Pro: Divertente e con un ritmo talmente incalzante da essere quasi un videogame. Il dispensatore di dadi è efficiente e bello a differenza delle pedine cammello che sono solo molto efficienti! 🙂
Contro: Il tema non è politically correct. Il meccanismo che ci vede nei panni degli scommettitori (e non dei cammelli in corsa) “spiazza” i più piccoli che vorrebbero competere per arrivare primi e non per guadagnare più soldi. La bella grafica è in grado di catturare anche la loro attenzione: attenzione agli equivoci!
Consigliato a: Per i motivi sopra citati “le scommesse sono rigorosamente vietate ai minori di anni 12”. Adatto a gruppi molto numerosi e chiassosi e inclini a sopportare le bizze della dea bendata. Sorprendentemente adatto anche agli hard gamers anche se, trattandosi di scommettere sulle corse, l’alea – giocoforza – fa sentire tutto il suo peso.
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Realizzazione | |
Giocabilità | |
Divertimento | |
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Prezzo |
Più volte abbiamo dato il nostro modesto contributo alla denuncia del fatto che l’azzardo, nei suoi eccessi, è un pericolo sociale di estrema gravità. Senza mai sostenere tesi proibizioniste, abbiamo sempre perorato la causa di un gioco misurato, responsabile e consapevole.
In questi anni, abbiamo da una parte scritto articoli per separare la positività del “gioco” dai rischi dell’ “azzardo” e dall’altra abbiamo recensito, ad esempio, “Perudo”: nella versione venduta in Italia questo gioco rappresenta un filler divertente, ma nelle Ande, dove è molto popolare, ha una forte componente di azzardo.
Ora, fedeli alla linea, eccoci a recensire Camel Up, che abbiamo annunciato su Facebook con: “Come divertirsi un sacco con le scommesse sportive senza spendere un centesimo!” e che nel 2014 è stato nominato in Germania “gioco dell’anno”, nella prestigiosa sezione “premio della critica specializzata”.
All’apparenza il paradosso è evidente: Camel Up non solo vanta credenziali ludiche “top class” ma è anche consigliato ad un pubblico dagli otto anni in su nonostante l’ambientazione all’ombra delle piramidi sia soltanto un pretesto per contestualizzare al meglio alcuni elementi molto particolari: le atmosfere proposte sono proprio quelle di un qualsiasi ippodromo!
In realtà il tema non è affatto nuovo e l’impianto generale ricalca quanto i più attempati avevano già visto negli anni 70 e 80 in alcuni giochi a tema ippico fra cui il più famoso è “Jockey” (Ravensbuger). Pubblicato in Italia come “Corsa Tris”(EG), per realizzazione grafica e tipologia di regolamento, era però mirato ad un target di età più consono all’argomento.
La meccanica di Camel Up ci riserverà invece parecchie intriganti sorprese ed innovazioni: lo svolgimento della corsa di certo non vi vedrà succubi spettatori e vi troveremo ampie giustificazioni ai premi ricevuti.
Abbiamo inserito nella recensione un paio di box grigi come questo per chi volesse aprofondire quelle che riteniamo le peculiarità positive e negative di questo gioco rispetto all’azzardo. Se l’argomento non vi interessa, saltatele!
Unboxing
La prima cosa che si nota aprendo la scatola è che contiene quanto necessario per far correre cinque cammelli e per far scommettere fino a otto giocatori: questi quindi non rappresentano le diverse scuderie in lotta per il primato e vincere la gara NON è il loro scopo principale.
Come in qualsiasi “sala scommesse” il denaro scorre a fiumi. Il gioco provvede quindi a fornire la moneta, definita sterlina egiziana, disponibile in ben quattro tagli: 1, 5, 10 e 20.
Per ogni scuderia (colore) in gara troviamo:
- un dado personalizzato con doppi risultati da uno a tre;
- il meeple a forma di cammello dalle dimensioni leggermente abbondanti che rappresenta il concorrente in gara;
- una “tessera piramide” per premiare il giocatore che lo ha fatto muovere;
- tre tessere che fungono da totalizzatore delle scommesse.
Queste ultime garantiscono vincite via via decrescenti: il cammello viene “pagato” “vincente”:
- 5 sterline dalla prima tessera,
- 3 sterline dalle seconda
- 2 dalla terza.
L’eventuale “piazzato” è premiato da tutte e 3 le tessere con una sterlina mentre, per qualsiasi altro piazzamento, il giocatore perderà la scommessa e sarà chiamato a pagare una sterlina.
Da un punto di vista educativo per i più piccoli la criticità di Camel Up sta proprio nella mancanza di corrispondenza tra importi pagati e incassati: arriva ultimo chi guadagna di meno (non chi perde di più!). Questo aspetto, in controtendenza con quanto accade nel mondo reale, andrebbe spiegato ai bambini.
Più leggera la dotazione di ciascun giocatore:
- una tessera deserto che mostra due lati (oasi e miraggio) che incide sul risultato della corsa alterando il percorso di gara.
- cinque carte (una per cammello!) utilizzate per scommettere sull’esito finale della corsa.
Come negli ippodromi, dove si susseguono diverse “corse”, Camel Up simula una lunga gara suddivisa in più spezzoni dove i giocatori possono scommettere (utilizzando i totalizzatori descritti in precedenza) su “vincente” e “piazzato” di ogni tappa e sul “vincente” e “ultimo arrivato” dell’intera competizione (utilizzando le proprie carte).
Il tabellone di gioco è di dimensioni contenute (circa la metà di quelli tradizionali) ed è diviso in due parti:
- il percorso di gara, ovvero 16 caselle di deserto che circondano la piramide;
- il grande circo al seguito della corsa: dalle scuderie (utili a capire quale cammello deve ancora muovere) alla zona del pubblico, con i 5 alloggi per le tessere-totalizzatori di ciascun cammello e gli spazi per gestire le scommesse relative ai piazzamenti in classifica finale.
La vera particolarità è però la piramide che, la prima volta che si gioca, deve essere assemblata con attenzione, perché non rappresenta soltanto una coreografia “3D”. E’ soprattutto un sofisticato (se si pensa che è realizzato in cartone) dispensatore di dadi con tanto di meccanismo di chiusura automatica gestito con un elastico (fornito trasparente per non rovinare il bell’impianto scenico). Una elevata cura del dettaglio che troviamo un pò dappertutto, anche nella scatola realizzata con precisione tale da permettere di stivare il gioco con la piramide ancora montata.
La grafica fumettosa modella una divertente per quanto improbabile ambientazione “coloniale”. Un impianto di buona qualità ma che, a nostro avviso, crea un piccolo divario tra la modellazione e l“appeal”. Un poco Mario Kart, un poco Wacky Races, sembra illustrare una corsa scanzonata.
L’originale meccanica di gioco
Camel up ha però un game play ricco di scelte tutt’altro che banali, al punto che il rischio di micro “paralisi da analisi” è tutt’altro che remoto.
Se l’abito (grafica leggera) non fa il monaco (game experience di spessore) è dovuto soprattutto al cuore del gioco: “muovere i cammelli”.
Rivoltando la grande piramide e azionando il meccanismo, fuoriusce dalla stessa un solo dado il cui colore indica “quale cammello” mentre il valore della faccia determina “quante caselle”.
Nel caso in cui il movimento del cammello termini su una casella dove sono presenti altri concorrenti, questo si posiziona fisicamente sopra la/le pedina/e qui presente/i.
Se la piramide eroga un dado che mostra il colore di un cammello che fa parte di una pila, il giocatore di turno dovrà muovere quel cammello e tutti quelli posti sopra di lui, lasciando invece dove si trovano quelli impilati sotto.
Utilizzando dadi a sole “tre facce”, è difficile staccare gli avversari, e quindi un cammello in ritardo può inanellare una serie di fortunati “autostop” in grado di portarlo in testa alla corsa nel giro di pochi lanci.
Ai fini della classifica, le pile vanno lette dall’alto verso il basso. Se vogliamo, tutto questo ha anche una (debole) giustificazione a livello di modellazione. Nel ciclismo, nella maratona, negli ippodromi capita spesso che chi viene raggiunto dopo una lunga fuga è risucchiato dal gruppo perché ha speso più energie e quindi fatica a rimanere nelle posizioni di testa.
Non fatevi spaventare dal piccolo supplemento di manualità richiesta: le pedine che rappresentano i cammelli sono disegnate con molta cura e l’impilaggio risulta semplice e sicuro grazie sia all’abbondante spessore che alla forma.
Il meccanismo della piramide funziona bene, dispensando un solo dado, soltanto facendo le cose con calma e diligenza: ecco un altro elemento che esclude un gioco basato su una concitata gara di velocità!
Dal punto di vista della profondità di gioco, non sarete soltanto presi a fare i conti di “cosa succederebbe se il prossimo dado estratto fosse il … …” ma presto scoprirete i trade off che si innescano alla sola decisione di estrarre un nuovo dado dalla piramide.
Ogni tappa termina quando la piramide è vuota, così le probabilità che un cammello alla fine risulti al comando sono determinabili con esattezza, anche se la difficoltà di calcolo è direttamente proporzionale al numero di dadi che devono essere ancora estratti.
Così estrarre un dado dalla piramide viene ricompensato con una sterlina: è un’azione poco amata in quanto fornisce considerevoli vantaggi ai giocatori che seguono, visto che potranno fare valutazioni (e quindi scommesse) con parecchie certezze in più.
Ma la “dilazione sistematica” non è l’unica tattica possibile. Come vedremo, l’azione di muovere i cammelli viene alternata con la possibilità di fare scommesse: così, quando rimangono solo pochi dadi da estrarre, accordi più o meno taciti fra i giocatori diventano letali per chi segue. Chiudere inaspettatamente una tappa significa spesso togliere agli avversari la possibilità di effettuare ulteriori scommesse “facili” (con pochissime variabili).
La grande forza di Camel Up è però che questa innegabile profondità di gioco spesso declina in fragorose risate perché un cammello “brocco” fa uno scatto repentino o in sonore prese in giro per quel giocatore che ha scommesso tutto o quasi su un cammello che si ritrova improvvisamente ultimo.
Così nelle partite con i più piccoli o con i gruppi più vogliosi di un chiassoso party game, questi aspetti prendono il sopravvento, regalando comunque una game experience completamente diversa ma non meno appagante.
Il gioco
Il setup richiede davvero pochi minuti.
Ogni giocatore prende la propria tessera deserto, il proprio set di 5 carte e 3 monete.
La posizione iniziale dei cammelli viene determinata da un lancio dei rispettivi dadi: ogni cammello partirà quindi da una delle prime 3 caselle. Una volta determinata la griglia di partenza, i dadi vengono introdotti nella piramide: è già tutto pronto per giocare!
Durante il proprio turno ognuno dei giocatori sceglie di compiere una delle quattro azioni disponibili.
Può (1) prendere un tassello piramide che gli permette di far fuoriuscire un dado dalla piramide e quindi muovere un cammello (vedi sopra).
Posizionare (2) la propria tessera deserto in una casella vuota e non contigua a tessere deserto di altri giocatori. Gli effetti sui cammelli che terminano il movimento sopra queste tessere variano in base al lato scelto. Il “miraggio” costringe a tornare indietro di una casella mentre l’ “oasi” permette d avanzare di una casella aggiuntiva. In entrambi i casi, il giocatore che ha posato la tessera deserto guadagna una sterlina. Un “misero soldo” (si fa per dire…) che però altera notevolmente le probabilità di dove finiranno i cammelli che vi transitano sopra. Senza fare il wargamer incallito, un “+” o “-” uno su un dado a tre facce significa che in molti casi dove finirà un cammello è predicibile col 67% di probabilità!
Prendere (3) una delle tessere scommesse di tappa. Il gioco simula quella che è l’ultima novità in fatto di scommesse online: è infatti possibile scommettere durante lo svolgimento della gara, con guadagni sempre decrescenti man mano che si avvicina il risultato finale. A questo scopo si utilizzano, appositamente impilate, le “tessere totalizzatore” spiegate in precedenza.
Scommettere su vincitore e “ultimo arrivato” della corsa intera (4). Anche per questa tipologia di scommesse il gioco, come ogni allibratore che si rispetta, premia chi per primo decide di scommettere su un cammello.
Quando una tappa finisce, i giocatori:
- incassano o pagano le scommesse competenti;
- rimettono le relative tessere totalizzatori al loro posto
- ricollacano i dadi all’interno della piramide.
La partita termina quando il primo cammello taglia il traguardo della corsa. Il ritmo è davvero incalzante: mediamente ogni gara (partita) dura non più di quattro o cinque tappe e circa 20 minuti a prescindere dal numero di giocatori.
A fine partita, aver indovinato per primo il pronostico significa incassare 8 sterline (sia per vincitore che ultimo arrivato). Si tratta di ricompense tali da poter ribaltare il vantaggio che qualche giocatore ha accumulato durante le tappe: difficilmente l’esito di una partita risulta scontato prima che l’ultimo totalizzatore abbia “pagato” le scommesse. Per i giocatori successivi i guadagni sono, al solito, decrescenti mentre tutte le scommesse perdenti costano una sterlina, disincentivando così “scommesse a raffica”.
Bottom line
Il gioco prevede un range di giocatori piuttosto vasto da 2 a 8 e alla fine risulta “scalabile” anche se non perfettamente. All’aumentare dei giocatori, le strategie diventano più complesse. Con 8 partecipanti, ad ogni tappa sarà possibile giocare il turno 2 volte, o al massimo 3 volte: zero possibilità di rimediare ad una mossa mediocre. Bisogna quindi ponderare le mosse e, per quanto si possa essere veloci, nei tavoli più numerosi i tempi morti un poco si sentono.
Nella versione fino a 4 partecipanti il gioco diventa più easy e l’aspetto “vediamo chi vince” tende a predominare. Ciò nonostante non concordiamo con quanto indicato sulla scatola del gioco.
I bambini fino a 10 anni è bene (secondo noi) che non si avvicinino a questo prodotto, sia per il tema trattato, sia perché i più piccoli soffrono del distacco tra l’andamento della corsa e le proprie azioni. I bambini (giustamente!!) si divertono soprattutto a far correre i cammelli e ad azionare il meccanismo/piramide.
D’altra parte però ha una funzione educativa sugli adolescenti. Più alto è il numero di giocatori più è difficile fare scommesse vincenti: parlandone nel modo giusto, diventa una simulazione impietosa di certe forme di azzardo come i “gratta e vinci” e “video lotterie”, dove competono contemporaneamente milioni di persone.
Basta parlare di azzardo e scommesse: Camel up è soprattutto un gioco divertente e, tutto sommato, profondo. Visto l’argomento, è appena ovvio che l’incidenza della fortuna è enorme, ma ciò non toglie che saper gestire con cura le quattro azioni di cui si dispone può fare la differenza tra vincere e perdere.
Partita dopo partita, sorriso dopo sorriso, presa in giro dopo presa in giro, il vostro modo di giocare si modificherà piano piano: sempre un poco più attenti, sempre un poco più scaltri, sempre un poco più cattivelli coi giocatori che seguono… ma non era solo una pazza corsa di cammelli?
Espansione “Tournament Cup”
Il contenuto di questa espansione permette di aggiungere 4 moduli separati e distinti ma che possono essere utilizzati anche contemporaneamente.
L’espansione permette inoltre di aggiungere altri 2 giocatori portando a 10 il numero massimo di partecipanti. Ben tre dei quattro moduli aggiungono un numero enorme di variabili che rendono il gioco ancora più imprevedibile e soprattutto più ricco di scelte: a nostro avviso l’aggiunta dei diversi moduli dovrebbe essere proporzionale non tanto alla conoscenza del game play, quanto al numero dei partecipanti. Così, a nostro personalissimo avviso, il gioco risulta davvero splendido con 6-8 (rapidi) partecipanti e con 3 dei 4 moduli.
Primo modulo: si allunga la corsa di qualche casella (grazie all’aggiunta di un piccolo tabellone) e si compensa la durata inserendo un nuovo set di dadi (numerati però da 1 a 2). Ad ogni tappa verrà inserito nella piramide solo il dado del colore corrispondente al cammello ultimo il classifica. Con il gioco base, è infatti possibile che il cammello più arretrato possa rimanere staccato, fuori dalla competizione prematuramente, perché ormai fuori dalla portata di qualche “passaggio”.
Oltre che a rendere più incerta la lotta per l’ultimo posto rendendo possibili rimonte incredibili, questo modulo permette di introdurre **FACOLTATIVAMENTE** una nuova azione: inserire un dado *aggiuntivo* tra quelli che, durante la tappa in corso, ancora non sono stati inseriti nella piramide. Questa azione arricchisce incredibilmente le possibilità dei giocatori ed incide sul game play stesso: fortemente consigliata ai giocatori più esperti!
Il secondo modulo introduce la “macchina fotografica”. Realizzata in 3D, ha davvero un bell’impatto scenico e ha una funzione simile a quella delle tessere deserto: arricchisce il giocatore che la possiede al passaggio dei cammelli su determinate caselle.
Il terzo modulo offre la possibilità di scommettere anche sui “piazzamenti secchi”. Scommettere il secondo, terzo quarto e quinto classificato di tappa non arricchisce soltanto l’offerta del totalizzatore, ma permette anche di modificare una scommessa “Classic”. Per esempio, potremo spendere un’azione per cambiare una tessera “vincente e piazzato” in uno dei piazzamenti ancora disponibili. Un modo per rimediare alle scelte avverse alla fortuna o, per i giocatori più “hard”, per studiare strategie in combinazione con la possibilità di aggiungere dadi alla piramide.
L’ultimo modulo introduce una meccanica per il gioco parzialmente cooperativo. Formando squadre di 2 giocatori con intenti comuni permette di elaborare strategie che possano essere attuate anche in tavoli molto numerosi.
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