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Quando pensavamo di aver visto e giocato tutte le varianti di Detective (Scena del Crimine, Scavare a Fondo, Prima Stagione) ecco che Ignacy Trzewiczek esce allo scoperto con una nuova variante che è molto di più di una nuova storia!

Operazione Vienna nasce dal regolamento del pluripremiato e plurirecensito Detective – Sulla scena del crimine, del quale riprende le meccaniche di base e “le sensazioni” di libertà e di “mancanza di tempo” che lascia ai giocatori.

operazione vienna - Pendragon games - balenaludens

Le carte luoghi sono sempre il fulcro per il proseguo delle indagini anche per Operazione Vienna

Del primissimo antenato riprende anche la logica a campagna (Operazione Vienna è infatti composto da 4 capitoli, interconnessi tra loro) e la meccanica degli “uomini di supporto sul campo” che forniscono segnalini risorsa da spendere per alcune operazioni speciali (anche se riteniamo che questa parte continui a essere molto astratta e di semplice contorno, nonostante il gioco faccia dell’immedesimazione uno dei suoi punti di forza).

 

Il gioco

Rigorosamente senza fare spoiler di alcun genere, vediamo innanzitutto a grandi linee la trama di Operazione Vienna: siamo nel gennaio 1977 in pieno clima di guerra fredda e la CIA istituisce una squadra speciale per cercare di fare luce sui molti giochi di spionaggio che regnano in tutto il mondo, con particolare focus sull’Europa.

Nasce così la SAD (Special Activity Division – o in italiano Divisione Attività Speciali), di cui facciamo parte e che si deve mettere alla prova in 4 missioni segrete!

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Uno dei supporti di inizio missione: questo giornalista ci permette di prendere subito un token bottiglia!

A differenza dei predecessori, Operazione Vienna ha una meccanica leggermente differente per verificare il passare del tempo e quindi per determinare l’innesco di fine “episodio”: la città (ogni volta una differente) è divisa in zone colorate a seconda del tipo di attività che si intraprende e svolgere indagini va a consumare 1 o più “unità” (sempre segnalate sulla carta pista che si decide di seguire).

Queste “unità” sono chiamate “Esposizioni” ed indicano quanto la nostra squadra si sta facendo notare investigando e proseguendo le indagini.

  • Le zone bianche sono le safe house e i quartier generali della CIA;
  • quelle gialle rappresentano invece le zone losche, il sottobosco criminale o le zone sotto controllo della polizia;
  • le zone blu sono le attività commerciali, gli hotel, i luoghi pubblici;
  • quelle rosse sono quelle più delicate: qui ci si muove nel campo del “nemico”, terra del KGB e delle agenzie straniere di intelligence!

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La nuova plancia: ogni missione ne ha una con valori e zone differenti! Questa quella della prima missione: Ape Bianca

Una volta terminati gli slot a disposizione delle 4 zone (sono limitati e variano di capitolo in capitolo), ogni azione che ci porta ad investigare su una zona già piena ci porta a segnare e cancellare gli spazi liberi su un tracciato speciale, quello degli “uomini in nero”: terminati anche questi spazi, la SAD non ha più possibilità di muoversi ulteriormente e deve tornare a fare rapporto alla CIA su quanto scoperto. Partita finita.

Questa nuova meccanica è riuscita a introdurre un nuovo twist al rodato meccanismo di Detective permettendo ancor di più di immedesimarsi in determinate azioni sul campo ed introducendo una scelta ulteriore per evitare di concentrarsi solo su alcuni filoni di indagini.

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Fine del caso e alcune risoluzioni: no spoiler ovviamente

Anche Operazione Vienna utilizza il database Antares reso famoso dai suoi predecessori, presentandolo però con una veste grafica rinnovata, che presenta 2 opzioni che ci permettono di sfruttare 2 delle novità del gioco:

  • le intercettazioni;
  • i pezzi di puzzle.

Mentre le prime sono un semplice, anche se molto apprezzato e ben fatto, archivio di video di intercettazioni da attivare quando l’avventura lo richiede, la parte dei puzzle è una novità assoluta di Operazione Vienna.

Durante le indagini può capitare di imbattersi in carte o documenti che presentano un pezzo di vari puzzle richiesti dalla missione: questi si presentano come un insieme di forme geometriche + numeri + lettere da inserire nel posto giusto sul portale web.

Mentre a livello di meccanica è tutto molto semplice e una volta compreso il meccanismo risulta quasi banale, la parte interessante è come, a seconda dei codici inseriti, gli esiti finali della storia possano cambiare portando a conclusioni differenti.

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Un esempio di inserimenti di pezzi di puzzle trovati durante le indagini

Non volendo svelare i contenuti delle 4 missioni soffermiamoci sul tema del “fine partita” che, a nostra opinione, è sempre stato un po’ la croce e delizia di Detective (e un po’ di tutti gli investigativi di questo genere).

Anche in Operazione Vienna è presente la classica conclusione che porta, al termine dell’episodio, a richiedere ai giocatori alcune informazioni che, ipoteticamente, sono state trovate durante la partita.

A differenza degli altri giochi della serie Detective, qui però l’interazione con il sito (unico posto adibito per concludere la missione) non è diretta: innanzitutto a seconda dei pezzi di puzzle trovati durante l’indagine viene esposto ai detective un tipo differente di finale di missione, raccontando cosa è avvenuto e portando alla luce maggiori dettagli.

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La mappa della missione 1 e gli appunti (schermati!) con gli avanzamenti della storia

In seconda battuta, invece, vengono elencati 7 / 8 possibili suggerimenti che la squadra vuole dare alla CIA per il prosieguo delle indagini: tra questi se ne devono scegliere 2 da segnalare come prioritari.

Esempio di fantasia, quindi senza spoiler: durante le indagini avete avuto la sensazione di non potervi fidare molto di un informatore che vi sembrava fare il doppio gioco; a fine partita suggerite di tenerlo sotto controllo e grazie a questo vostro input viene scoperto essere davvero una spia. Il gioco vi premia con la frase “La SAD riceve un encomio dal direttore della CIA per la sua astuzia”; con il prosieguo delle indagini vi potrà essere richiesto se avete ricevuto tale encomio e in quel caso vi sarà data la possibilità di seguire una o più piste sulle quali altrimenti sarebbe stato impossibile investigare.

Abbiamo trovato questa meccanica molto gratificante, in quanto permette di modificare il futuro corso delle indagini in un modo elegante e pienamente integrato con la tematica del gioco.

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All’interno delle missioni ci sono delle Operazioni da svolgere per poter sbloccare dei vantaggi!

Le azioni suggerite infatti permettono così alla storia di procedere e agli investigatori di avere delle frasi “chiave” che permettono di sbloccare nuove piste nelle missioni seguenti creando così un collegamenti inter-casi e fornendo l’impressione agli investigatori di giocare una singola lunga indagine che si protrae nel tempo.

Conclusioni

Operazione Vienna è sicuramente un gioco interessante, che si basa su meccaniche ben rodate e di successo e che lascia agli investigatori un ampio spazio di riflessione per poter vivere la storia ed immergersi negli intrighi della guerra fredda in Europa.

Come i suoi predecessori trasmette la sensazione di un vasto mondo da esplorare e di avere poco tempo per farlo. I temi trattati sono coinvolgenti e ispirati a storie reali, il che permette di giocare immedesimandosi appieno negli intrighi di CIA, KGB, RAF, BR… (non preoccupatevi, dopo qualche turno di gioco tutte questi acronimi diventeranno la vostra quotidianità).

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Siamo nel 1977 e la guerra fredda è al massimo della sua espansione. Tutta l’Europa ne è coinvolta

Quello che ci ha lasciato un po’ perplessi in realtà è la dinamica di fine partita, in quanto in alcuni casi ci siamo trovati a leggere qualcosa che non corrispondeva del tutto con quanto fatto durante il gioco, o meglio, era molto di più di quanto avessimo scoperto.

Non è mai facile, come dicevamo in precedenza, gestire il fine partita in questo tipo di investigativi, ma in questo caso ci ha lasciato la sensazione di aver svolto proprio un altro tipo di indagine rispetto a quanto riportato nella conclusione dell’episodio. Potrebbe comunque essere stato un caso legato alle nostre peculiari scelte.

Abbiamo invece trovato molto interessante l’aggiunta del sistema di suggerimenti da lasciare alla CIA a fine partita: un escamotage geniale per diversificare il corso delle indagini future, creare un fil rouge tra tutte le 4 storie e far sentire il giocatore realmente partecipe degli avvenimenti e non solo semplice spettatore.

In conclusione Operazione Vienna è forse uno dei “capitoli” della saga più riusciti ed è assolutamente un titolo consigliato a tutti gli amanti del genere investigativo: un gioco da avere per chi, come noi, non si è perso nemmeno un capitolo della serie.

Operazione Vienna è un gioco a sé stante (non necessita di nessuna conoscenza pregressa o gioco base per essere giocato), ma consigliamo di cimentarsi nella guerra fredda magari dopo aver appreso le dinamiche del gioco base per poterselo godere al meglio.

Ringraziamo Pendragon Game Studio per la review-copy usata per questa recensione.

 

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