SINTESI
Pro: semplice e rapido, ma sufficientemente impegnativo e per giunta dotato di una sfidante modalità in solitario.
Contro: un pizzico di aleatorietà c’è e talvolta si fa sentire; i materiali sono davvero economici.
Consigliato a: chi colleziona tutti i giochi di Rosenberg; chi cerca una sfida per 2 giocatori tascabile, veloce e tutt’altro che banale.
Realizzazione | |
Giocabilità | |
Divertimento | |
Longevità | |
Prezzo |
Idoneità al solitario:
elevata
Incidenza della fortuna:
sufficiente
Idoneità ai Neofiti:
elevata
Autore:
Uwe Rosenberg
Grafica ed illustrazioni:
Nicolas Demers
Anno:
2020
PREMESSA:
Oltre a essere uno dei game designer più noti al mondo, Uwe Rosenberg è sicuramente anche uno dei più prolifici: dal ‘97 ad oggi ha firmato più di 30 giochi da tavolo diversi, senza contare le decine di espansioni.
Inoltre, a differenza di tanti altri suoi colleghi, la sua produzione è estremamente variegata ed eterogenea, con titoli dalla complessità che -prendendo il valore di “peso specifico” riportato sulle relative schede sul portale BoardGameGeek– va da poco più di 1 (con Mamma Mia) per arrivare a sfiorare il 4 (con Ora et Labora).
Tra tutti questi, Fairy Trails (per 1-2 giocatori) è sicuramente il suo titolo più leggero di sempre (e lo conferma anche il peso di 1,27 su BGG) ma… sarà all’altezza della fama del suo autore?
UNBOXING:
La scatola di Fairy Trails è piccola e quadrata, un poco più grande del classico formato dei giochi più leggeri della Zoch Verlag.
All’interno troviamo un bel termoformato con due vani: uno per le gemme (38 pietruzze traslucide di 2 colori diversi, giallo e rosa) e uno per le tessere (1 iniziale dal dorso di colore diverso e 58 da usare per le partite).
Queste ultime sembrano piuttosto delle carte quadrate, perché sono sottili e non telate, e devono essere mescolate all’inizio di ogni partita: superfluo ricordarvi che sarebbe meglio imbustarle, anche se… dopo scivoleranno fastidiosamente durante e dopo il piazzamento.
I materiali risultano quindi essenziali, contenendo il prezzo di vendita del gioco a scapito della sua durevolezza.
Complessivamente però le dimensioni della scatola non giustificano il contenuto, e avremmo apprezzato un maggior sforzo di ottimizzazione degli spazi, magari con una scatola ancora più piccola e meno ingombrante per la nostra già sofferente libreria.
PREPARAZIONE:
Si piazza la carta con il dorso di colore diverso al centro del tavolo (qualcuno ha detto Carcassonne?) e si mescola il mazzo con le altre 58 carte, distribuendone poi 2 a ciascun giocatore.
Oltre a queste, entrambi i partecipanti ricevono 19 gemme del colore prescelto: rosa per gli elfi, giallo per gnomi.
Il setup di Fairy Trails è tutto qua: in meno di un minuto passerete dalla scatola al tavolo, e come vedremo… una partita tirerà l’altra!
Un’ultima avvertenza, prima di iniziare: considerate un’area di gioco sufficientemente ampia, perché le partite (soprattutto tra giocatori esperti) richiederanno talvolta un intero tavolo! Non si tratta quindi del “giochino” da viaggio, adatto al tavolino del treno o dell’aereo, che la scatola potrebbe far pensare!
SVOLGIMENTO:
In Fairy Trails, si gioca a turni alterni e, durante il proprio turno, il giocatore piazza una delle due carte che ha in mano ortogonalmente a un’altra (o più) carte già in gioco sul tavolo.
Le carte hanno tutte uno sfondo boscoso, su cui si trovano degli intrecci di linee curve rosa e gialle, che rappresentano i sentieri delle rispettive creature silvane, talvolta con una o più tra capanne e radure di uno o di entrambi i colori dei giocatori.
Il piazzamento è molto semplice, nella miglior tradizione carcassonniana: è sufficiente allineare la carta a tutti i sentieri che va a toccare con il suo piazzamento.
Se uno o più sentieri vengono chiusi dopo il piazzamento (o perché il sentiero e le sue diramazioni formano un percorso circolare, o perché è completamente delimitato da radure) allora entrambi i giocatori possono piazzare una pietra del proprio colore su ognuna delle capanne toccate dal sentiero.
Terminata questa fase, il giocatore pesca la prima carta in cima al mazzo e il turno passa all’avversario, e si prosegue così finché uno dei due partecipanti non termina le proprie pietre colorate, vincendo immediatamente la partita.
Qualora si dovesse esaurire il mazzo di gioco, si passa allora al conteggio delle pietre rimaste nelle rispettive riserve: chi ne ha meno, viene dichiarato vincitore.
SOLITARIO:
La modalità in solitario è ancora più rapida da preparare: si colloca la carta di partenza al centro del tavolo, si mescolano le carte e si uniscono tutte le pietre insieme, dopodiché si può iniziare (senza alcuna carta in mano).
Si pesca la prima carta dal mazzo e la si colloca obbligatoriamente seguendo le regole di piazzamento spiegate sopra; ogni volta che si chiude un sentiero, si piazzano tutte le capanne del colore corrispondente.
L’unico vincolo aggiuntivo è che bisogna chiudere almeno un sentiero in meno di 4 carte, e ogni volta che si piazza una o più capanne si resetta questo conteggio. Insomma, non bisogna elaborare strategie a lunga scadenza: ci si deve concentrare sulle chiusure a breve distanza.
Si perde immediatamente se si arriva a girare una quarta carta senza aver piazzato nessuna capanna, mentre si vince quando si riescono a esaurire tutte e 38 le pietre colorate: il punteggio finale sarà dato dal numero di carte rimaste nel mazzo.
Vi diciamo già che è davvero molto difficile concludere vittoriosamente il solitario, e farlo con un punteggio in doppia cifra è una sfida davvero ardita!
DURATA:
Una partita a Fairy Trails dura circa 15/20 minuti, e molto dipende dall’esperienza dei giocatori, ma soprattutto dalla loro propensione analitica: un giocatore molto “calcoloso” può incidere negativamente sulla durata, anche se la disponibilità di sole 2 carte in mano solitamente consente di preparare il piazzamento durante il turno dell’avversario.
Il flusso di gioco risulta quindi molto scorrevole, soprattutto dopo un paio di partite di avvicinamento, e del tutto privo di tempi morti.
AMBIENTAZIONE:
L’ambientazione di Fairy Trails è presto detta: in un bosco si intrecciano i sentieri segreti di elfi e gnomi, che cercano di raggiungere i rispettivi rifugi. Risulta quindi evidente che si tratti di un titolo essenzialmente astratto, in cui il tema è del tutto ininfluente.
CONSIDERAZIONI:
Innanzitutto, inserendosi in un filone di giochi piuttosto nutrito, ci sembra doveroso confrontare Fairy Trails con il più noto tra i titoli di piazzamento tessere, ovvero il già citato Carcassonne: in termini di profondità, il gioco di Rosenberg offre sicuramente meno, perché in buona sostanza è una sorta di distillato di Carcassonne con i soli briganti.
Non bisogna però saltare a conclusioni affrettate: l’autore ha intricato a dovere i sentieri, riempiendoli di incroci, bivi e sottopassaggi, e quindi completare un percorso in Fairy Trails è nettamente più complicato dell’equivalente strada in Carcassonne.
Rimane inoltre la componente “take that”, che all’inizio e alla fine della partita può risultare decisiva: avere la radura giusta nel momento giusto, per chiudere anche soltanto un sentiero breve da una o due capanne, può consentire di piazzare quel paio di pietruzze che in realtà pesano come macigni e magari decidono il vincitore. Si tratta quindi di un gioco in cui la componente tattica supera di gran lunga quella strategica.
Non dimenticate poi che può tranquillamente capitare di essere costretti a chiudere un percorso dell’avversario per non mandarne alle ortiche uno proprio: è un prezzo che talvolta vale la pena pagare, e i giocatori più cattivi (questo è previsto dal regolamento) faranno finta di nulla.
Bisogna quindi prestare molta attenzione alle mosse dell’avversario, perché durante il proprio turno si possono rivendicare anche i sentieri chiusi nel turno precedente, per ovviare a dimenticanze e… dispetti.
Altro trade-off presente quasi ad ogni mossa è la scelta tra l’allungamento dei sentieri già esistenti, la chiusura degli stessi e la complicazione di quelli avversari: una carta in più può aggiungere una bella capanna e avvicinarci così alla vittoria, ma allo stesso tempo può inserire un nuovo bivio (per sé o… per il rivale) che richiederà almeno un ulteriore turno per essere completamente chiuso.
E’ un gioco all’altezza della fama di Rosenberg? La risposta è… “ni”, perché non siamo nemmeno lontanamente vicini a capolavori del calibro di Patchwork o di Semenza, l’alea -elemento insolito nella tradizione teutonica- può metterci lo zampino perché la scelta tra le 2 carte in mano è parecchio stretta e l’assenza di un mercato da cui attingere le tessere successive contribuisce a ridurre l’elemento strategico; però il gioco “gira” bene, e alla fine è sempre il giocatore più attento nella pianificazione dei suoi sentieri a prevalere.
Insomma, Fairy Trails è così asciutto e diretto che merita proprio di essere sintetizzato con un paio di proverbi: “chi prima arriva, prima macina” e “chi troppo vuole, nulla stringe”, ma anche “chi di strada ferisce, di strada perisce”…
POSOLOGIA:
Fairy Trails è somministrabile solo a coppie affette da passione ludica, anche in diverso stadio di avanzamento. Per la sua rapida metabolizzazione, spesso si rende necessaria una seconda – e talvolta una terza – dose di richiamo, subito dopo la prima somministrazione: questo non causa alcun problema, perché ad oggi non è stata segnalata alcuna controindicazione da sovradosaggio.
Grazie anche al suo metabolismo decisamente semplice, può essere utilizzato tranquillamente per uso pediatrico, preferibilmente sotto la supervisione di un adulto.
SOTTOFONDO MUSICALE:
L’album “Father of time” degli Gnome.
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