SINTESI

Pro: Apprezziamo sempre i giochi che regalano tanto con poco. 70 carte con le rispettive combo e un paio di twist meccanici sono sufficienti per creare un’esperienza fresca e stimolante in un tempo di gioco contenuto.

Contro: Si tratta di un titolo prevalentemente tattico con un certo grado di aleatorietà. Astenersi dunque giocatori che prediligono il controllo totale.

Consigliato a: Appassionati di combo di carte e di tableau building.

Valutazione Globale
Realizzazione
Giocabilità
Divertimento
Longevità
Prezzo

Idoneità al solitario:
assente

Incidenza della fortuna:
elevata

Idoneità ai Neofiti:
buona

Autore:
Eric Hong

Grafica ed illustrazioni:
Jiahui Eva GaoGautier MaiaStefano MartinuzErica TormenJens Wiese

Anno:
2023 (2024 per l’edizione italiana)

Puoi acquistare THE VALE OF ETERNITY su bottegaludica.it

The Vale of Eternity è un titolo dell’editore Coreano Mandoo Games, apparso sui radar di molti giocatori nell’autunno del 2023, più precisamente ad Essen. L’edizione italiana è a cura di Asmodee Italia.

Ci troviamo in un mondo fantasy nel ruolo di cacciatori di mostri e spiriti, intenti ad addomesticare quelli più particolari ed eccezionali, magari anche qualche esemplare tra i maestosi draghi…

Parliamo di un titolo card driven competitivo per occasionali, da 2 a 4 giocatori, con una durata indicativa di 30 minuti a partita e con meccaniche di draft e gestione della mano.

COME SI GIOCA A THE VALE OF ETERNITY

Una partita a The Vale of Eternity si svolge in un massimo di 10 round. All’inizio di un round i giocatori preparano un display di carte in numero pari al doppio dei partecipanti e ne prenotano due a testa attraverso uno snake draft

Lo Snake draft assegna le carte ai giocatori prima in ordine di turno e poi nell’ordine inverso. L’ultimo giocatore (in questo caso il verde), può scegliere le sue due carte una di seguito all’altra.

Lo Snake draft assegna le carte ai giocatori prima in ordine di turno e poi nell’ordine inverso. L’ultimo giocatore (in questo caso il verde), può scegliere le sue due carte una di seguito all’altra.

Terminato il draft, a partire dal primo giocatore e procedendo in senso orario, ogni partecipante esegue il proprio turno potendo:

  • Vendere: scartare una carta prenotata ottenendo pietre in base alla famiglia (colore) della carta stessa. Una carta Fuoco, ad esempio conferirà sempre 3 pietre di valore 1, mentre un Drago una pietra di valore 6.
  • Domare: aggiungere alla propria mano una carta prenotata. Le carte prenotate nel draft devono necessariamente essere vendute o domate.
  • Evocare: giocare una carta sul tableau, pagando il costo in pietre (senza possibilità di ottenere resto). 
  • Rimuovere: pagando un costo in pietre pari al valore del round, è possibile scartare una delle carte del proprio tableau.

Anatomia delle carte: in alto a sinistra troviamo il costo, e sotto al disegno l’abilità istantanea (una tantum al momento dell’evocazione), passiva (attiva fintanto che la carta si trova sul tableau) o di attivazione (utilizzabile alla fine del round).

Anatomia delle carte: in alto a sinistra troviamo il costo, e sotto al disegno l’abilità istantanea (una tantum al momento dell’evocazione), passiva (attiva fintanto che la carta si trova sul tableau) o di attivazione (utilizzabile alla fine del round).

Ci sono due vincoli da tenere in conto durante lo svolgimento del turno:

  • Ogni giocatore deve sempre avere al massimo 4 pietre magiche nella propria riserva. Se in qualsiasi momento ne ottiene di ulteriori, deve scartarne le eccedenze.
  • Il numero del round corrisponde anche al numero di slot a disposizione dei giocatori per le carte evocate.

Quando i turni sono stati completati ha luogo una fase di risoluzione, nella quale i giocatori in ordine di turno eseguono (obbligatoriamente) tutte le abilità “con attivazione” delle carte evocate nell’ordine che preferiscono. Poi si riparte con un nuovo round e un nuovo draft, passando a sinistra il segnalino primo giocatore.

Si continua a giocare così fino al termine del decimo round o nel round in cui almeno un giocatore ha raggiunto 60 punti. Vince chi ha più punti e, in caso di parità, chi possiede il maggior numero di carte evocate.

MATERIALI ED ERGONOMIA

I componenti di The Vale of Eternity sono di ottima fattura: i segnalini dei giocatori in legno sono ben più spessi del necessario, come anche quelli in cartone delle pietre e sono tutti molto piacevoli al tatto. Le carte rappresentano creature fantasy con ispirazioni da vari “universi”: stilisticamente possono piacere o meno, ma graficamente risultano chiare, pulite e con le informazioni principali che saltano immediatamente all’occhio.

Lo standee dell’imponente drago che dà il nome al gioco risulta sostanzialmente inutile dato che, posto al centro del display delle carte, rende difficoltosa l’analisi durante il draft. La scatola è di dimensioni contenute, adatta al peso e alla tipologia di gioco, mentre l’inserto lascia qualcosa a desiderare se volete imbustare le carte. Il regolamento, infine, è scritto molto bene e non lascia alcun dubbio: ci sono i giusti esempi e una pagina dedicata alla spiegazione dei casi particolari.

A livello ergonomico, se non si conoscono le carte, spesso ci si dovrà sporgere o alzare per ricontrollare i tableau altrui in modo da poter agire con cognizione di causa: questo porta a dei rallentamenti perché il testo sulle carte ha un font molto piccolo e spesso non si legge dall’altra parte del tavolo. C’è anche da dire che, vista l’esigua dimensione del mazzo di The Vale of Eternity, basteranno un paio di partite per prendere dimestichezza con i vari effetti.

CONSIDERAZIONI

Se siete appassionati di giochi di carte, in The Vale of Eternity vi sentirete a casa: ritroverete il DNA del tableau building, il pensiero lungimirante per costruire le combo più efficaci possibili e le scelte (molto) sofferte dovute ad un draft spietato. Abbiamo tra le mani una scatola che consente tutto questo utilizzando un mazzo di carte e qualche token, che scala benissimo in base al numero dei giocatori e che mantiene la durata stimata anche in 4.

Naturalmente l’utilizzo di carte estratte casualmente ad inizio round, oltre a quelle pescate con effetti di gioco, si porta dietro un certo grado di aleatorietà: può capitare che, con l’ordine di turno favorevole, un giocatore trovi esattamente la carta di cui aveva bisogno per far performare meglio il tableau che stava costruendo. Per la durata e il peso del gioco non ci sentiamo di affossare The Vale of Eternity per questo, ma sappiate che il titolo è prevalentemente tattico e presta il fianco all’alea. 

C’è anche da dire che nelle nostre partite sono state rare le situazioni “game breaking” e non è detto che una buona combo iniziale spiani la strada verso la vittoria. Non esiste una carta “rotta” rispetto alle altre, ed ognuna è facilmente combinabile almeno con altre due. Inoltre, con l’avanzare delle partite, scoprirete nuove sinergie a cui inizialmente non avevate pensato, dato che le vostre strategie sono veicolate dal display e dal draft, e dovranno subire continui adattamenti. Avrete a che fare con flussi continui di risorse, motori che generano punti ogni turno, punti istantanei sul finale che premiano la conduzione della vostra partita, carte che rimbalzano tra tableau e mano… Per quanto ci riguarda, la longevità non è un problema di questo titolo, perché la carta che vi farà trionfare una volta sarà probabilmente inutile nella partita successiva e dovrete affidarvi ad altro.

Un esempio di combo con gli effetti di attivazione.

Un esempio di combo con gli effetti di attivazione.

Un aspetto che si sottovaluta spesso durante la partita è quanto margine si abbia per ostacolare i nostri avversari: non stiamo parlando di qualche effetto take that presente su alcune carte (come certi draghi), ma di quell’interazione indiretta che si sviluppa durante il draft: in The Vale of Eternity è impossibile vincere sul lungo periodo se non si osservano i tableau altrui, tenendo marcati i nostri avversari. Durante il draft non bisogna regalare nulla, perché c’è sempre la possibilità di vendere ciò che non è utile alla nostra partita. Il counterpick è dunque fondamentale per evitare che qualcuno prenda il largo con i punteggi o con situazioni troppo favorevoli.

La tematica è molto debole, come probabilmente avrete capito dall’introduzione. Molti giochi di carte non puntano sull’ambientazione, e The Vale of Eternity non fa eccezione: tuttavia, nonostante il tema sia “appiccicato” al titolo, esso si sposa bene con le illustrazioni e con la parte artistica del gioco.

CONCLUSIONE

The Vale of Eternity ci è certamente piaciuto, dal regolamento semplicissimo alla sua profondità di pensiero (sempre per quanto riguarda qualcosa di appena sopra al filler) per la ricerca della combo migliore. Adatto al suo target, può dare soddisfazioni anche ai più esperti che cercano qualcosa di leggero ma sfidante tra un big game e il successivo.

Se il quantitativo di carte non dovesse essere sufficiente per il vostro gusto personale, sappiate che prestissimo arriverà in italiano la prima espansione del gioco, chiamata Artifacts, che, oltre a nuove meccaniche, amplia le possibilità del gioco base garantendo ulteriore varietà, ma senza snaturare troppo questa scatola base.

Si ringrazia Asmodee Italia per aver reso disponibile una copia di valutazione del gioco.

Siete pronti a fare una quantità spropositata di punti?

Siete pronti a fare una quantità spropositata di punti?

P.S. Non dimenticate di rimuovere qualche carta, magari ad effetto istantaneo, dal vostro tableau durante la partita. Si tratta di un’opzione molto sottovalutata, che però può creare gli spazi per darvi il giusto sprint!

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Ti interessa qualche altro gioco? Forse lo abbiamo già recensito…

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