SINTESI

Pro: Vario originale e raffinato, si colloca tra i benchmark di un affollato settore. Da sottolineare un utilizzo molto duttile dei dadi e una grafica bella, colorata e mai particolarmente violenta o truce.

Contro: Qualità delle carte non eccellente: imbustatele! Il costo della confezione base è importante. L’esperienza di gioco è un poco bizantina: i concorrenti diretti hanno dinamiche più immediate e semplici.

Consigliato a: Ashes fa davvero di tutto per rendere l’esperienza di gioco adatta a tutti: oltre ai mazzi preconfezionati per i casual gamer e il sistema di draft per i gamer più incalliti, il “core business” rimane la costruzione del mazzo, da abbinare alla creazione del pool di dadi. Ok, lo diciamo pronti a subire ingiurie e smentite di ogni tipo: Ashes è una buona alternativa a Magic The Gathering, se si è disposti a rinunciare all’aspetto della collezione.

Valutazione Globale
Realizzazione
Giocabilità
Divertimento
Longevità
Prezzo

Idoneità al solitario:
bassa

Incidenza della fortuna:
discreta

Idoneità ai Neofiti:
discreta

Autore:
Isaac Vega

Grafica ed illustrazioni:
D. Richards, F. Suarez

Anno:
2015

Ashes: la Rinascita dei Phoenixborn (d’ora in poi indicato solo come “Ashes”) si colloca in un filone di giochi ben noto: nell’ultimo ventennio nessun boardgamer ha potuto ignorare Magic the Gathering e i giochi ad esso ispirati.

Molto interessante la dicotomia che si è venuta a creare sulla valutazione dei tre elementi tipici di questo gioco (collezionismo/creazione del mazzo/sessioni di gioco). Molti addetti ai lavori sostengono che il vero successo di Magic the Gathering sia legato all’aspetto del collezionismo e del commercio: possedere carte rare da inserire nei propri mazzi è forse secondario rispetto al controvalore in denaro attribuito alle carte più pregiate. Ma la comunità dei giocatori, pur continuando ad apprezzare l’immediatezza e la semplicità dei sistemi di gioco di questo tipo, ha sempre inteso l’aspetto “collezionistico” come quello meno interessante sotto un profilo strettamente ludico.

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Unboxing

Unboxing.

Nel tempo si sono così susseguiti diversi giochi “Magic-like” che hanno sostituito il collezionismo puro con “giochi base” accompagnati da grandi e piccole espansioni dal contenuto noto e certo.

Di giochi che si focalizzano soltanto sulla costruzione del mazzo e su scontri tattici fantasy “card based” avevamo già visto l’italianissimo WarAge. Oggi è la volta di Ashes, che si presenta come una potenziale evoluzione.

Il gioco

In Ashes ogni giocatore interpreta un phoenixborn, ovvero un detentore di potenti magie che dà battaglia agli altri phoenixborn e alle loro temibili creature.

6 personaggi in cerca di autore

Sei personaggi in cerca di autore…

Chi siano i phoenixborn ce lo descrive una breve introduzione tematica e, soprattutto, la splendida grafica del gioco: colorata, elegante e mai particolarmente aggressiva. Ma alla fine cambia davvero poco rispetto ai maghi che si sfidano in Magic: bisogna lanciare incantesimi ed evocare alleati, al fine di distruggere gli avversari e vincere la partita.

Così, per quanto il gioco venga indicato da 2 a 4 giocatori, a noi è sembrato più adatto al classico “faccia a faccia”. Ashes non si preoccupa minimamente di inserire nel gioco multiplayer una cornice operazionale/strategica con conseguente -perlomeno nelle prime partite- empasse da prima mossa: chi devo attaccare per primo e perché?

Il personaggio "guerriero": possente e devastante

Il personaggio “guerriero”, possente e devastante.

I giocatori esperti trovano, invece, nell’antecedente costruzione del mazzo le motivazioni (tattiche) in tal senso: “Se l’avversario sta giocando con il phoenixborn “X” allora nel suo mazzo avrà messo sicuramente le carte “Y”, di conseguenza è bene che provi ad attaccarlo con le mie creature “Z” prima che sia troppo tardi“.

Pur privo di mappa, il gioco viene proposto in una scatola standard che risulta un poco sovradimensionata per il contenuto della sola scatola base:

  • 6 carte Phoenixborn;
  • 241 carte utili (o di supporto) al deck building, più o meno equamente divise in sei diversi mazzi consigliati (uno per Phoenixborn);
  • qualche segnalino di contabilità (punti ferita, “esaurito”, ecc.);
  • 40 dadi, divisi equamente per colore/tipologia: Mentali, Rituali, Illusori e Naturali.

Ogni gruppo di dadi esprime un insieme di 3 icone-risultato gerarchicamente definite: nel corso del gioco, ogni risultato di categoria superiore può essere declassato e utilizzato come un risultato inferiore senza alcuna penalità. Da notare che la faccia meno pregiata è uguale per tutti i cinque set di dadi, innescando così un interessante mix tra qualità e quantità dei risultati disponibili.

i dadi del gioco base

I dadi del gioco base.

Nel gioco, i dadi hanno la funzione del “mana” in “Magic the Gathering”: sono il carburante necessario che serve ai maghi (pardon, ai Phoenixborn) per lanciare le proprie magie.

Il cuore pulsante del gioco sono quindi le carte, che sono essenzialmente di 2 tipi: Magie e Creature. Fra le 2 categorie, molte caratteristiche sono in comune:

  • nome e disegno (solo a scopo tematico);
  • qualche parola chiave, da utilizzare per innescare combo o definire bersagli;
  • costo di attivazione, espresso con le stesse icone che poi ritroviamo sui dadi;
  • abilità speciali, che spesso prevedono un proprio costo di attivazione diverso da quello necessario per mettere in gioco la carta stessa.

Un personaggio e le sue carte consigliate

Un personaggio e le sue carte consigliate.

Per le sole creature vanno aggiunte la forza di attacco, punti ferita e la capacità di guarigione ad ogni turno.

Ancora più semplici le carte phoenixborn, che contengono:

  • punti ferita e abilità speciale (con relativo costo di attivazione);
  • numero massimo di creature (valore “esercito”) e magie (“grimorio”) che possono essere attive in un qualsiasi momento della partita.

i costi di attivazione sono espressi tramite icone

I costi di attivazione sono espressi tramite icone.

Sembrerebbe davvero tutto molto lineare, ma una piccola complicazione il gioco la impone. Le creature sono di due tipi distinti: ogni tipologia viene evocata e “distrutta” (eliminata) in modo diverso, anche se -quando sono in gioco- tutte le creature si comportano allo stesso modo.

Il primo gruppo è composto da carte normalmente inserite nel proprio mazzo e che quindi si comportano come tali: possono essere messe in gioco quando vengono pescate dal mazzo e, quando distrutte, finiscono negli scarti.

Il secondo gruppo è un po’ più sofisticato: nel mazzo vanno inserite le corrispettive carte “evocazione”, che andranno attivate come magie. Una volta in gioco, queste potranno essere utilizzate per evocare le corrispondenti creature, le cui carte verranno prese da un apposito mazzo separato (e qui nuovamente riposte una volta distrutte).

Un personaggio e le "sue" creature: fino alla ricostruzione dei mazzi almeno.

Un personaggio e le “sue” creature… almeno fino alla successiva ricostruzione dei mazzi…

Esempio: inserire la carta magia “Evoca Ferroceronte” nel proprio mazzo dà diritto a inserire le corrispondenti carte “Ferroceronte” tra le proprie creature da attivare.

Durante la partita, si avrà la possibilità di attivare una o più carte “Evoca Ferroceronte”.

Sarà poi possibile attivare tale magia a piacimento, acquisendo ogni volta il diritto di mettere in gioco una carta Ferroceronte, prelevandola dal mazzo delle creature; nel caso in cui un Ferroceronte venga ucciso, la relativa carta ritorna nel mazzo delle creature disponibili, pronta per nuove evocazioni.

Le carte che possono essere utilizzate nella fase di deck building (creature da evocare escluse) sono tutte fornite in triplice copia: questo è anche il numero massimo di carte uguali che possono essere inserite in qualsiasi mazzo.

Personaggio che stringe l'occhio ad un pubblico femminile.

Personaggio che strizza l’occhio al pubblico femminile.

Prima di parlare del setup, è importante sottolineare che Ashes fornisce anche un sistema di creazione dei mazzi tramite “Draft“: il regolamento fa davvero di tutto per lasciare ai giocatori la massima libertà di personalizzazione dell’esperienza di gioco.

Comunque sia assemblato il vostro mazzo, è indispensabile creare una forte sinergia tra le 30 carte che lo compongono e i 10 dadi di corredo che dovrete scegliere. Ad esempio, per massimizzare la flessibilità, i mazzi precostituiti fanno tutti riferimento alle icone presenti solo su 2 tipologie di dado; così i corredi consigliati sono di 5 dadi per ciascun tipo utilizzato.

Siccome le funzioni base di tutte le tipologie di dadi sono identiche e i risultati modificabili, voi potrete comunque comporre i set di dadi a vostro piacimento (ad esempio, con schemi quasi “calcistici” come 3-3-3-1 oppure 4-3-1-2), cercando combinazioni statistiche poco frequenti: nella probabile eventualità che non si verifichino le condizioni ideali da voi auspicate, i risultati ottenuti potranno comunque adattarsi a soluzioni più o meno di ripiego.

I downgrade dei dadi

I downgrade dei dadi.

Stabiliti mazzi e dadi in gioco, il setup è molto semplice: ogni giocatore **sceglie** 5 carte (tutte diverse tra loro) dal proprio mazzo, che vanno a comporre la sua mano iniziale, dopodiché mescola il resto del mazzo.

Formato il mazzo di Evocazione (quello composto dalle “creature evocabili”), bisogna soltanto avere cura di organizzare il proprio spazio di gioco in modo tale da ospitare le carte in gioco come se si trattasse di un piccolo esercito fantasy astratto (vedi figura). In prima fila andranno le creature, a seguire le magie e, nelle retrovie (terza fila) i “Boss” (Phoenixborn) e i mazzi di pesca e scarto.

Lo spiegamento di un esercito.

Lo spiegamento di un esercito.

Il gioco si svolge in Round, ognuno composto da 3 fasi distinte: “preparazione”, “di turno” e “recupero”.

Durante la fase di preparazione, per prima cosa è necessario tirare i dadi e suddividerli per categoria e tipo. Il downgrade dei risultati è sempre possibile e gratuito e, durante il corso del round, avrete anche parecchie (e costose) possibilità di variare i risultati o di riattivare dadi già spesi: meglio tenere in ordine i dadi attivi, separandoli da quelli che via via si esauriscono.

Successivamente, il giocatore può liberamente scartare qualsiasi numero di carte dalla propria mano e pescarne di nuove fino a riaverne 5. Questa opzione, da gestire con cautela, permette di non cristallizzarsi su carte non desiderate, sia in base ai risultati ottenuti con i dadi, sia in funzione di cosa è già uscito o di cosa si sta cercando. Ad esempio, se per risparmiare colpi al vostro phoenixborn vi servirà una nuova creatura da attivare, non avrete molte alternative e vi converrà pescare il massimo delle carte possibili.

I dadi si consumano per attivare le carte.

I dadi si consumano per attivare le carte.

Durante la fase dei turni, i giocatori si alternano in azioni sequenziali e ciascun giocatore può eseguire un’azione principale:

Attaccare un phoenixborn avversario. È possibile scegliere un qualsiasi numero di creature attive ancora non esaurite per dichiarare l’attacco. Il difensore potrà, se lo desidera, nominare per ciascuna unità nemica attaccante una creatura a difesa. Per ognuna delle creature in difesa egli potrà scegliere se contrattaccare. Le possibili casistiche che ne risultano sono piuttosto varie:

  • Se l’attacco di una creatura non è difeso, questo arreca danni direttamente al phoenixborn e si esaurisce (si “tappa” nel gergo di Magic: non potrà più né attaccare né difendere nel corso del round).
  • Se l’attacco è difeso, la creatura che attacca arreca danni alla sola creatura in difesa, dopodiché si esaurisce.
  • Se è stata definita l’azione di contrattacco, il difensore arreca danno all’avversario e si esaurisce a sua volta.

Le carte sono davvero molto varie

Le carte sono davvero molto varie!

Attaccare una creatura nemica. Stavolta l’avversario potrà proteggerla con il suo phoenixborn o con altre creature che hanno l’apposita abilità.

Le creature bersaglio (ma non il phoenixborn) hanno il diritto di contrattaccare e anche in questo caso infliggono danni agli avversari e infine si esauriscono.

Passare. Opzione utile se non si ha la possibilità di effettuare nessun’altra azione principale; se entrambi i giocatori passano, la fase dei turni termina.

Ad ogni turno, all’azione principale può essere sempre affiancata un’azione secondaria.

Giocare 1 carta dalla propria mano, pagando il relativo costo di attivazione. Ricordatevi sempre di non superare il valore “esercito” se state attivando una creatura, oppure “Grimorio” se invece state attivando una magia del vostro phoenixborn.

Come sempre in questi casi, le carte magie hanno poteri e modi d’uso molto diversi tra loro: alcune alterano le caratteristiche delle proprie creature, altre rimangono dormienti nell’attesa che il giocatore le “spenda”, e altre ancora si attiveranno in reazione alle mosse avversarie.

I focus: alcune carte permettono di essere impilate con altre carte uguali. Questo permette di fare l''azione in modo più performante ma al contempo si perde l'opprtunità di fare 2 volte la stessa azione: se si opta per il "focus" tutte le carte si esauriscono contemporaneamente.

I focus: alcune carte permettono di essere impilate con altre carte uguali. Questo permette di eseguire l’azione in modo più performante, ma al contempo si perde l’opportunità di compiere 2 volte la stessa azione; se si opta per il “focus”, tutte le carte si esauriscono contemporaneamente.

Meditare: Scarta carte (dalla propria mano o dal mazzo) per cambiare l’orientamento dei tuoi dadi. Attenzione! Questa opzione è duttile e molto forte, ma se il vostro mazzo si esaurisce, per ogni carta che non potrete pescare per qualsiasi motivo, il vostro phoenixborn subirà un punto ferita,

Attivare un “potere del Dado”: I risultati più pregiati di ognuno dei cinque set di dadi permettono di esaurire il dado, attivando un effetto speciale: infliggi un colpo, cambia la faccia a un dado, ecc.

Nell’ultima fase -quella di recupero– le creature che ne hanno la facoltà possono recuperare i punti ferita: quando decidete di attaccare creature con questa abilità, cercate di infliggere danni sufficienti ad eliminarle, oppure poco a poco si rigenereranno.

Non pago delle tante opzioni che Ashes offre durante ogni turno, il gioco vi offre un ultimo espediente tattico: i dadi ancora non esauriti possono essere mantenuti per le fasi successive, oppure scartati per essere rilanciati nel turno seguente.

Una volta che avrete tolto tutte le pedine “esaurito”, le unità saranno pronte per affrontare un nuovo round. In questo modo si susseguono i vari turni, con un buon bilanciamento fra i colpi assorbiti dalle creature e quelli che raggiungono i phoenixborn. La partita termina entro la mezz’ora, quando un solo phoenixborn è sopravvissuto alla battaglia.

Orginale, raffinato e forse un poco barocco: comunque un ottimo gioco.

Originale, raffinato e forse un po’ barocco: comunque un ottimo gioco!

Bottom Line

Premettiamo subito che questa recensione si basa sulle impressioni di gioco ricavate utilizzando i mazzi precostituiti della scatola base. L’esperienza di gioco è di buon livello, i giocatori sono sempre impegnati a prendere decisioni tattiche importanti e i 6 mazzi base mostrano come i personaggi siano ben diversificati ed equilibrati.

C’è chi cerca di vincere con la potenza dei suoi colpi, chi fa del numero di creature la propria forza e chi utilizza la tattica subdola di far scartare carte e dadi all’avversario.

Come si addice a ogni gioco di “deck building“, per ogni tattica c’è una contromossa devastante: i riscontri del web relativamente alla parte di costruzione dei mazzi sono più che lusinghieri.

L’idea di utilizzare i risultati dei dadi come “carburante” rende il gioco vario, interessante e originale, anche se un po’ barocco: gran parte dei giochi di questo tipo hanno dinamiche leggermente più snelle.

Ashes ha comunque tutte le carte (*) in regola per diventare uno dei nuovi punti di riferimento del settore!

(*) Il gioco di parole è assolutamente intenzionale! 😀

Si ringrazia Asterion Press per aver reso disponibile la copia del gioco. Come in molti altri card game, non dimenticate di consultare le FAQ ufficiali.

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