tipologie differenti.
Nonostante l’evidente semplicità, i materiali sono di ottima qualità, perché il cartone ha uno spessore davvero sostanzioso e le stampe – che ricalcano le illustrazioni della prima edizione del libro, curate personalmente dall’autore – sono perfettamente leggibili. Alla fine, si trasporta più o meno come un libro hardcover e siamo certi che resisterà senza alcun problema all’usura e al tempo, senza dover imbustare nulla.
PREPARAZIONE E SVOLGIMENTO:
Una partita a Il Piccolo Principe si prepara in meno di un minuto: si estraggono i 4 mazzi con le diverse tipologie di terreni (centro del pianeta, bordo crescente, bordo calante e personaggi), si mescolano separatamente e, infine, si sistemano sul tavolo col dorso verso l’alto in altrettante pile ordinate, composte da un numero di tessere pari al quadruplo dei partecipanti.
A questo punto, il giocatore più giovane – secondo il regolamento – oppure quello che ha perso la partita precedente – secondo noi – sceglie una delle quattro pile e pesca un numero di tessere pari a quello dei giocatori e le sistema scoperte in ordine sparso. Tra queste, ne seleziona una, che va a comporre il suo pianeta personale, dopodiché indica il giocatore a cui vuole passare la mano. Il turno va avanti in questo modo, saltando di persona in persona, finché le carte scoperte non si esauriscono. Nel frattempo, dev’essere tenuto sotto stretto controllo il numero dei baobab “piantati”, perché quando si arriva a 3 le relative tessere devono essere immediatamente capovolte, nascondendo il contenuto. L’ultimo giocatore della mano diventa il primo di quella successiva e, nell’arco di una partita, dovranno essere giocate 4 mani per ciascun tipo di terreno disponibile, in modo tale che ogni partecipante possa comporre un pianeta di 16 elementi, con i relativi abitanti.
Conclusa la fase di composizione dell’asteroide, si passa al conteggio dei punti maturati: in base ai 4 personaggi sistemati agli angoli del pianeta (Vanitoso, Geografo, Astronomo, Re, Lampionaio, Cacciatore, Ubriacone, Uomo d’Affari, Giardiniere, Astronomo Turco e Piccolo Principe) ogni giocatore ottiene diversi bonus dalla presenza – o assenza – di determinati animali, oggetti o dalle combinazioni tra questi; al contrario, chi possiede più vulcani riceve una penalità di tanti punti quanti sono i coni sul suo pianeta. Per aiutarvi nel conteggio, potete usare i segnalini colorati che vanno spostati del numero corrispondente di caselle, lungo il tracciato sul dorso della confezione.
VARIAZIONI:
Esistono due varianti del gioco: la prima – che sconsigliamo, perché svilisce l’aspetto strategico del gioco, incrementando quello aleatorio e riducendo l’interazione – prevede che le carte con i personaggi vengano pescate coperte, disposte a faccia in giù e rivelate solo alla fine della partita, prima di procedere con il conteggio dei punti. Se giocate con bambini – dagli 8 anni in su – e/o babbani, può essere interessante, perché tende a livellare ulteriormente le abilità dei partecipanti; se, invece, giocate tra soli adulti e magari insieme a giocatori “german” (così vengono definiti i patiti degli “Euro Games“), evitatela nel modo più assoluto. La seconda variante è per soli 2 giocatori e prevede un’interessante differenza nella fase di pesca delle tessere: il giocatore di turno estrae dal mazzo 3 carte, le guarda in segreto e, infine, ne sistema due scoperte e una a faccia in giù sul tavolo. A questo punto, sta all’altro giocatore scegliere, mentre il primo dovrà selezionare la sua tessera tra le due rimanenti, e la terza viene scartata.
DURATA DI UNA PARTITA:
Una partita da 3 a 5 giocatori richiede circa mezz’ora nella variante “alla cieca”; almeno un quarto d’ora in più se si gioca in modo tradizionale, ovvero con i personaggi scoperti. La partita a 2, invece, dura decisamente meno: solitamente si conclude in una ventina di minuti, proprio come indicato sulla confezione. In sintesi, si tratta di un filler versatile, che conserva una durata piuttosto contenuta anche nei gruppi più “cervellotici” e non risente mai della tanto temuta paralisi analitica.
CONSIDERAZIONI:
Non sottovalutate questo gioco…
Vi consigliamo di non sottovalutare questo gioco, all’apparenza quasi banale: le regole sono poche e semplici, le componenti ridotte ai minimi termini e lo svolgimento abbastanza rapido; tuttavia nasconde una profondità strategica davvero inusuale, quantomeno per la sua categoria. Per esempio, è cruciale la tempistica nella scelta delle carte personaggio: se vengono girate troppo tardi, quando i pianeti si sono ormai delineati, si privilegia la casualità; al contrario, se vengono calate nei primi turni di gioco, la parte strategica riesce a prevalere.
Esistono, inoltre, alcune combinazioni sinergiche tra personaggi, che possono avvantaggiare o penalizzare chi le possiede, ma approfondiremo la questione più avanti. A rendere ancora più “pepato” il gioco, c’è il margine di rischio associato ad alcune tessere: i baobab possono essere molto vantaggiosi se si possiede il Giardiniere – che garantisce 7 punti per ogni albero – ma, se si esagera, ci si può ritrovare con un asteroide pressoché deserto; il Re può garantire ben 14 punti, ma solo a patto che venga piantata una rosa. Infine, come già detto, le differenze di età e di preparazione tra giocatori vengono livellate con eleganza e l’interazione rimane sempre alta, tant’è che spesso la designazione del giocatore successivo avviene collettivamente, dopo una rapida consultazione.
AMBIENTAZIONE:
Nonostante si tratti di un astratto puro con meccanica di draft (una versione particolare di “Chit Pull“, in cui i giocatori hanno possibilità di scelta), il gioco ha comunque una forte coerenza con le tematiche dell’omonimo libro da cui è stato tratto: ogni giocatore crea il suo asteroide con le proprie peculiarità e il turno passa di persona in persona, come un racconto della miglior tradizione orale. L’ambientazione risulta, quindi, molto sentita – complici anche le belle illustrazioni originali – e lo spirito di fondo del romanzo viene sempre rispettato. Può capitare che tra i giocatori uno si senta perseguitato dagli altri e, vedendosi penalizzato, inizi a remare contro tutto e tutti: all’apparenza, questa può sembrare una nota stonata, ma in realtà il libro è pieno di esempi di umanità negativa. L’importante è che ognuno alla fine della partita riesca a far tesoro dell’esperienza fatta e comprenda che l’isolamento non è mai la soluzione vincente.
DIFETTI:
Il Piccolo Principe è sostanzialmente un gioco di carte, quindi negare l’importanza del fattore aleatorio suonerebbe davvero poco credibile. Certo è che il sistema di draft, unitamente all’assegnazione non casuale dei turni di gioco, contribuisce – e non poco – a contenere questo aspetto, che per molti potrebbe apparire sgradevole. Il numero di tessere è tutto sommato ridotto e questo può inficiare la rigiocabilità, sia per la scarsa varietà delle stesse carte, sia per il numero non proprio esorbitante di strategie seguibili. A proposito, dopo diverse partite abbiamo individuato alcune “combo” di personaggi che garantiscono un buon vantaggio: su tutte, ricordiamo l’accoppiata Ubriacone + Giardiniere; le altre, invece, non ve le sveliamo, per non rovinarvi le prime partite. Ricordiamo, infine, il segnapunti sul dorso della scatola, che risulta inadeguato nella maggior parte delle partite, perché si ferma a soli 40 punti.
POSOLOGIA:
Il Piccolo Principe può essere prescritto sia per uso pediatrico, sia a individui adulti, purché non siano affetti da intolleranza verso il romanzo di Antoine de Saint-Exupéry.
Il gioco può essere assunto tanto in casa, preferibilmente dopo i pasti – visto che necessita del giusto spazio per sistemare i pianeti – quanto all’aperto, a patto che sia disponibile una superficie piana che faccia le veci di un tavolo (il lettino in spiaggia andrà benissimo). Una sola somministrazione può generare astio in chi viene subito identificato come più forte: in questi casi, è consigliato aumentare il dosaggio per appianare ogni risentimento e sedare gli animi più accesi.
SOTTOFONDO SONORO:
L’album “The Lamb lies down on Broadway” dei Genesis.
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