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scelti da noi

Editor’s Choice!

Pro:   poche regole, rigiocabilità infinita e profondità strategica più unica che rara in un gioco per 2 persone, dalla durata comunque contenuta.

Contro:  ambientazione tutto sommato astratta e interazione tra i giocatori un po’ bassina.

Consigliato a: tutte le persone che cercano un gioco di coppia non banale e con un buon compromesso tra impegno e durata.

 

PREMESSA:

Il patchwork è una tecnica utilizzata per realizzare coperte con materiali di recupero ed è stata inventata dai pionieri americani circa un paio di secoli or sono, per poi sbarcare in Italia – sotto forma di moda – solo alla fine degli anni Novanta.

Un esempio di coperta realizzata con la tecnica patchwork...

Un esempio di coperta realizzata con la tecnica del patchwork…

Uwe Rosenberg è, invece, un simpatico tedescone nato nel 1970 in Bassa Sassonia, che ha il merito di aver ideato alcuni dei titoli più significativi tra i giochi da tavolo moderni, da Agricola a Le Havre, da Ora et Labora a Caverna.

Ma cos’hanno in comune il patchwork e Rosenberg? La risposta è abbastanza ovvia e, con ogni probabilità, già la saprete tutti da tempo: questo è, infatti, il titolo dell’ultima fatica del noto game designer, ma non è questo il punto della nostra domanda.

A parte il nome, i due non hanno nulla in comune ed è proprio questo il rapporto che lega l’ambientazione al gioco che tra poco andremo a recensire: sotto l’apparenza di gioco quasi banale, da focolare domestico, si cela un insospettabile concentrato di strategia, con una profondità che può reggere tranquillamente il confronto con gli scacchi e con il più moderno Hive (distribuito in Italia dalla stessa Uplay.it di Patchwork).

La copertina del gioco: notate la somiglianza con la coperta sopra?

La “copertina” del gioco: notate la somiglianza con la coperta sopra?

Un’ultima raccomandazione per affrontare al meglio le vostre partite: preparatevi una bella tisana – o un boccale di birra, se lo preferite – e un plaid per scaldarvi, perché secondo noi è proprio nella forma mentis che troviamo il modo migliore per raccordarci con l’ambientazione di Patchwork!

UNBOXING:

La scatola di Patchwork è abbastanza compatta – per intenderci, ha praticamente le stesse dimensioni di Otto Minuti per un Impero o di Vudù – ma è letteralmente stipata di plance, pezzi e pezzettini di cartone spesso e resistente: quando viene aperta per la prima volta, c’è un bel lavoro da fare, perché le fustelle la riempiono fino all’orlo e, tra bottoni e scampoli di tessuto, bisogna separare un centinaio di elementi.

L'interno della confezione è stipato fino all'orlo di pezzi, pezzettini e bottoni

L’interno della confezione è stipato fino all’orlo di pezzi, pezzettini e bottoni

Un sacrificio francamente irrisorio, se consideriamo la bellezza e la resistenza dei materiali: le pezze – che ricordano i classici tetramini – sono, infatti, una diversa dall’altra, coloratissime e belle spesse, ma soprattutto sono stampate su entrambi i lati con la stessa qualità, così saremo liberi di orientarle e sistemarle come meglio crederemo.

Una carrellata sui bellissimi scampoli da piazzare sulla propria coperta (e questa è solo una piccola parte)

Una carrellata sui bellissimi scampoli da piazzare sulla propria coperta (e questa è solo una piccola parte)

In più, troviamo 3 segnalini di legno imbustati:

  • 2 di colore diverso che rappresentano la posizione “cronologica” di ciascun giocatore;
  • 1 di colore naturale, a forma di birillo, che indica il punto di partenza per la scelta delle pezze di stoffa.

L’ergonomia complessiva è ottima, perché componenti e plance sono delle giuste dimensioni e il feeling con i materiali è davvero gradevole. Non dimentichiamo, poi, che stiamo parlando di un gioco che viene venduto solitamente a meno di quindici euro, perciò è davvero sorprendente ciò che viene offerto all’interno della scatola con una spesa così modesta.

PREPARAZIONE:

Ogni giocatore prende 5 bottoni e una delle due plance colorate con il solo reticolato quadrato stampato sopra: saranno questi i “quilt” (le tipiche coperte trapuntate) che dovremo decorare con gli scampoli che raccoglieremo durante la partita.

Ecco il quilt da riempire e i 5 bottoni a disposizione del giocatore

Ecco il “quilt” da riempire e i 5 bottoni a disposizione del giocatore

La terza plancia, invece, dev’essere sistemata in mezzo al tavolo, insieme ai bottoni rimasti – che vanno a costituire la banca – e ai due segnalini di legno che rappresentano ciascun giocatore. Sulle caselle con l’apposito spazio sistemiamo, poi, i 5 pezzi di stoffa di misura unitaria (1×1), mentre tutti gli altri rimasti, dopo essere stati mescolati, andranno disposti in cerchio intorno a questa.

La plancia segnatempo con i bottoni e i preziosissimi scampoli unitari

La plancia segnatempo con i bottoni e i preziosissimi scampoli unitari

Alla destra dell’unico pezzo 2×1 sistemeremo il birillo di legno, che regolerà il flusso di gioco: ora siamo pronti per iniziare la nostra partita.

La sartoria è pronta per la sfida, con tutte le pezze in cerchio in mezzo alla tavola

La sartoria è pronta per la sfida, con tutte le pezze in cerchio in mezzo alla tavola

SVOLGIMENTO:

Il turno di gioco (tranne il primo, che va a chi ha usato per ultimo un ago nella vita di tutti i giorni… favorendo così le donne al tavolo…) spetta al giocatore con la pedina più indietro sulla plancia del tempo, il quale deve scegliere se:

  • prendere uno dei tre scampoli alla destra del birillo di legno, pagare il corrispettivo in bottoni (la valuta del gioco) e spostare la pedina del proprio colore sulla plancia segnatempo di un numero di caselle pari al tempo di cucitura indicato sopra al pezzo scelto. Lo scampolo raccolto dev’essere sistemato sulla propria coperta seguendo le stesse regole di Tetris (quindi attenzione ai piccoli spazi vuoti, i più difficili da colmare, mentre i pezzi già piazzati non possono essere toccati) e il birillo di legno viene posizionato nello spazio precedentemente occupato da questo.
  • guadagnare bottoni spostando la propria pedina davanti a quella dell’avversario di uno spazio; per ogni spazio percorso, il giocatore riceve un bottone dalla banca.

Il dilemma di ogni turno di gioco: attacchiamo pezza oppure bottone?

Il dilemma di ogni turno di gioco: attacchiamo pezza oppure bottone?

Ogni volta che si supera una casella con uno scampolo 1×1 sulla plancia segnatempo, il giocatore riceve quel pezzo, che viene quindi ritirato dal gioco e usato per colmare un buco nella sua coperta.

Quando, invece, si supera una casella con il bottone, il giocatore riceve un numero di monete pari a quello dei bottoni presenti in quel momento sulla sua coperta.

In questo turno dobbiamo scegliere tra questi 3: meglio il primo più economico, oppure il terzo più costoso, ma bello "paffuto" e con un bottone extra?

In questo turno dobbiamo scegliere tra questi 3: meglio il primo più economico e “smilzo”, oppure il terzo più costoso, ma bello “paffuto” e con un bottone extra?

N.B.: Ci teniamo a ribadire l’importanza di superare le caselle speciali – senza contarle come caselle vere e proprie – per riscuotere i relativi bonus, perché questo passaggio non è del tutto chiaro nella versione italiana del regolamento, che indica di “fermarcisi sopra” (azione impossibile).

Infine, il primo giocatore che riesce a riempire una porzione di coperta quadrata di 7 spazi di lato riceve l’apposito segnalino bonus – non spendibile – di 7 bottoni.

Un colpo da maestro: abbiamo completato un'area 7x7 che ci frutterà un bel bonus!

Un colpo da maestro: abbiamo completato un’area 7×7 che ci frutterà un bel bonus!

La partita si conclude quando entrambi i giocatori arrivano nella casella centrale della plancia segnatempo: a quel punto, si contano i bottoni che ciascun giocatore ha, incluso l’eventuale bonus, quindi si riceve una penalità di 2 punti per ogni spazio vuoto sulla coperta – altrimenti basterebbe riempirla in modo approssimativo e monetizzare fin dai primi turni di gioco per imporsi – e, ovviamente, vince chi ha accumulato di più.

DURATA DI UNA PARTITA:

Patchwork si gioca sempre e solo in due, ha poche regole da ricordare e il flusso di gioco risulta sempre abbastanza fluido, soprattutto dopo la prima partita di rodaggio, perché – nonostante le infinite possibilità strategiche – di fatto in ogni turno le scelte sono alquanto limitate e i tempi morti sono praticamente nulli, perché quando l’avversario gioca si medita già la scelta per il turno successivo.

Intanto che l'avversario sistema la sua tessera, iniziamo a pensare a quella da acquistare nel prossimo turno...

Intanto che l’avversario sistema la sua tessera, iniziamo a pensare a quella da acquistare nel prossimo turno…

La durata della partita è, quindi, abbastanza costante e si aggira sempre tra i 30 e i 40 minuti, anche con i giocatori più analitici e indecisi.

CONSIDERAZIONI:

L’aleatorietà

è completamente bandita da questo gioco…

Patchwork è un gioco astratto per 2 persone, pertanto è inutile parlare di scalabilità e di interazione diretta, anche perché ogni giocatore, da bravo sarto qual è, deve pensare alla propria coperta e non può sabotare quella altrui. In verità, l’interazione complessiva è piuttosto bassa ed è solo di tipo indiretto: posso scegliere uno scampolo in modo tale che i successivi 3 non siano interessanti per l’avversario; posso sceglierne un altro perché ha un tempo di cucitura basso e mi permette di fare un’altra mossa prima che il turno passi in mano all’altro; posso sceglierne uno diverso ancora perché mi permette di scavalcare la casella con il pezzo speciale unitario e, in questo modo, riempio un buco nella mia coperta e impedisco all’avversario di fare altrettanto.

Il punto è che più passa il tempo, più il patchwork si riempie, più si restringe la cerchia delle scelte, perché certi pezzi magari diventano incompatibili con gli spazi vuoti sulla propria plancia. Diciamo che buona parte della strategia viene impostata nei primi 3 o 4 turni di gioco, dopodiché si cerca di progredire nel miglior modo possibile, limitando i danni e facendo spesso di necessità virtù.

L'inizio è promettente, ma attenzione a non lasciare troppe caselle vuote isolate!

L’inizio è promettente, ma attenzione a non lasciare troppe caselle vuote isolate!

Quest’ultima riflessione non deve, però, indurvi a pensare che si tratti di uno di quei giochi che scorre sui binari: basta accaparrarsi un pezzo 1×1 al momento giusto o completare per primi – con un colpo da maestro – il fatidico quadrato 7×7 e le sorti della partita sono subito sovvertite. In particolare, non fatevi facili illusioni sul bonus 7×7: a meno che non siate dei maghi a Tetris, sarà sempre molto difficile raggiungere questo obiettivo cruciale, anche perché i pezzi sono uno diverso dall’altro e questo impedisce la ripetizione di schemi perfino ai più esperti.

L'ambito bonus dei 7 bottoni: lo riceverà solo chi completerà l'area 7x7 per primo

L’ambito bonus dei 7 bottoni: lo riceverà solo chi completerà l’area 7×7 per primo

La diversità dei pezzi contribuisce, inoltre, a conferire a Patchwork una rigiocabilità estrema, perché le combinazioni possibili sono pressoché infinite ed è altamente improbabile – per non dire impossibile – che una partita diventi uguale a un’altra.

Come avrete intuito sia dalla componentistica che dal nome dell’autore, l’aleatorietà è completamente bandita da questo gioco: non si tirano dadi, non si pescano carte e non si occulta mai nulla all’avversario; tutto avviene alla luce del sole e sono le sole scelte dei giocatori a determinare l’avanzamento della partita.

Per contro, rispetto agli ultimi titoli di Rosenberg per 2 giocatori (Le Havre: Ancora in porto e Agricola: Tutte le creature grandi e piccole) le meccaniche sono state notevolmente semplificate, quasi ridotte all’essenziale, e questo allarga notevolmente le possibilità di utilizzo di Patchwork, perché piacerà tanto all’eurofanatico allergico ai dadi, quanto al babbano più inesperto. Si tratta, infatti, di un gioco che può essere interpretato in modi molto diversi tra loro: ci si può scervellare pianificando con cura una strategia a lungo termine, ma si può anche vivere alla giornata prendendo quel che passa il convento; d’altronde, per ambientazione (innocua) e semplicità d’uso (il regolamento è condensato in un pieghevole da 3 pagine), si presta anche a essere giocato con un bambino o addirittura tra bambini (diciamo dagli 8 anni in su).

Chiudiamo ricordandovi che il prezzo di vendita è davvero bassissimo e questo, unitamente al fatto che ha una rigiocabilità assoluta e non ha bisogno di correzioni o espansioni, lo rende un vero e proprio must per ogni ludoteca che si rispetti.

Ve l'abbiamo già detto che con una spesa modestissima vi beccate tutto questo ben di Dio?

Ve l’abbiamo già detto che con una spesa modestissima vi portate a casa tutto questo ben di Dio?

AMBIENTAZIONE:

Trovare un’ambientazione solida e coinvolgente per un filler (quindi un “tappabuchi”) astratto dev’essere un’impresa ardua e, nonostante l’indubbio talento nella veste di game designer, anche Rosenberg non ha fatto eccezione: Patchwork gira meravigliosamente bene, è piacevole da giocare e da rigiocare, ma l’ambientazione risulta un po’ debolina, perché se da un lato lo spunto della coperta di patchwork è coerente con le meccaniche proposte, dall’altro l’idea di un duello tra sartine non è certo delle più avvincenti e, comunque, ago e filo mancano all’appello, così come il classico metro giallo e l’idea di moda in generale (per intenderci, non ha niente a che vedere con Gira La Moda).

Vi ricorda qualcosa il caro vecchio Tetris?

Vi ricorda qualcosa il caro vecchio Tetris?

D’altra parte, siamo dalle parti del già citato Hive e dell’ormai storico Blokus, quindi è già sorprendente che l’autore sia stato in grado di fornire una motivazione razionale e – ci teniamo a ribadirlo – coerente agli sforzi dei giocatori. Se, poi, aggiungiamo che i materiali e la grafica sono davvero carini, il risultato finale è comunque molto raffinato e ambientato decisamente meglio della media della sua categoria.

POSOLOGIA:

Vedi scheda gioco su Big Cream

Patchwork è somministrabile solo a coppie affette da passione ludica, anche in diverso stadio di avanzamento. Per la sua rapida metabolizzazione, spesso si rende necessaria una seconda – e talvolta una terza – dose di richiamo, subito dopo la prima somministrazione: questo non causa alcun problema, perché ad oggi non è stata segnalata alcuna controindicazione da sovradosaggio.

Grazie anche al suo metabolismo relativamente semplice, può essere utilizzato tranquillamente per uso pediatrico, preferibilmente sotto la supervisione di un adulto.

SOTTOFONDO SONORO:

L’album “In the Court of the Crimson King” dei King Crimson (un vero e proprio patchwork musicale).

Si ringrazia Uplay.it per aver reso disponibile la copia di valutazione del gioco.

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Mercuzio
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