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PREMESSA:

Il mercato internazionale dei giochi da tavolo è uno dei pochi ad aver registrato una crescita ampiamente in doppia cifra anche negli ultimi due anni: la pandemia globale ha infatti spinto molte persone a scoprire o riscoprire questa passione, per animare in modo un po’ diverso dal solito le innumerevoli serate in casa con i propri familiari.

Parallelamente è cresciuto, sia per offerta che per domanda, il mercato delle trasposizioni digitali dei giochi da tavolo: se infatti in epoca pre-Covid era considerato un buon modo per attrarre i giocatori occasionali, mentre i grognard lo “snobbavano” per la totale assenza di interazione reale e del piacere analogico dei componenti, nell’ultimo anno molte persone hanno iniziato a cercare i loro titoli preferiti sugli app store, per poter giocare a distanza con amici e conoscenti.

Grazie alla disponibilità dell’editore Acram Digital, abbiamo potuto provare tre trasposizioni digitali di altrettanti giochi che abbiamo già recensito nella loro versione puramente analogica: Charterstone, Steam e Otto Minuti per un Impero.

Per facilitare la lettura, abbiamo inserito in ciascun titolo il link alla relativa recensione; dopodiché per ognuno analizzeremo le caratteristiche tecniche e faremo un focus sulla modalità di apprendimento del regolamento.

CHARTERSTONE

La schermata iniziale di Charterstone.

APPRENDIMENTO:

Il gioco non ha un vero e proprio tutorial: vengono spiegati i primi passi del gioco all’inizio della partita e tutto il resto si impara man mano che viene aggiunto durante la campagna.

D’altra parte, la meccanica di base è quella di un purissimo piazzamento lavoratori: sistemo una pedina, ottengo la risorsa corrispondente o eseguo l’azione associata; se ho finito le pedine, devo perdere un round recuperandole. Ad ogni modo, consigliamo vivamente di affrontare un paio di partite singole, disabilitando i moduli aggiuntivi, prima di iniziare una campagna vera e propria.

INTERFACCIA:

L’interfaccia è chiara (sia nel senso di leggibile, che in quello di dominata dai toni chiari), interamente in lingua italiana e riporta le stesse icone del gioco da tavolo: chi ha già provato la versione analogica di Charterstone, non avrà problemi a leggere in un attimo le informazioni; per tutti gli altri, invece, serviranno un paio di partite per imparare a distinguere obiettivi, tracciati e altre zone importanti dell’area di gioco. Quando si supera la metà della campagna, i “charterstone” dei giocatori iniziano a farsi piuttosto affollati, quindi conviene allargare lo zoom in caso di display di grandi dimensioni, o prestare molta attenzione allo scroll dell’area di gioco, altrimenti si corre il rischio di dimenticare qualche luogo importante.

I charter iniziano ad ampliarsi di partita in partita…

GIOCO ONLINE:

L’essenza di Charterstone è il multiplayer: come già evidenziato nella recensione della versione analogica del gioco, stiamo parlando di un titolo che dà il meglio di sé dai 4 giocatori in su. Sotto questo punto di vista, la trasposizione digitale è perfetta e consente sia di giocare in più persone sullo stesso dispositivo, passandolo di mano in mano, sia di sfidarsi online.

Quest’ultima modalità, inoltre, consente una forte personalizzazione: oltre a poter decidere se affrontare una singola partita o un’intera campagna, è possibile creare stanze private di gioco, protette da password, da condividere con gli amici, oppure generare partite aperte a tutti con il sistema “hot seat”; scegliere la durata massima di un round per giocatore (che può anche non avere limiti, oppure durare da un giorno a una settimana); infine decidere quali moduli e quali regole speciali adottare per una partita “stand alone”.

La campagna sta entrando nel vivo: senza spoilerare nulla a chi non ha giocato Charterstone, qui dobbiamo prendere un’importante decisione tattica prima della partita…

CONCLUSIONI:

In tutta sincerità, la realizzazione della versione digitale di Charterstone è irreprensibile: è semplice da usare, funziona bene in tutte le modalità e su tutte le piattaforme provate (è disponibile su Steam, App Store e Google Play, oltre che per Nintendo Switch). La grafica “cartoonesca” fa poi il resto: colorata, simpatica e ben variegata, è difficile trovare qualcuno a cui non piaccia, e anche partita dopo partita non stanca e non si appiattisce.

Last but not least, i tempi per allestire e stivare le partite vengono azzerati: una partita dura una mezz’oretta al massimo (ovviamente senza considerare i tempi morti, qualora si decida di giocare online senza porre limiti) e una campagna si può completare tranquillamente in una settimana, giocando in pausa pranzo…

L’ultima divertente “perla” che vi segnaliamo è la presenza delle mappe giocabili ottenute a fine campagna da Rahdo e da Tom Vasel: chi “mastica” l’inglese ed è avvezzo alle loro videorecensioni, non potrà che essere contento di provare anche questa esperienza!

STEAM: RAILS TO RICHES

La schermata iniziale di Steam: Rails to the Riches.

APPRENDIMENTO:

Il gioco offre un doppio tutorial: uno per la modalità base e un altro per quella standard.

La modalità base ci insegna a costruire i binari, a gestire le merci, le entrate e i percorsi, oltre a spiegare le 7 carte azione disponibili all’inizio di ogni round. Per imparare è necessario conoscere un minimo di lingua inglese, perché nonostante il tutorial sia interamente in italiano, i nomi indicati sulle carte sono in inglese, quindi per l’apprendimento bisogna comprendere le rispettive traduzioni.

La modalità standard, invece, spiega il funzionamento dei prestiti e, soprattutto, fa prendere dimestichezza con le aste di inizio turno e, più in generale, sull’importanza di tenere sempre sotto controllo il proprio bilancio economico.

Se poi il giocatore vuole ripassare o approfondire qualche passaggio che magari è rimasto oscuro, allora c’è sempre la possibilità di consultare il regolamento integrale in versione testuale.

In sintesi, Steam non è un gioco particolarmente complesso, ma vanta un’impressionante profondità, quindi completando le partite di prova insieme ai tutorial (c’è la possibilità di interromperle, ma vi suggeriamo di non farlo) sarete subito pronti e sufficientemente competitivi.

Il giocatore ha scelto di essere ingegnere per questo turno e ne approfitta per costruire un doppio collegamento strategico.

INTERFACCIA:

Proprio come la versione analogica del gioco, Steam ha un’interfaccia essenziale e pulita, anche se esteticamente un po’ datata: non abbiamo animazioni simpatiche, né tantomeno personaggi fumettosi, ma solo mappe bidimensionali, cubetti colorati da spostare e numeri da tenere sotto controllo.

Le diverse aree di gioco sono però ben separate e organizzate in modo assolutamente razionale: lungo il bordo inferiore troviamo i binari e le città da piazzare sulla mappa, con i cubetti colorati delle merci che compaiono al bisogno a destra; sempre a destra, compare l’ordine di gioco, con i dati relativi a ciascun giocatore; a scomparsa infine abbiamo il menu di sistema.

Non si tratta quindi di un’interfaccia accattivante, ma chi vuole giocare a Steam non è certamente quello l’aspetto a cui dà maggior importanza.

GIOCO ONLINE:

La modalità online, oltre a permettere di scegliere il livello di difficoltà (per semplicità, vi ricordiamo che per “base” in Steam si intende il livello “novizio”, mentre per “standard” si intende quello “avanzato”), consente di selezionare la mappa di gioco: per garantire il massimo della scalabilità, troviamo diverse mappe ottimizzate da 2 fino a 5 giocatori, che possono addirittura arrivare a 6 acquistando altre mappe aggiuntive.

Le stanze così create possono essere protette da password, per consentire solo agli amici invitati di partecipare alla partita, altrimenti di default si procederà con una partita “hot seat” multipiattaforma (in questo caso il gioco è disponibile per Steam, Android e iOS).

Dobbiamo però avvisarvi che gli utenti non sono mai numerosissimi, quindi può capitare di essere costretti ad aprire una nuova stanza per poter giocare e aspettare poi qualche ora per vedere partire la partita con il numero desiderato di giocatori.

La mappa del Nord America è solo una delle tante disponibili all’interno del gioco, alcune delle quali acquistabili come add-on.

CONCLUSIONI:

Steam è un grande classico della scuola teutonica (nonostante l’autore sia britannico), che è nato per rendere più appetibile al grande pubblico il suo predecessore Age of Steam, il quale a sua volta era una versione “edulcorata” della granitica serie 18XX. Nonostante le evidenti semplificazioni, rimane comunque un gioco mediamente complesso e, come già sottolineato, dalla notevole profondità: la versione digitale ne è la perfetta trasposizione, senza alcuna velleità di attrarre neofiti (che difficilmente potrebbero apprezzarlo) o giocatori occasionali. L’inevitabile rovescio della medaglia è che un gioco con queste premesse non può fare i grandi numeri e non attrarrà una nutrita community, quindi si presta essenzialmente alle partite online tra gruppi di amici che condividono la stessa passione per questo titolo.

OTTO MINUTI PER UN IMPERO

La schermata iniziale di Otto Minuti per un Impero.

APPRENDIMENTO:

Otto minuti per un impero (il gioco si presenta col titolo originale “Eight-Minute Empire“, ma è l’unico elemento linguistico in inglese) non offre un vero e proprio tutorial interattivo, ma piuttosto guida il giocatore nell’apprendimento attraverso una serie di didascalie: tra le opzioni di gioco, infatti, è possibile attivare sia la descrizione testuale delle carte, sia i suggerimenti per i neofiti. Per imparare a giocare è necessario tenere tutto attivo; mentre dopo un paio di partite, per snellire il flusso di gioco, si possono tranquillamente disabilitare entrambi.

Non vengono forniti altri strumenti per imparare, ma d’altra parte il gioco è davvero molto semplice e, in caso di dubbi interpretativi, il regolamento in PDF è scaricabile liberamente dal sito del produttore italiano.

INTERFACCIA:

Anche in questo caso l’interfaccia è pulita ed essenziale, con quel tocco un po’ fumettoso e un po’ fantasy che contraddistingue sempre le opere di Laukat, autore e illustratore del gioco originale.

La mappa è sempre al centro dello schermo, con la possibilità di zoomare al suo interno a proprio piacimento, e le maggioranze vengono evidenziate in tempo reale, colorando i contorni di ciascuna regione nel colore del giocatore prevalente.

Al posto di cubetti e dischetti abbiamo poi soldatini e fortezze, che rendono ancora più leggibile il tutto, mentre le carte rimangono sempre visibili in basso e le informazioni dei giocatori (inclusi i punteggi e i set raccolti) in una colonna a sinistra: rispetto al gioco analogico, dobbiamo ammettere che proprio quest’ultimo aspetto è molto più semplice da monitorare e le progressioni dei diversi set lasciano molto meno spazio a dubbi, pertanto i conteggi durante la partita risultano molto meno “stressanti” e impegnativi per i giocatori.

Si parte tutti insieme dalla regione centrale della mappa, con la classica asta cieca per aggiudicarsi la prima scelta.

GIOCO ONLINE:

La modalità online di Otto Minuti per un Impero consente di scegliere tra 3 mappe (ne esistono altre aggiuntive con alcune regole speciali, che possono essere acquistate separatamente) diverse e due differenti modalità di gioco: sincronica (come se i giocatori fossero davvero allo stesso tavolo, in tempo reale) oppure diacronica (ognuno fa la propria mossa e attende che gli altri abbiano finito, senza fretta).

Come nei precedenti due giochi recensiti, anche qui siamo al cospetto di un prodotto multipiattaforma, disponibile sia per Steam, sia per Android, che per iOS. L’unico neo che dobbiamo evidenziare in questo caso è che la community dei giocatori è davvero risicata: trovare una partita aperta con giocatori casuali è pressoché impossibile, a meno di non aspettare ore e ore (e talvolta giorni).

Se invece volete giocare tra amici, c’è sempre la possibilità di creare stanze protette da password da condividere con loro, e il funzionamento delle diverse piattaforme è come sempre impeccabile.

CONCLUSIONI:

A differenza della versione analogica del gioco, la sua trasposizione digitale può davvero durare otto minuti contati: se tra setup, scelta e rimpiazzamento delle carte, spostamento dei cubetti e conteggi finali, nel gioco reale è pressoché impossibile scendere sotto la ventina di minuti per partita, qua invece in 2 o 3 giocatori si può arrivare davvero a 5 minuti d’orologio!

E’ altrettanto evidente che con una rapidità così palese non si può pretendere il feeling di un vero e proprio 4X (come lascerebbe intendere il titolo…): Otto Minuti per un Impero è un gioco di maggioranze e set collection, con una discreta dose di interazione!

Un grande pregio di questa trasposizione digitale è che può essere tranquillamente condivisa con tutti quei neofiti che, quando propongono un gioco da tavolo, pensano subito a Risiko: senza nulla togliere a questo grande classico, provate a proporre loro una partitina a Otto Minuti per un Impero! Ci si picchia lo stesso sulla mappa, ma con più garbo, più tattica e più strategia, ma anche decisamente meno alea: e chissà che non riusciate ad avvicinarli al magico mondo dei boardgame moderni…

Siamo arrivati all’ultimo turno: il giocatore viola è in difficoltà e non ha conquistato nemmeno un continente…

SOTTOFONDO MUSICALE:

Il brano “Shapeshift” degli Horse The Band.

Si ringrazia Acram Digital per aver reso disponibili le licenze di valutazione dei giochi.

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Ti interessa qualche altro gioco? Forse lo abbiamo già recensito…

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