“PARA BELLUM” è una rivista italiana nata nel Marzo 2017, diretta da Piergennaro Federico (giocatore ed autore di wargames basati soprattutto sulla storia dell’Italia o su battaglie cui parteciparono truppe italiane) e con una redazione di tutto rispetto, composta da giocatori “veterani” di questo hobby. Ogni numero contiene un gioco di simulazione completo con pedine pretagliate e spesso ci sono anche scenari aggiuntivi per i giochi precedentemente pubblicati dalla rivista (o altri wargames già in commercio).
Il numero XII contiene il wargame CAMPOSANTO 1743: TRA ASBURGO E BORBONI, di Alessandro Zucchini: esso simula la battaglia che il giorno 8 Febbraio 1743 oppose Spagnoli e Imperiali nella campagna vicino a Modena, davanti al villaggio di Camposanto. Siamo nell’ambito della guerra di successione austriaca (1740-1748), una complicata storia che ebbe come pretesto l’ascesa al trono d’Austria di Maria Teresa, figlia ventitreenne dell’imperatore Carlo VI° d’Asburgo. Pensando che l’impero si trovasse in un momento di forte debolezza la maggior parte delle nazioni europee cercò di trarne profitto. Così la Prussia invase la Slesia (che acquisì definitivamente a fine guerra), la Francia occupò i Paesi Bassi (ma il blocco navale della flotta inglese, alleata dell’Austria, mise i francesi in forte difficoltà) e la Spagna invase l’Italia. E proprio nella nostra penisola avvenne la battaglia di Camposanto che si risolse in un nulla di fatto: gli spagnoli dichiararono di averla vinta per essere rimasti padroni del campo di battaglia dopo aver messo in fuga la cavalleria degli imperiali, mentre questi ultimi proclamarono la loro vittoria per avere costretto gli spagnoli, alla fine dello scontro, a ripiegare. In realtà ai due eserciti era… passata la voglia di darsele inutilmente e decisero di evitare ulteriori perdite.
Come abbiamo più volte ribadito Para Bellum ha scelto di non essere una rivista di sole recensioni, non solo perché la sua pubblicazione non è abbastanza “frequente” da permettere di esaminare in tempo utile le novità che escono ogni anno, ma anche perché la redazione preferisce dare più risalto ad argomenti raramente trattati nelle riviste del genere, certamente più discorsivi, ma non per questo meno interessanti.
Questo numero XII inizia, come sempre, con alcune pagine di novità, all’interno delle quali vengono presentati alcuni dei giochi pubblicati negli ultimi mesi e delle riviste del settore (con inserto o meno) arrivate in redazione. Subito dopo Marco Rossi ci offre una panoramica delle novità pubblicate quest’anno dagli editori italiani di Wargames, fra cui La battaglia di Eluet el Asel (prima opera della ditta Chillemi, specializzata in libri di storia militare), El Gran Capitan (Europa Simulazioni), Kings of Rome (Acies Edizioni), seguite da alcune ristampe di giochi pubblicati negli scorsi anni che, evidentemente, hanno riscosso un buon interesse.
L’articolo successivo, di Marco Ferrari, ci illustra la serie Battles from the Age of Reason (ribattezzata “BAR” dai giocatori) pubblicata (con molta… calma) dalla Clash of Arms, una ditta americana nota per la sua accuratezza grafica: al momento sono usciti nove “volumi” di questa serie e Marco ce li illustra tutti brevemente dopo una presentazione del sistema di gioco utilizzato. L’articolo è seguito da “Il comando nel XVIII° secolo“, di Enrico Acerbi, che ci spiega come funzionava il sistema di comando in quell’epoca e ci fa degli esempi, riusciti o no, di wargames che hanno simulato le battaglie del periodo,
Riccardo Masini ci offre invece il suo punto di vista sui regolamenti dei wargames con l’articolo “Game design secondario” (ispirato da analoghe riflessioni apparse sulla rivista americana C3i) nel quale si afferma che molti giocatori, di fronte a qualche “lacuna” di un regolamento, provvedono con regole personalizzate a risolvere il problema con le loro modifiche: naturalmente ci sono parecchi esempi di giochi per i quali varrebbe la pena di “intervenire”, ma conclude con la frase… “e il gioco è libero o non è un gioco”.
Dopo un breve accenno storico alla battaglia inclusa in inserto (Camposanto 1743) viene intervistato l’autore, il modenese Alessandro Zucchini, già noto nel mondo dei “boardgames” per avere pubblicato una dozzina di giochi da tavolo (Crazy Race, Liguria, Lucca Città, Wahalla, ecc.) ma alla sua prima esperienza con le simulazioni storiche. Il, suo gioco era già stato segnalato al concorso della Federazione Italiana Wargame.
Nell’articolo successivo Pietro Cremona ci illustra un gioco tattico sulla Seconda Guerra Mondiale un po’ particolare: si tratta di Point Blank: V is for Victory, dove vengono usate quasi esclusivamente carte sia per rappresentare le diverse unità, sia per eseguire le azioni. Da qui la comparazione con uno dei “mostri sacri” del wargame internazionale: Up Front. I due giochi, pur essendo abbastanza diversi fra loro, tuttavia hanno parecchi punti in comune e valeva la pena di sottolinearli.
Sempre a proposito di giochi tattici sulla Seconda Guerra Mondiale, tocca a Maurizio Grassi presentare ai lettori Advanced Squad Leader (ASL): un gioco ormai arci-noto, pubblicato inizialmente dalla Avalon Hill con il nome di “Squad Leader” (era il 1977) e trasformatosi poi in un vero e proprio Monster Game a partire dal 1985. Una volta fallita la Avalon Hill il gioco è stato “preso” da MMP che, oltre a ristampare le versioni riviste e corrette dei giochi di base, continua a pubblicare nuove espansioni, scenari, un a rivista dedicata, ecc.
E proprio su un argomento così interessante ritorna Enrico Acerbi con l’articolo “Le serie sono ottime!” in cui analizza i vantaggi di poter giocare wargames che hanno tutti la stessa “base” di regole e che si differenziano solo per gli eserciti ingaggiati o la situazione sul campo. Non mancano interessanti considerazioni sul “come” nascano certe serie e le critiche a qualcuna davvero malfatta, ma in generale si tratta di qualcosa di interessante e utile per… fidelizzare i giocatori. E questo, come scrive Enrico, significa che “gli episodi di una serie sanno offrire divertimento perché sembra che ci sia sempre qualcosa di nuovo a riaccendere l’interesse”.
Il successivo articolo di Lorenzo Sartori sposta l’interesse dei lettori sul wargame tridimensionale: il suo articolo (Giocare a soldatini) è una presentazione storica di come nacque la passione per le “battaglie in miniatura” (a partire dalla pubblicazione nel 1913 del regolamento “Piccole Guerre”, di H.G.Wells) e di come si è sviluppata in seguito in tutto il mondo, Italia compresa.
La rivista si chiude con alcune modifiche al regolamento di Santander ’37 (wargame pubblicato come inserto di Para Bellum III) da parte del suo autore (lo spagnolo Javier Romero) e con la recensione di un paio di libri: il primo (Balcani in fiamme, di Francesco Dei) è un testo storico vero e proprio mentre il secondo (La mia vita con un Geek, di Maria Benedetta Errigo) ci offre un’immagine dall’altra parte della barricata: quello della moglie di un appassionato wargamer… sicuramente da leggere.
Para Bellum è diventata un punto di riferimento per i giocatori italiani: tutti gli appassionati dei giochi di simulazione storica dovrebbero darle il loro supporto sottoscrivendo un abbonamento annuale per vedere se sia possibile, in un futuro non lontano, aumentare il numero delle uscite annuali (contattate l’editore a questo indirizzo: www.parabellum.magazine.com) anche perché, dopo il cambio gestione, la rivista sembra tornata ad uscire con regolarità semestrale.
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