Pro: Ben realizzato e con una buona grafica, regala “mezz’orette” ad alto contenuto di adrenalina.
Contro: Poco innovativo, ma gli elementi classici sono ben assemblati e miscelati con sapienza.
Consigliato a: Gruppi di 5 o 6 persone/bambini con forte propensione all’azione; è necessario un ambiente domestico (perché poco adatto alla ludoteche), astenersi collezionisti patologici.
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Ci sono situazioni in cui le dimensioni non contano, e non stiamo parlando solo delle contenutissime misure della scatola di Moo Stick Invasion.
Voi non lo sapete, ma in un piccolo per quanto lontano pianeta un’agguerrita razza dalle microscopiche dimensioni sta pianificando l’invasione del pianeta Terra. D’accordo, chi ha letto l’opera omnia di Douglas Adams avrà già pensato ai G’Gugvuntts e ai Vl’hurgs, due popoli alieni che, dopo millenni di battaglie, si coalizzarono per distruggere il nostro pianeta, ma … (il finale ve lo sveliamo tra qualche paragrafo!). Non sono, però, questi i protagonisti del nostro gioco di oggi, anche se il genere fanta-paradossale ben si addice all’atmosfera che verrà a crearsi.
In Moo Stick Invasion, una squadra di specialisti ben addestrati (i giocatori) deve affrontare un compito molto ardito: esplorare il territorio ostile (soprattutto se la mamma è in casa…) per prendere confidenza con le cose e gli oggetti di quel pianeta.
Dopo un lungo viaggio interstellare, l’astronave (ovvero la plancia di gioco) sta per atterrare nel bel mezzo di una grande pianura (il vostro tavolo) e qui avranno inizio le leggendarie gesta della coraggiosa avanguardia…
È molto importante che ogni novizio, a prescindere dall’età, venga introdotto al gioco da una coinvolgente ed esagerata (ma sempre leggera e ironica) introduzione, proprio come quella appena citata.
Creare il giusto clima, come vedremo, è importante per affrontare con il necessario sorriso le sfide – talvolta al limite del paradossale – che vi aspettano.
Se vi manca l’ispirazione vi consigliamo, quale musa, la lettura di “La guida galattica per autostoppisti” dove, guarda caso, è citata una razza di microscopici alieni intenti a progettare l’invasione della terra. Per la cronaca, nel libro queste bellicose intenzioni naufragano perché i microbi invasori vengono divorati da un ignaro cane. Questo non ditelo ai vostri esploratori: ne andrebbe del loro morale!
Unboxing
Come in ogni buon film di fantascienza che si rispetti, è necessario fare un breve flashback: la vostra carriera di motivatore di avanguardie aliene è iniziata quando avete acquistato Moo Stick Invasion, dell’editore francese Captain Macaque e distribuito in Italia da Oliphante.
Eppure l’apertura della scatola non lasciava presagire particolari sorprese, fatto salvo per un componente, inusuale nel mondo dei giochi da tavolo, ma da anni fido compagno di giochi di molti bambini.
Il tratto distintivo del gioco sono, infatti, 4 bollini adesivi per giocatore/colore – 3 generici e uno di “fine missione” – realizzati con un’innovativa tecnologia di tipo “attacca e stacca”.
Ciò introduce un tema che per il mercato ludico italiano, composto in maggioranza da collezionisti, risulta scottante quanto appunto un’invasione aliena: Moo Stick Invasion è un gioco “di consumo”. Anche usando gli attacca e stacca con cura, prima o poi questi esauriranno la propria efficacia: a quel punto, per nostra fortuna, sarà possibile “riportarli in vita” lavandoli nell’acqua. Immaginiamo, però, che – per quanto ben realizzati – gli adesivi sulla lunga distanza possano comunque accusare i segni del tempo.
Questo rappresenta un problema solo per chi compra i giochi per fare bella mostra nello scaffale: alla fine dei conti, il rapporto costo-longevità di Moo Stick Invasion ci è sembrato più che buono e vi consigliamo di accantonare ogni forma di preoccupazione o remora. Insomma, proprio come da anni si fa con i libri realizzati con tecnologie analoghe, se vi piace compratelo, giocatelo e, soprattutto, divertitevi, ma non pensate troppo a quanto durerà!
Oltre alla già citata plancia segnapunti, il gioco fornisce anche sei cartoncini quadrati (uno per giocatore) e 28 carte di piccole dimensioni, stampate su entrambi i lati.
Il materiale impiegato è uno spesso cartoncino lucido, che fornisce la miglior superficie possibile per utilizzare i nostri “attacca e stacca”.
Ogni cartoncino/plancia altro non serve che da “vassoio” per gli adesivi, permettendo ai giocatori di trasportarli da un ambiente all’altro senza perderli o rovinarli.
Le carte sono di 2 diverse tipologie: missioni “uno” e “due”. La prima categoria generalmente contiene una qualsiasi tipologia di oggetti (sostantivi), mentre la seconda un aggettivo.
Secondo uno schema consolidato, già visto in parecchi giochi, queste carte vengono utilizzate a coppie, creando binomi diversi e bizzarri: in questo modo, si modellano i messaggi radio che arrivano dal pianeta madre con le richieste di ciò che dobbiamo trovare.
Le combinazioni garantiscono una notevole varietà di soluzioni, alcune semplici, altre davvero astruse. Infatti, per fare un esempio, “oggetti che se cadono si rompono” (1) “che emanano odore” (2) sono piuttosto complessi da recuperare e, comunque, sicuramente meno comuni di “oggetti che contengono tessuto” (1) “di colore nero” (2). Ora, ovunque voi siate, guardatevi attorno e cercate con lo sguardo “oggetti più leggeri di un uovo” (1) che “si vedono al buio” (2) o provate a pensare a qualsiasi altra combinazione tra le due carte missione…
Il gioco
La prima cosa da fare per completare il setup è delimitare lo spazio di gioco in un paio di ambienti della casa. Per il massimo divertimento (vedi foto) è fortemente consigliato l’inclusione della cucina, anche se questo genera qualche inevitabile criticità, facilmente immaginabile.
Ogni microbo alieno (giocatore) riceve il vassoio con i propri quattro adesivi. Nella plancia principale vanno sistemate le pedine segnapunti e vengono nascoste le caselle bonus non utilizzate: in tutto, ne servono un numero pari a quello dei partecipanti.
Vengono, poi, selezionate cinque carte per ogni tipo. Essendo stampate su entrambi i lati, è necessario coprire con le apposite carte le due piccole pile appena formate, affinché nessuno sappia in anticipo quali oggetti si dovranno recuperare.
Ogni partita è composta, quindi, da 5 diverse quest (o ricerche), al termine della quali l’esploratore più meritevole (il vincitore) verrà nominato comandante con ruoli apicali nell’imminente invasione.
È necessario utilizzare un orologio in grado di scandire il trascorrere di 5 minuti: il timer del forno è un’ottima soluzione, anche se uno smartphone top class – costosissimo e magari appena acquistato – meglio s’intona all’ambientazione demenzial-fantascientifica del gioco.
Rivelata la prima coppia di carte e fatto partire il cronometro, vi accorgerete immediatamente che il gioco era posizionato sullo scaffale sbagliato del negozio. Pur avendo le sembianze di un gioco da tavolo è a tutti gli effetti un gioco di azione, dove velocità di pensiero e capacità di osservazione sono le skill che portano alla vittoria. Mettete da parte le sedie, perché sono solo un intralcio e per la prossima mezz’oretta – questa è la durata del gioco – non verranno utilizzate.
I giocatori si lanciano entro il perimetro di gioco cercando oggetti che abbiano le caratteristiche indicate: appena pensano di averne trovato uno che soddisfi almeno una delle richieste, vi piazzano sopra uno dei propri bollini. Questo impedirà a qualsiasi altro giocatore di “bollare” lo stesso oggetto.
Quando il giocatore ritiene di avere terminato la propria caccia ai 3 oggetti richiesti, tornerà sulla plancia principale e piazzerà il bollino “missione completata” sul primo bonus libero: essere il più veloce garantisce un numero di punti vittoria direttamente proporzionale al numero dei giocatori.
Terminato il tempo a disposizione, inizia il recupero dei bollini e il conteggio dei punti guadagnati. Ogni oggetto che soddisfa:
- entrambe le richieste (missione “1” e ”2”) garantisce al giocatore che lo ha bollato 3 punti vittoria;
- una sola caratteristica, invece, conferisce 1 p.v. soltanto.
Essendo le decisioni rimandate interamente al giudizio dei giocatori stessi, per evitare risse e polemiche tra i più piccoli, è fortemente consigliata la figura di un unico arbitro che prenda decisioni insindacabili.
Queste potenziali polveriere dovrebbero – l’uso del condizionale mai è stato più appropriato – sparire in presenza di un tavolo di adulti, che solitamente trovano molto divertente verificare in prima persona gli oggetti selezionati dagli altri giocatori.
I punti vittoria guadagnati vengono, poi, trasferiti sulla plancia generale, dove il percorso numerato che serve allo scopo riserva un’ultima piccola – e gradita – finezza.
Parecchie caselle permettono, infatti, al giocatore che vi termina sopra di guadagnare un numero di punti vittoria pari al numero dei giocatori che lo precedono in quel momento in classifica.
Questo accorgimento permette di mantenere sempre elevato l’equilibrio e, quindi, l’esito della partita. Salvo palese inferiorità, nessuno si sentirà mai escluso dalla lotta per la vittoria finale.
Bottom line
D’altra parte, però, questo risvolto da “gioco dell’oca” sottolinea – ancora una volta – che Moo Stick Invasion va preso con lo spirito giusto. A meno che non aspiriate a guidare l’invasione del pianeta, la vittoria è un aspetto secondario, perché il vero scopo è divertirsi, trovare gli oggetti più strani e motivarli con le spiegazioni più improbabili.
Approcciandolo in questo modo, il gioco non conosce limiti di età: risulta adatto sia a un gruppo di adulti, in cerca di una serata allegra e movimentata, che a vostro figlio/a e i suoi amici (dagli 8 anni in su), se vi state proponendo in qualità di animatore fai-da-te.
Abbassando l’età dei partecipanti è, infatti, fortemente consigliata la supervisione di un adulto, non solo – come abbiamo già visto – avente funzione di “arbitro”, ma anche in qualità di “custode” dell’integrità della casa ospitante.
La scatola ci indica che possono giocare da due a sei giocatori ma, come tutti i party games, segue il motto “più siamo, più ci divertiamo”.
Se vogliamo, il gioco è ben poco innovativo: le regole di base sono quelle del vecchio “Strega comanda colore”, che peraltro avevamo già visto declinate con successo in “Soqquadro”.
Già visto anche il meccanismo della “doppia carta” per creare bizzarri binomi “sostantivo più aggettivo” e anche l’utilizzo degli “attacca e stacca” non rappresenta – almeno in ambito ludico – una novità assoluta, perché è pratica diffusa utilizzare i Post-it per la caccia al tesoro e i giochi di animazione di gruppo.
Il gioco, però, risulta ben realizzato ed equilibrato e funziona davvero bene: vi regalerà tante mezz’orette di sano divertimento e – in qualche caso- veri brividi da avventuriero.
I “guardiani della galassia” (mamma, moglie o – più in generale – il padrone di casa) si riveleranno fieri avversari e letali nemici, soprattutto se cercherete di applicare bollini all’interno del frigorifero e della cristalliera della nonna.
Pur non essendo espressamente previsti dal regolamento del gioco, rappresentano quindi la minaccia più grave, non solo per la vostra missione di esplorazione, ma anche per la vostra incolumità (N.B.: stiamo parlando di quella “reale”, non del microbo invasore)…
Si ringrazia Captain Macaque per aver reso disponibile l’astronave… pardon, la copia di valutazione del gioco.
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