LANCILLOTTO IN SINTESI
Pro: 5′ di setup, 20′ di spiegazione e siete pronti a dimostrare le vostre virtù a niente meno che re Artù di Camelot.
Contro: a lungo andare potrebbe risultare un po’ monotono nella scelta di strategie che non sembrano offrire molta varietà.
Consigliato a: neofiti e easy-gamer che vogliono un gioco lineare, più complesso di un family, più leggero di un cinghiale.
Realizzazione | |
Giocabilità | |
Divertimento | |
Longevità | |
Prezzo |
Idoneità al solitario:
assente
Incidenza della fortuna:
bassa
Idoneità ai Neofiti:
discreta
Autore:
Mario Papini
Grafica ed illustrazioni:
Antonio De Luca
Anno:
2017
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Intro
In Lancillotto, gioco di Mario Papini (autore già del famoso De Vulgari Eloquentia) edito dalla Ergo Ludo, dobbiamo risvegliare quel cavaliere che è in noi e cercare di recuperare armi, alleati, pozioni, nemici e favori dalla Tavola Rotonda per diventarne “il primo Cavaliere”.
Setup
Il set-up del gioco è molto semplice e rapido:
- Dopo aver attaccato gli adesivi (solo per la prima volta) ai token, distribuite ad ogni giocatore il suo token cavaliere, quello Graal, quello Scudo (per i PV), l’occhio di “Morgana” e tutti i dischi di legno del colore scelto;
- Prendete tutti i segnalini mazza, spada, lancia, scudieri, magia, la versione sagomata di Excalibur e metteteli a portata di mano accanto al tabellone;
- Dividete le carte per tipologia / colore;
- Posizionate il tabellone delle virtù in modo da renderlo accessibile a tutti i giocatori;
- Scegliete il primo giocatore e…
…siete pronti a dimostrare le vostre abilità ad Artù.
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Conclusioni
Tutto in Lancillotto richiede un’attenta programmazione di medio termine in quanto il sistema di virtù “disegnato” dall’autore non perdona errori di calcolo: per sviluppare ogni virtù, c’è bisogno del giusto set di carte / token risorse, non una in più né una in meno. Ricordate che la mano ha un limite di 7 carte e che queste non possono essere scartate a piacimento.
La meccanica appena descritta si fonde in Lancillotto in modo molto intelligente con la regola base del gioco: far sempre avanzare il nostro eroe nel percorso da e per Camelot, vietando la possibilità di tornare indietro o fermarci cammin facendo. Quindi dal momento in cui sbagliamo a fare i calcoli delle carte e dei token armi nella nostra mano prima di arrivare al settore di Parsifal/Galahad dove nell’ordine (importantissimo tenerne conto!) si “reclamano” e “attivano” le singole virtù, rischiamo di “perdere” il giro e dover rivedere i nostri piani dei passaggi successivi. Considerate che i turni sono soltanto 8: gli errori si pagano a caro prezzo!
Questa sorta di “attivazione e reclamo” di un “potere”, oltre che sulle virtù, lo ritroviamo anche nella “postazione” di Morgana, che per essere occupata deve essere precedentemente attivata sfruttando il posto di Morder in uno dei nostri passaggi alla Tavola Rotonda (non a caso, un altro elemento da pianificare per più di un turno).
Proprio l’attivazione del potere di Morgana merita un punto di attenzione, sia perché risulta quello meno chiaro nello stesso regolamento, sia perché al primo impatto può sembrare “overpowered”.
Se reclamiamo tale diritto nel momento in cui gli altri giocatori hanno già terminato il loro giro e sono nella tavola rotonda o quando sono già sull’ultima postazione (quella del Sacro Graal), Morgana ci permette di compiere un intero giro nel regno di Camelot completamente indisturbati. Possiamo così scegliere tutte le postazioni che il tabellone di Lancillotto ci offre, collezionando carte, token e anche virtù, senza le pressioni che gli altri giocatori generano. Una golosa occasione per raggiungere i settori che permettono lo stazionamento di un numero limitato di eroi. Il confine tra la “furbineria” (il termine inglese “gamey” è impagabile…) e l’intelligente espediente tattico a volte è molto sottile: giocato con i giocatori giusti, a nostro avviso questo aspetto rende il gioco più interessante e profondo.
Dopo qualche partita infatti si comprende che il potere è più bilanciato di quanto sembri: tutti i giocatori al tavolo lo possono usare soltanto una volta a partita, e a fare la differenza è il timing di attivazione, che rende il giro in solitario più o meno redditizio. Quindi, ancora una volta, questione di “pianificazione”.
Non dimentichiamo poi che questo “fil rouge” da “Giochi senza Frontiere” inevitabilmente qualche tempo morto lo genera. Onestamente, il gioco non ne soffre più di tanto: anche se giocato in 4, mantiene una durata intorno ai 90 minuti riuscendo ad evitare, la maggior parte delle volte, la paralisi di analisi.
Niente di trascendentale quindi , ma unite questi dettagli alla necessità continua di pianificare a medio periodo e vi sarà facile intuire come questi aspetti rischiano di alzare il livello dell’asticella: se non fosse così calcoloso, le meccaniche di base collocherebbero Lancillotto fra i “pesi medi”.
Lancillotto nel suo complesso rimane comunque un gioco divertente ed originale, anche se non possiamo esimerci dal segnalare i nostri dubbi sulla sua longevità. Non avendo un meccanismo di crescita e diversificazioni dei pattern che conducono alla vittoria, a lungo andare i giocatori più competitivi potrebbero trovare le “giuste sequenze di azioni” in grado di fare la differenza.
Quindi, “Forza e Coraggio”, e una buona organizzazione! …ma …non era la calma la virtù dei forti!?
Si ringrazia Ergo Ludo e Ghenos Games per aver reso disponibile la copia di valutazione del gioco.
I Ludoromanzi di Balenaludens
Cosa sono: Sono normali articoli di Balena Ludens: recensioni, approfondimenti, A.A.R., tutorial ecc. Hanno però la caratteristica di usare più tecniche di comunicazione: testo e infografica.
Come usarli: Dopo aver letto la breve introduzione, sfogliate le pagine di infografica che vi porteranno nel cuore dell’articolo. Al termine non vi resterà che leggere le conclusioni dove troverete le nostre impressioni. Se siete interessati ad avere soltanto le infografiche con la panoramica del gioco, potete semplicemente scaricare il file PDF utilizzando il grande link ad inizio pagina.
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