SINTESI

Pro: Semplicissimo nelle regole, fluido nel flusso di gioco e appagante nell’incastro delle diverse gilde. Questo titolo rielabora in chiave moderna una ben rodata formula del passato.

Contro: La longevità è buona ma non eccelsa. La fortuna ha il suo peso (nonostante sia in parte mitigabile). Ambientazione non pervenuta.

Consigliato a: Chi vive a pane e 1vs1 di carte, ma più in generale a tutti eccetto i neofiti totali.

Valutazione Globale
Realizzazione
Giocabilità
Divertimento
Longevità
Prezzo

Idoneità al solitario:
assente

Incidenza della fortuna:
buona

Idoneità ai Neofiti:
buona

Autore:
C. Bortolini

Grafica ed illustrazioni:
M. Coimbra

Anno:
2022

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Riftforce è un titolo della 1 More Time Games finanziato tramite Kickstarter nel 2020 e portato in italiano da Playagame Edizioni in occasione di Play 2022.

Ci troviamo in un mondo dove una forza misteriosa ha evocato e scatenato potenti elementali causando ingenti danni, emergendo dalle profondità della terra. Alcuni evocatori si sono fatti avanti per controllare questa Riftforce (e i suoi elementali), organizzandosi in gilde atte a dominare le spaccature da cui essa fuoriesce, denominate Rift. Per poter prevalere sugli avversari più pericolosi, gli evocatori dovranno spesso ricorrere a delle alleanze temporanee tra loro: i giocatori assembleranno, ad ogni partita, un’alleanza tra 4 gilde di evocatori, al solo scopo di ottenere quanta più Riftforce possibile per prevalere sull’avversario.

Riftforce è un card game competitivo per soli 2 giocatori, dalla durata indicativa di 30 minuti a partita e con meccaniche di draft, gestione mano, poteri variabili e movimento su griglia.

COME SI GIOCA A RIFTFORCE

Viene rimossa una delle 10 carte evocatore e ogni giocatore ne riceve una casuale. Dopodiché si esegue un draft in modo tale che ogni partecipante disponga di 4 evocatori. Ogni evocatore è associato a 9 carte elementale (quattro di valore 5, tre di valore 6 e due di valore 7) e l’insieme delle carte delle  gilde scelte forma, per il giocatore, un unico mazzo di pesca personale. Si costruisce il campo di battaglia ponendo le 5 carte Rift (territorio) in una riga orizzontale tra i due giocatori e il secondo in ordine di turno pesca la prima carta elementale e la pone, dal suo lato, nel territorio centrale.

Una partita a Riftforce si svolge in un numero variabile di turni alternati nei quali ogni partecipante esegue una tra tre possibili azioni:

  • Schierare gli Elementali: Si giocano dalla mano fino a tre carte elementali della stessa gilda o con lo stesso valore numerico. Le carte si posizionano nel proprio lato del tavolo, tutte incolonnate nello stesso Rift o in tre territori adiacenti (obbligatoriamente uno in ognuno in questo caso).
  • Attivare gli Elementali: Scartando una carta, il giocatore di turno attiva fino a tre elementali con lo stesso numero o della stessa tipologia della carta scartata. L’attivazione di una carta corrisponde all’esecuzione del testo riportato sul relativo evocatore.
  • Dominio e Pesca: Si ottiene un punto vittoria per ogni territorio in cui solo noi abbiamo presenza tramite i nostri elementali, e poi si pescano carte dal proprio mazzo fino a tornare a 7 (valore che corrisponde anche alla mano di partenza). Non si può utilizzare questa azione se la nostra mano è già piena.

Ogni elementale ha un numero di punti vita pari al valore stampato sulla propria carta, e tramite le attivazioni appena citate si verificano, oltre ad effetti speciali, gli attacchi: un elementale infligge il proprio danno al primo nemico presente dall’altra parte del territorio in cui si trova. Ogni elementale dell’avversario da noi distrutto ci garantisce un punto vittoria.

L’elementale del Fuoco infligge 3 danni e quello del Fulmine 2. Scartando una carta di valore 5 posso attivarmi entrambi ed eliminare così l’elementale della Terra avversario (sul quale era già presente un danno).

La partita prosegue in questo modo fino a che un giocatore raggiunge i 12 punti: dopo che entrambi i partecipanti hanno giocato lo stesso numero di turni, vince chi ha più punti. In caso di parità, ognuno svolge un turno a testa finché il pareggio non viene risolto.

MATERIALI E AMBIENTAZIONE

La scatola è il classico formato quadrato standard per questa tipologia di giochi che, però, dovendo contenere un mazzo di carte e una manciata di segnalini per tenere traccia di danni e punti vittoria, risulta leggermente sovradimensionata. Le carte sono telate e le fustelle sono abbastanza robuste. Il regolamento è chiaro e ricco di esempi, nonché ben tradotto.

Buona anche l’ergonomia: il gioco occupa poco spazio sul tavolo e i segnalini danno sono fronte-retro con i valori 1 e 3 (gli elementali solitamente infliggono due danni). Tuttavia, questi ultimi sono forse un po’ piccoli.

Per quanto riguarda l’ambientazione riportata in apertura, ci troviamo a combattere a ridosso dei Rift per il controllo della Riftforce (i punti vittoria). Nonostante lo sforzo fatto dall’editore e le ottime illustrazioni di Miguel Coimbra, purtroppo il gioco risulta essenzialmente astratto. Durante la partita, infatti, ragioneremo molto presto soltanto su numeri e colori invece di sentirci evocatori che sfruttano una palla di fuoco o un fulmine elementale per combattere il proprio avversario.

LO SPAZIO DECISIONALE TRA EQUILIBRIO E COMBO

Mi conviene schierare o attaccare in questo turno? Meglio eliminare un elementale fastidioso subito o cercare di preparare il terreno per ripulire più Rift possibili in vista della prossima azione di dominio? Calando elementali dello stesso valore, sarò in grado di attivarli spesso? Meglio movimento, forza bruta o versatilità?

Se avete giocato almeno una partita a Riftforce, alcune di queste domande vi saranno familiari. Le regole non sono complicate, come abbiamo visto, ma questi pochi e semplici aspetti portano il giocatore a dover sciogliere parecchi nodi fin dal draft iniziale.

Una combo Cristallo e Ghiaccio può eliminare qualsiasi avversario, a tal punto che l’avversario potrebbe concentrarsi su altri Rift dato che quella coppia, una volta piazzata, non si muove. Meglio dunque optare per le Piante, che attirano i nemici verso di noi? E a quale dei due iniziali rinunciamo?

Azzeccare le combinazioni però non è sufficiente e serve equilibrio nella gestione della mano e del campo di battaglia. La scelta tra schieramento, attacco e dominio può essere decisiva nei punti nevralgici della partita: negare punti facili riempiendo Rift vuoti può essere una possibilità, ma vale davvero la pena di utilizzare quel 5 che serve per attivare gli elementali già in gioco? Le scelte   vanno ponderate attentamente, anche in base alle carte che devono ancora uscire dal mazzo.

Può essere interessante schierare subito una combinazione di tre carte di valore 7: essendo più resistenti delle altre ci danno tempo di organizzare le nostre file, ma avendo poche altre carte dello stesso valore, difficilmente riusciremo ad attivarle tutte insieme.

Non è detto che sia sempre conveniente calare i nostri elementali soltanto nel modo più “efficiente”. A volte anche un rush, a prima vista sub ottimale, può essere remunerativo: quel potenziale set di tre carte può essere conservato per uccidere velocemente anche solo un nemico, in modo da impedire una tripla attivazione avversaria o l’attacco combinato che stava preparando da un paio di turni.

PERCHÉ RIFTFORCE CI HA CONVINTO

Riftforce ha molte delle caratteristiche apprezzate in un competitivo leggero da 30 minuti per due giocatori: è portabile, interattivo, dinamico e con il giusto mix tra divertimento e strategia.

Le possibilità offerte dalle 3 azioni sono tante, ma la paralisi da analisi è comunque limitata dal fatto che tali azioni siano vincolate al numero e al tipo di carta. Questo vincolo mantiene, inoltre, il ritmo di gioco frenetico per quasi tutta la durata della partita (fanno eccezione i primissimi turni, dove avviene una necessaria “costruzione” del campo di battaglia).

Nonostante sia un gioco abbastanza leggero, vi sarete accorti di come Riftforce nasconda un buon livello di profondità a fronte di regole semplicissime: la gestione dei poteri e l’incastro delle azioni devono essere indirizzate da una strategia di base, ma bisogna essere tatticamente flessibili di turno in turno, soprattutto in risposta alle mosse avversarie.

Tutti gli elementali ci sono sembrati bilanciati, anche quelli che a prima vista sembrano meno interessanti. Un elementale dell’Aria, per esempio, si muove e fa un solo danno a 3 elementali diversi ma questo movimento continuo lo rende difficile da abbattere (si troverà sempre nelle ultime posizioni delle file) e ottimo da concatenare ad altri effetti.

Come anticipato in apertura, il titolo è consigliato praticamente a tutti. Forse ci vuole un po’ di attenzione a proporlo a chi si è affacciato da poco al gioco da tavolo moderno, per via di quanto ci siamo detti finora. Se come noi apprezzate titoli del calibro di Battle Line, Schotten Totten o Air, Land & Sea, ai quali Riftforce chiaramente si ispira, questo titolo è ancora più consigliato!

GLI “ELEMENTI” CHE POTREBBERO NON PIACERVI

Oltre al discorso ambientazione e alla forte interazione diretta (che è spesso insita in titoli di questo tipo, e si percepisce fin dalla lettura del regolamento), l’aspetto principale che potrebbe infastidire chi cerca il controllo totale sul gioco è sicuramente l’impatto dell’alea: trattandosi di un gioco di carte, la mano “piatta” può arrivare in qualsiasi momento e, nonostante si possano contare gli elementali che mancano all’appello, non è detto che escano nel momento in cui abbiamo più bisogno di loro.

Riftforce, inoltre, è un titolo che va approfondito con un certo numero di partite: può essere sicuramente apprezzato anche occasionalmente, ma è nella dedizione che si impara come sfruttare al meglio certi elementali e le loro combinazioni più efficaci e, soprattutto, come mettere i bastoni tra le ruote all’avversario fin dal draft iniziale: scoprire come alcuni elementali funzionino meglio se associati a certe gilde e cercare di impedire questi abbinamenti sia nel draft sia durante la partita è un aspetto che si padroneggia ed apprezza se non ci si ferma ad un assaggio del gioco.

Per quanto riguarda la longevità, Riftforce, sulla carta, si difende bene: quelle 210 possibili combinazioni sono certamente un suo punto di forza ma, dopo diverse partite, si percepisce una parziale ripetitività nelle dinamiche del titolo. Ogni giocatore sicuramente avrà dei pick preferiti al draft in base al proprio stile di gioco e alle scelte dell’avversario ma Riftforce, a nostro parere, richiede altra carne al fuoco per rendere le partite davvero diverse tra loro. Fortunatamente l’editore aveva già previsto di espandere il gioco, ed è in arrivo Riftforce Beyond, una scatola che fornisce nuove gilde e, addirittura, nuove modalità per la partita.

L’Ombra può essere devastante contro il Cristallo, perché può generare 3 punti Riftforce ad ogni uccisione. Occorre fare dunque molta attenzione al draft e proteggere i Cristalli dagli attacchi a sorpresa: nella situazione in figura, una carta ombra può terminare la partita!

CONCLUSIONE

Non è semplice per un titolo 1vs1 di carte ritagliarsi lo spazio tra quei “mostri sacri” della categoria che da anni dominano le classifiche mondiali e le preferenze della maggioranza del pubblico. Eppure crediamo che Riftforce possa far parlare di sé sia per la sua semplicità di apprendimento, sia per quel livello di profondità che non ci si aspetta da un gioco del genere e che può facilmente coinvolgere e tenere al tavolo anche i giocatori esperti.

Ora che abbiamo parlato di pregi e difetti del gioco, c’è una sola domanda da porsi: quando uscirà Riftforce Beyond in italiano?

La scatola del gioco.

Si ringrazia Playagame Edizioni per aver reso disponibile una copia di valutazione del gioco.

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Ti interessa qualche altro gioco? Forse lo abbiamo già recensito…

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