SINTESI
Pro: Divertente e dinamico. Con qualche velleità educativa e un livello di difficoltà adatto perlomeno dalle scuole medie. Sarà soggettivo, ma la grafica ci piace un sacco!
Contro: Per quanto ben assemblato, rimangono latenti tutte le difficoltà di un gioco di carte basato sulle combo. Forte incidenza della fortuna, alcune combinazioni risultano esageratamente forti e le forme di gamey sono in agguato.
Consigliato a: Se escludete gli hardcore gamers, tutti possono davvero divertersi con Evolution.
Realizzazione | |
Giocabilità | |
Divertimento | |
Longevità | |
Prezzo |
Idoneità al solitario:
assente
Incidenza della fortuna:
discreta
Idoneità ai Neofiti:
discreta
Autore:
Vari
Grafica ed illustrazioni:
Vari
Anno:
2014
Evolution non è solo il nome del gioco oggetto della recensione, che trae piuttosto liberamente spunto dallo sviluppo della vita sul nostro pianeta. Evolution potrebbe anche essere il titolo della storia che parla dello sviluppo del gioco stesso.
Facciamo un breve riepilogo al solo scopo di fare chiarezza sull’oggetto della recensione.
Evolution: The Origin of Species (2010) vede la luce come progetto “indie”, ma poi esplode la moda del crowdfunding e così, dopo aver subito una profonda rivisitazione (spariscono ad esempio i dadi!), il gioco viene finanziato su Kickstarter (2014). Il nome si comprime in “Evolution” e l’impianto grafico diventa molto bello per quanto colorato.
Evolution: Climate (2016) implementa il gioco del 2014 senza cambiare però l’impianto di base. Viene soltanto aggiunto un set di regole e il materiale necessario per gestire anche i cambiamenti climatici, così influenti nella storia della vita sul nostro pianeta.
Il gioco diventa un po’ più complesso, ma in questa versione è in grado di interessare anche un pubblico di giocatori più maturi ed esigenti. Anche in questo caso il gioco viene finanziato tramite Kickstarter e, come spesso accade in questi casi, viene prodotta una pletora di materiale di supporto: Oltre a un apposito “upgrade kit” (da “Evolution” a “Evolution Climate”) vedono la luce una serie di carte esclusive che vengono racchiuse in un “promo pack” aggiuntivo.
La versione italiana di Evolution (2017) corrisponde, salvo qualche dettaglio, alla versione del 2014. Al momento in cui scriviamo, non pare che l’editore abbia in programma di pubblicare a breve l’upgrade kit Evolution: Climate.
Unboxing
La componentistica non lascia dubbi sul fatto che Evolution sia un card game:
- 129 carte “tratto”: imbustatele, perché altrimenti si rovineranno piuttosto in fretta;
- 1 mini mappa (stagno) che non contiene alcuna indicazione di gioco;
- 20 tessere razza (ricordano un po’ le cartelle della tombola!) e 40 cubetti per gestire i 2 valori previsti: popolosità e dimensione della razza;
- oltre 100 segnalini “cibo”, da un lato vegetale e dall’altro animale;
- 6 mini schermi (uno per giocatore) che servono per tenere i punti vittoria nascosti agli avversari;
- 1 enorme pedina “primo giocatore” a forma di dinosauro che tanto ha il sapore di “in-utility” pensata come stretch goal per Kickstarter;
- 2 schede riepilogative molto utili anche per tenere sempre sotto controllo la sequenza di gioco, non complicata ma alquanto poco intuitiva.
Per chiudere con il materiale, vi segnaliamo questa pagina dove, alla data di pubblicazione della recensione, era possibile trovare una versione più aggiornata del manuale italiano e qualche carta bonus Print & Play.
Analizzando il cuore del gioco, cioè le carte tratto, non vi sarà difficile capire perché la scatola di Evolution si propone, ottimisticamente, “dagli 8 anni in su”: ogni carta ha davvero pochi elementi distintivi.
Come potete vedere dalla foto, tutte le carte tratto appartengono ad una (alcune più di una) determinata tipologia (colore) che, oltre a facilitare l’ergonomia, permettono di essere identificate come potenziali “bersagli” da altre carte.
La parte più rilevante di ciascuna carta è la sua abilità speciale, accompagnata da una splendida immagine che la contraddistingue. Dei diversi poteri ne parleremo in seguito, o ne troverete ampi esempi nelle foto. Per ora ci basta sottolineare che non bisogna farsi spaventare dalla voluminosità del mazzo: in tutto sono circa una ventina di tipologie di carte, tutte presenti in più copie. Già alla seconda o terza sessione di gioco la dimestichezza sarà tale che il gameplay non subirà ritardi a causa dell’interpretazione dei poteri di ciascuna tipologia.
L’ultima caratteristica delle carte tratto è rappresentata da un numero mostrato all’interno di una piccola foglia sul lato destro della carta stessa. Questo rappresenta la quantità di cibo vegetale che ogni giocatore intende apportare alla riserva comune che ad ogni turno si viene a formare sulla mappa/laghetto.
Il gioco
Il setup inizia posizionando lo stagno al centro del tavolo, in modo tale che sia raggiungibile da tutti. Ogni giocatore riceve uno schermo per nascondere i punti vittoria agli avversari e un solo tassello razza dove colloca gli appositi cubetti sul valore 1 sia della traccia di popolosità che su quella dimensione. È l’ora di immergerci nella tematicità del gioco: vicino alla prima pozza d’acqua iniziano a formarsi minuscole forme di vita, ma procacciarsi il cibo non è mai semplice e così presto dovranno evolversi, pena l’estinzione.
Così non ci resta che vedere come tutto questo evolve con il trascorrere del tempo, pardon… dei turni di gioco.
Per prima cosa, ogni giocatore riceve un numero di carte tratto pari a 3 + il numero di razze che ha in vita davanti a sè: al primo turno si ricevono quindi 4 carte. Ricordatevi: più razze create, più risorse dovrete spendere! Sembra banale… ma solo fino a quando la prima razza deciderà di evolvere come carnivora.
Tutti i giocatori scelgono una carta tratto e la pongono, ancora coperta, nei pressi del laghetto. L’ammontare totale di cibo vegetale a disposizione nel turno corrente non è quindi ancora noto ai giocatori.
Pur rimanendo l’unico espediente tattico che vi permette di incidere direttamente sulla sopravvivenza delle specie erbivore, non vincerete mai una partita per l’abilità di scegliere la carta giusta per la riserva di cibo! Confessiamo che spesso ci è capitato di scegliere semplicemente la carta che non ci sarebbe servita nelle fasi successive.
Il “primo giocatore” cambia ad ogni turno: un fattore tattico importantissimo e non sempre positivo. Cominciare per primo significa con ogni probabilità accedere a un poco di più di cibo vegetale ma, come vedremo, le dinamiche di gioco finiranno per offrire vantaggi consistenti alle razze carnivore che giocano per ultime.
Durante il proprio turno, ogni giocatore spende quante carte tratto desidera (se vuole, può tenerne alcune in mano, disponibili per i turni successivi) in una qualsiasi combinazione di azioni fra quelle qui elencate:
- scartando 1 carta è possibile aggiungere una nuova razza; il giocatore prende una nuova tessera, ponendo come al solito i segnalini popolosità e dimensione nella posizione “1”;
- scartando 1 carta è possibile far aumentare la “dimensione” oppure la “popolosità” di una qualsiasi delle proprie razze (compresa quelle appena create);
- giocando una carta tratto -per ora coperta- davanti a una delle proprie razze; ogni razza può avere al massimo tre carte tratto, ma è sempre possibile sostituire quelle esistenti con altre nuove, modellando così la volatilità delle caratteristiche di ciascuna specie nel corso della loro evoluzione.
Quando tutti i giocatori hanno disposto della propria mano di carte, è necessario scoprire le nuove carte tratto assegnate alle razze e, di seguito, anche il cibo vegetale messo in gioco da ciascun giocatore.
Questa meccanica non risulta particolarmente intuitiva, ma la dinamica, oltre ad essere perfettamente funzionale al gameplay, modella in modo geniale -per quanto astratto- le tempistiche dell’evoluzione.
Le condizioni ambientali (disponibilità di cibo) variano con una rapidità maggiore rispetto alle capacità delle specie di adattarsi. Se c’è carestia, le specie ne soffriranno nel breve periodo ma, se sopravviveranno, piano piano si adegueranno nutrendosi con cibo diverso o trovando fonti di cibo fino a poco tempo prima non raggiungibili (la carta “collo lungo” ad esempio permette di accedere direttamente alla riserva di cibo).
È venuto il momento tanto atteso e temuto: bisogna sfamare le specie, garantendo loro la sopravvivenza e a voi i punti vittoria. Prima di tutto è necessario sottolineare che tutte le specie entrano in gioco come “erbivore”, anche se basta una carta tratto piuttosto comune (“Carnivoro”) per trasformarle in famelici predatori.
Sempre iniziando dal primo giocatore, ma dopo aver risolto le abilità speciali di molte carte, a turno è possibile attivare una razza ancora “affamata”. Il giocatore prende il cibo di competenza e spesso innesca una serie di effetti collaterali (chiamatele “combo” se preferite).
Attivando una specie vegetariana, sarà possibile prendere una pedina cibo dallo stagno (ovviamente se disponibile) alimentando così una piuttosto feroce interazione indiretta (dopo solo qualche turno difficilmente ci sarà cibo per tutti).
Ovviamente il “bello” viene quando si decide di attivare una specie carnivora e, di conseguenza, un’altrettanto ferale interazione diretta, che comprende -volendo- le proprie razze.
Soprassedendo per un attimo ai tanti modificatori forniti generosamente dalle carte tratto sia a chi attacca che a chi cerca di sopravvivere, per poter azzannare un’altra specie è necessario possedere una dimensione più grande.
Ecco dunque spiegato il vantaggio di essere l’ultimo di turno, soprattutto quando si gioca in 2 o 3 giocatori: è possibile investire qualche carta tratto per modellare le dimensioni della propria specie secondo necessità. Per questa ragione il gioco ci è piaciuto di più in 4 o 5 giocatori, ma Evolution non è comunque un gioco per freddi “calcolatori di dimensioni”: troppi modificatori e troppe variabili per privilegiare oltremodo i giocatori iper calcolatori.
Ogni volta che un predatore riesce a prendere una preda accade che:
- la razza aggredita perde 1 punto popolazione;
- il cacciatore riceve una quantità di cibo pari alle dimensioni della preda.
Una razza, una volta che ha raccolto una quantità di cibo (indipendentemente dal tipo) pari alla propria popolosità, perde lo stato di “affamata”: deve interrompere immediatamente l’approvvigionamento e non potrà più essere attivata fino al turno successivo.
Il turno termina quando tutte le razze non sono più affamate, oppure non è più disponibile cibo utilizzabile per le razze ancora alla ricerca. Quando viene dichiarata la fine del turno, le razze affamate sono costrette a ridurre la popolosità della razza portandola allo stesso valore del cibo raccolto.
Quando una razza è costretta a ridurre la popolosità a zero, poco importa se a causa del poco cibo raccolto o per via dell’aggressione di un carnivoro, viene dichiarata “estinta”: la sua tessera viene rimossa dal gioco e il “proprietario” pesca dal mazzo, quale compensazione, un numero di carte tratto pari al numero di tratti della razza estinta che vengono scartate.
Estinguere una razza per sfamare un proprio carnivoro e prendere fino a 3 carte in mano è un’opzione talvolta preferibile a quella di mangiare una specie di un altro giocatore.
Tutti i giocatori spostano poi le pedine cibo dietro al proprio schermo: quando tutte le carte tratto sono state pescate e il relativo mazzo esaurito, la partita finisce e ai punti vittoria raccolti come cibo vengono aggiunti il totale delle carte tratto in gioco e la popolosità di ciascuna delle proprie razze.
I lettori più esperti che hanno preso attentamente visione delle immagini delle carte avranno catalogato il gioco alla voce “un altro card game basato sulle combo”. L’affermazione è -ovviamente- corretta, ma a fare la differenza, in positivo, sono le dinamiche che rendono Evolution davvero particolare e, a nostro modesto parere, anche molto divertente.
La prima falsa pista che ci fornisce la meccanica è sulla varietà del gameplay. Da un lato è pur vero che TUTTE le PARTITE (tranne quelle, residuali, a 2 giocatori) vedono impegnate TUTTE le carte tratto, che, tra l’altro, non contano tante tipologie diverse.
Eppure le partite risultano spesso radicalmente diverse fra loro, perché l’andamento dipende moltissimo dalle prime carte tratto che i giocatori si ritrovano in mano. Se qualche giocatore riesce già dal primo turno a piazzare una razza carnivora molto pericolosa, gli altri giocatori saranno costretti ad evolvere poche razze di grandi dimensioni e dalla popolosità elevata.
Se invece durante i primi turni compaiono molte carte protezione e combo che favoriscono la raccolta del cibo vegetale, le razze tenderanno a proliferare di numero, rinunciando a crescere di dimensioni a favore della popolosità (che garantisce la raccolta di cibo e quindi di punti vittoria!).
Un altro aspetto importante delle dinamiche di gioco è che, da qualunque parte abbiate cominciato, prima o poi l’ecosistema farà la sua parte!
Se ci sono pochi carnivori, le specie vegetariane prospereranno e finiranno per far scarseggiare il cibo di questo tipo e a poco varrà il vostro impegno a tenere alta la fornitura di cibo vegetale, con valori foglia elevati. Specularmente, quando ci sono troppe specie carnivore, il cibo vegetale finisce per marcire nello stagno e le specie carnivore sono costrette a dilaniarsi fra loro estinguendo i più deboli e costringendo qualche razza a tornare a fare gli erbivori (le vie dell’evoluzione sono davvero infinite!).
Se da un punto della modellazione tutto questo rimane piuttosto vago, il gameplay esplode in una varietà di situazioni che si rincorrono: la razza perfetta non esiste, prima o poi andrà in difficoltà e dovrete evolverla oppure… sacrificarla!
Bottom Line
Inizialmente si fa un po’ di confusione fra “popolosità” e “dimensione” e nei loro “incroci” tra erbivori e carnivori. Il turbinio di “maggiori” o “minori”, “uguale a”, “modificato da”, “ma esente per” rappresenta l’unico -piccolo- scoglio in ingresso. Ma poi il gioco funziona! Le combo si riveleranno ogni partita più forti e le sinergie tra le razze importanti (capita perfino di prepararsi la razza da “mangiare”!).
Gli hardcore gamers, però, smetteranno presto di giocare all’evoluzione e inizieranno una corsa alla combo sempre più forte, finendo per snaturare il gameplay stesso del gioco.
D’altra parte, la scheda che traduce i tratti delle razze in nome scientifici tradisce l’anima velatamente educativa del gioco. Si possono imparare giocando con grande soddisfazione alcuni rudimenti dell’evoluzione e, quindi, delle caratteristiche delle diverse razze che popolano questo splendido pianeta… What else?
Si ringrazia Pendragon Game Studio per aver reso disponibile la copia di valutazione del gioco.
Ti interessa qualche altro gioco? Forse lo abbiamo già recensito…
- Hellapagos - 8 Febbraio 2021
- Four Against Darkness - 13 Gennaio 2021
- Last Aurora - 7 Gennaio 2021