Come per i film, se c’è una cosa che gli amanti dei giochi da tavolo sanno bene è che un sequel non è affatto una passeggiata, né tantomeno una certezza di successo. Ma quando si tratta di Black Rose War – Rebirth, il seguito tanto atteso del famoso gioco “Black Rose War”, potevamo già annusare dall’unboxing l’aria carica di magia e oscurità che si diffondeva sul tavolo.

Le affinità tra i due Skirmish sono tantissime, quindi vi rimandiamo alla lettura di quanto già scritto per capire al meglio di cosa tratta il gioco (qui trovate le recensione di Black Rose War del 2021, che ci era piaciuto moltissimo) e ci concentriamo sulle sensazioni che ci ha lasciato questo nuovo capitolo della saga, soffermandoci sulle differenze più impattanti.

Stesso tema, stessa immersione…

La prima cosa che salta all’occhio è la medesima atmosfera decadente e avvolgente che permea anche il suo predecessore. Come un incantesimo, siamo catapultati in un mondo di intrighi, magia nera e sotterfugi. Le carte, i componenti e persino le regole del gioco (che sono numerose e non proprio comprensibili alla prima lettura del regolamento) sembrano trasudare una tale aura, che è impossibile non lasciarsi coinvolgere fin dal primo turno in questa lotta per diventare il Mago più potente della loggia.

…e stesse meccaniche!

Per chi ha già giocato il suo predecessore, le meccaniche e parte delle regole di Black Rose War – Rebirth saranno molto familiari, quasi identiche. 

Alcune di esse sono state affinate e perfezionate rispetto al “papà”, offrendo una maggiore profondità strategica e un flusso di gioco più fluido che intreccia astuzia e pianificazione.

Componenti e Grafica come punto di attenzione

Se c’è una cosa che non manca mai nei giochi della casa editrice Ludus Magnus Studio è l’attenzione ai dettagli. Anche Black Rose War – Rebirth non fa eccezione. I componenti sono di alta qualità (forse leggermente superiori al primo gioco), con miniature dettagliate e carte riccamente illustrate. Ogni elemento contribuisce a creare un’esperienza visiva mozzafiato che aggiunge ulteriore profondità all’immersione nel mondo del gioco.

La grafica è rimasta molto simile per stile, ma a livello di ergonomia è stata alleggerita per rendere più visibili a colpo d’occhio simboli e icone: in alcuni casi il miglioramento si vede, in altri per noi permane un po’ il difetto delle tante informazioni da dover racchiudere su una carta magari posta distante sul tavolo (non è certo un gioco che si intavola in un fazzoletto di spazio, anzi ne richiede molto).

Quante magie, tra potenza ed equilibrio aumenta l’interazione!

Le scuole di magia sono totalmente differenti e gli incantesimi presenti per ognuna sono stati da un lato potenziati (in alcuni casi resi leggermente più complessi da comprendere e lanciare alle prime partite), dall’altro bilanciati in modo da rendere ancora più avvincente il gioco.

Ecco una breve descrizione di ciascuna:

  • Incubo: Tormenta i nemici con visioni terrificanti e indebolisce la loro sanità mentale.
  • Agonia: Infligge dolore atroce ai nemici e sfrutta la loro sofferenza per potenziare le proprie magie.
  • Tecnomanzia: Sfrutta la tecnologia e la scienza per creare potenti incantesimi.
  • Alchimia: Crea pozioni ed elisir magici con potenti effetti.
  • Sciamanesimo: Evoca spiriti della natura e canalizza la loro energia per guarire o attaccare.
  • Malocchio: Infligge impedimenti e disastri ai nemici.

In generale l’interazione tra maghi, evocazioni e stanze è aumentata in modo da rendere il gioco più fluido e “cattivo”, grazie anche a combo tra carte appartenenti a scuole di magie differenti.

L’attivazione delle evocazioni, piccola ma potente aggiunta

Uno dei cambiamenti più apprezzati dal gruppo, anche se sottovalutati alle prime partite del nuovo Black Rose War – Rebirth, è l’aggiunta, tra le due azioni che ogni Mago può effettuare ad ogni suo turno della fase azione, di potere attivare una delle proprie evocazioni (per chi non avesse familiarità col predecessore, sono dei mostri al servizio del mago che li evoca, che possono muoversi tra le stanze della loggia ed effettuare combattimenti corpo a corpo con altri maghi o evocazioni, al fine di togliere loro punti vita e far guadagnare così “fama e potere” al proprio padrone).

Questa regola, non presente nel primo gioco, permette effettivamente di aumentare le possibilità di contatto e dare maggior forza ad ogni evocazione, che altrimenti rischiava di essere solo una piccola comparsa nel gioco.

Longevità e Rigiocabilità

Uno dei segni distintivi di un grande gioco da tavolo è la sua capacità di mantenere vivo l’interesse nel tempo. Con una vasta gamma di strategie da esplorare, missioni da completare e magie da padroneggiare e combinare, Black Rose War – Rebirth offre una rigiocabilità davvero molto alta, soprattutto se si tiene conto di tutto il “mondo di espansioni” che si è creato attorno; infatti, nonostante in queste recensioni ci occupiamo solo del gioco base, sono già in commercio diverse espansioni e libri:

Rotas Box. Contiene sei scatole, quattro delle quali hanno anche una nuova scuola di magia (Madness, North Wind, Last Dynasty, Antiquities) e due contengono nuovi Maghi, stanze, scenari speciali ed evocazioni (The Silk Road, Once Upon A Time).

Apocalypse. Altri quattro maghi e le rispettive nuove scuole di magia (Morte, Guerra, Pestilenza, Carestia), inoltre delle regole per creare maghi personalizzati.

Deadly Masks. Contiene due nuovi maghi più la possibilità di estendere il gioco ad un quinto e sesto giocatore. 

Gaea Reborn e Dread Forge. Sono due scatole con nuovo mago, nuova evocazione, scenario dedicato e ciascuna contenente anche una nuova scuola di magia (rispettivamente: Geomanzia e Forgia).

Seal of Fire. Mago nuovo e una nuova evocazione, ma non una nuova scuola di magia, a differenza delle due scatole precedenti.

Jukas e Irene. Due maghi per aggiungere variabilità.

The Secrets of the Black Rose. Il tomo illustrato sul gioco.

Ogni partita offre quindi un’opportunità per sperimentare nuove tattiche e approcci, garantendo che il gioco rimanga fresco anche dopo numerose sessioni. Fin troppo? (ndr)

Conclusioni

Le conclusioni sono chiare: Black Rose War – Rebirth ha lasciato un’ottima impressione, per meccaniche e dinamiche di gioco, portando l’esperienza di gioco a un livello superiore rispetto al suo predecessore. La continuazione del tema avvincente e dell’atmosfera decadente, unita alle meccaniche di gioco affinate e alle aggiunte significative, ha reso questo gioco un vero capolavoro per gli amanti del genere skirmish.

L’attenzione ai dettagli nei componenti e nella grafica ha contribuito ulteriormente a immergerci nel mondo del gioco, mentre le nuove scuole di magia, gli incantesimi potenziati e le evocazioni hanno aggiunto profondità strategica e un maggior livello di interazione tra i giocatori.

La longevità e la rigiocabilità di Black Rose War – Rebirth sono davvero elevate, con una vasta gamma di strategie da esplorare e un mondo di espansioni che arricchiscono ulteriormente l’esperienza di gioco.

In definitiva, possiamo dire con sicurezza che Black Rose War – Rebirth non solo ha soddisfatto le nostre aspettative, ma le ha superate di gran lunga. È un passo avanti significativo rispetto al suo predecessore e un must per tutti gli amanti dei giochi da tavolo che cercano un’esperienza avvincente e coinvolgente.

Ringraziamo Ludus Magnus Studio per la review-copy usata per questa recensione.

Ti interessa qualche altro gioco? Forse lo abbiamo già recensito…

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