Un tuffo al cuore?

Amygdala, il nuovo gioco del famoso duo di autori Wolfgang Kramer e Michael Kiesling ed edito in Italia da Cranio Creations, ci porta in un viaggio all’interno dell’amigdala, la parte del cervello che gestisce le nostre emozioni.

Un gioco astratto ambizioso, che ci sfida a tessere reti di emozioni e a conquistare il controllo di quest’area fondamentale del nostro essere.

Apriamo la mente… ehm, la scatola!

Aprendo la scatola di Amygdala, veniamo accolti da una componentistica di tutto rispetto. Un tabellone colorato “dual version”, ricco di dettagli: un lato su fondo bianco e l’altro su fondo nero, per il resto identici.

La grafica accattivante di Michael Menzel è uno dei punti di forza del gioco: riesce bene a creare un’atmosfera onirica che ben si sposa con il tema del gioco, anche se la scelta della grafica delle “icone Emozioni” ci ha lasciati un po’ perplessi in quanto ci sembrano stonare con lo stile del resto dell’ottimo art-work.

Le tessere emozione sono in cartoncino spesso, e le pedine in legno impreziosiscono l’esperienza di gioco.

Meccaniche di gioco

In Amygdala vi troverete all’interno della vostra mente e dovrete cercare di recuperare vari risorse per tenerle nella vostra “banca della memoria” in attesa di utilizzarle poi per sbloccare sette differenti emozioni: piazzandole nelle rispettive sette regioni del tabellone potete guadagnare punti a seconda del numero di emozioni dello stesso tipo collegate. 

L’obiettivo è creare reti di emozioni per avanzare immediatamente sul tracciato dei PV e ottenere invece le maggioranze nelle diverse aree, per accumulare punti vittoria di fine partita.

Il turno di gioco di Amygdala è molto lineare:

Il tabellone centrale è una sorta di “ruota” con 6 postazioni perimetrali che rappresentano le varie emozioni (più una centrale, la felicità).

I giocatori devono spostare su di esso in senso orario il loro token, fermandosi nell’intersezione in cui desiderano recuperare le tessere Risorsa (disposte casualmente in fase di setup) rimaste in quello spot.

Pagatone il costo in monete, queste risorse devono essere stivate nella propria banca mnemonica (spieghiamo tra poco la meccanica particolare che la contraddistingue) per poi essere utilizzate per sbloccare una tessera Emozione dalla propria plancia privata.

Le tessere Emozione appena sbloccate e immediatamente posizionate sul tabellone principale danno punti immediati a seconda di quante icone Emozione consecutive dello stesso tipo avrete piazzato, ma anche punti a fine partita in base alle maggioranze realizzate in ognuna delle 7 aree.

Emozione o stato d’animo?

Il tema delle emozioni mi è particolarmente caro, a causa mia de-formazione professionale, quindi permettetemi un piccolo parallelo tra teoria “scientifica” e ludica specifica di Amygdala:

  • emozione → tattica
    L’emozione è qualcosa di istantaneo, che arriva e ci prende in uno specifico momento momento. Le meccaniche di gioco di Amygdala prevedono infatti di piazzare un’emozione sul tabellone per ottenere punti immediati.
  • stato d’animo → strategia
    Lo stato d’animo è qualcosa invece di continuativo (quando provate un’emozione per lungo tempo, diventa uno stato d’animo): in Amygdala è rappresentato dall’ottenere la maggioranza dei token emozione del proprio colore in uno o più dei sette “centri emozionali” per guadagnare punti a fine partita.

Well done!

Cosa stavamo dicendo? Non ricordo…

Una delle meccaniche che abbiamo trovato più interessanti di Amygdala è l’utilizzo della banca della memoria: dieci slot sulla vostra plancia per cercare di “ricordare” tutto quello che vi serve per vincere la partita.

E con tutto intendiamo tutto: in questa riserva dovrete far stare le risorse che recuperate dal tabellone (finché non le convertirete in emozioni), i jolly, le tessere Sogno (che possono essere convertite in punti vittoria), le tessere Idea (finché non le convertite in monete) e… le monete!

Un astratto ben ambientato o un’ambientazione troppo astratta?

La struttura del gioco è ben congegnata, con turni rapidi che mantengono il ritmo piuttosto fluido. 

Nonostante ad un primo approccio la complessità del sistema di gioco sembri eccessiva, le azioni da compiere sono semplici e intuitive: dopo una prima fase di apprendimento, le semplici regole rendono Amygdala accessibile anche a giocatori meno esperti.

Tuttavia, la complessità del sistema di gioco (che porta a dover pianificare bene le proprie mosse, alla ricerca di una strategia vincente) e la sovrapposizione di tessere sul tabellone possono rendere difficoltoso avere una visione chiara della situazione in tempo reale. Questo può creare un po’ di confusione, soprattutto nelle prime partite.

Il rischio di ripetitività è un altro punto debole da non sottovalutare. Pur con una durata contenuta (circa 70 minuti), il gioco potrebbe risultare ripetitivo dopo diverse partite. La mancanza di variabilità nel set di tessere emozione e la scarsa interazione tra i giocatori potrebbero limitare la rigiocabilità a lungo termine.

Conclusioni

Come approfondito nella recensione, Amygdala ci ha generato “emozioni contrastanti”!

Ci è piaciuto molto il concetto della banca di memoria limitata, soprattutto applicato anche al denaro: infatti iniziando la partita con tre monete dal valore dieci, fin dalla prima volta che anche solo spenderete una moneta, questa vi darà come resto “purtroppo” cinque monete (un pezzo da 5 e quattro pezzi da 1), occupando così molto più spazio nella vostra memoria. e a fine turno, tutto quello che supera il numero di 10 “oggetti”, verrà dimenticato.

Ci siamo trovati durante la partita a volere / dovere spendere di più per liberare spazio, ma spendendo “sconsideratamente”, ci si trova a non aver monete per proseguire: la nostra mente “consumista” ne è uscita pazza!

Abbiamo dovuto fare i conti, da un lato con la sua grande aderenza con un tema a noi molto caro come quello delle emozioni, restando fedele anche ai risvolti della realtà scientifica e trasportandola in alcune meccaniche di gioco.

Dall’altro, come chiaramente dichiarato, è un (super)astratto puro! Un gioco di continuo recupero e conversione risorse, piazzamento token e maggioranze. “Calcoli e pianificazione” più che emozioni!

Abbiamo trovato quello di Amygdala un concetto affascinante, tuttavia la mancanza di immediatezza nella lettura del tabellone, il rischio di ripetitività e alcune scelte stilistiche potrebbero limitare il suo appeal a un pubblico ristretto relegandolo ad un’esperienza di nicchia per gli amanti degli astratti.

A seconda di come lo approccerete, crediamo che Amygdala possa regalarvi emozioni molto contrastanti.

Sarà forse un gioco nel gioco?

 

Ringraziamo Cranio Creations per la review-copy usata per questa recensione.

Ti interessa qualche altro gioco? Forse lo abbiamo già recensito…

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