I “penny dreadfuls” erano pubblicazioni popolari a basso costo diffuse nel Regno Unito durante il XIX secolo. Il nome, traducibile come “spaventi da un penny”, rifletteva sia il loro prezzo irrisorio sia i contenuti sensazionalistici e macabri.

Penny Dreadfuls è diventato un gioco da tavolo investigativo competitivo che permette ai giocatori di immergersi nella Londra vittoriana e vestire i panni di personaggi alle prese con misteri macabri e inquietanti.

Il gioco include una plancia di gioco, tre token di legno colorati per rappresentare Protagonisti, co-Protagonisti e Antagonisti, vari token di cartone spesso, un mazzo di carte “tutorial” e tre altri mazzi di carte, ognuno rappresentante un caso autoconclusivo.

La qualità dei materiali è buona, con illustrazioni evocative e suggestive che contribuiscono a creare l’atmosfera cupa e misteriosa della letteratura del periodo.

Investigativo o “vita reale”?

Se con il termine investigativo abbiamo risvegliato in voi il pensiero di giochi come Sherlock Holmes – Consulente Investigativo o Detective, permetteteci una precisazione: la sensazione che ci ha lasciato Penny Dreadfuls è più di un “narrativo” in cui, date le storie horror, ci si trova a investigare su qualche accadimento.

Alla fine è una questione di cubetti…

In un gioco narrativo come Penny Dreadfuls sinceramente a noi è sembrato più interessante lo svolgersi della storia rispetto alla smania di vincere.
Va detto però che, essendo un gioco competitivo, gli autori Gabriele Mari e Gianluca Santopietro (già creatori di Letter from Whitechapel) hanno trovato una meccanica interessante per determinare uno o più possibili vincitori.
Ogni storia assegna inizialmente infatti un differente numero di cubetti neri ai giocatori, che li useranno durante il suo svolgersi per effettuare delle scelte: “andiamo diretti all’istituto (metto segretamente un cubetto nella mano sinistra) o prima cerchiamo più informazioni in biblioteca (lo metto nella destra)?”.


Svelandoli in contemporanea, la maggioranza decide l’esito della scelta e “perde” il cubetto (il giocatore di turno spezza lo spareggio), la minoranza lo tiene nella sua scorta.

Avere più o meno cubetti determinerà l’esito della partita. Ma come?

Immaginate un “libro game” da tavolo, dove ogni carta girata vi racconta un “capitolo” della storia e vi pone di fronte a sfide o scelte che, grazie al loro dualismo, vi permettono di “vivere” le decisioni dei protagonisti.

Una dopo l’altra, queste decisioni possono portare a tre finali differenti:

  • positivo → tra mille difficoltà siete comunque riusciti a dare il meglio di voi per risolvere la situazione nel migliore dei modi: in questo caso vince chi è rimasto con meno cubetti neri davanti a sé;
  • non totalmente positivo → bene, ma non benissimo. Ce l’avete fatta ma poteva andare meglio: in questo caso vince chi ha più cubetti neri rimasti.
  • negativo → disastro, ecco la peggiore delle risoluzioni: la storia è andata a rotoli e… perdete tutti!

Un mazzo di carte in una “sandbox”?

I giocatori collaborano (e competono!) per risolvere un mistero, scegliendo come procedere tra diverse opzioni. Le loro decisioni influenzano lo sviluppo della storia e possono portare a differenti conclusioni: Ci sono 3 tipologie di carte che il gruppo deve affrontare:

Scelte → La carta vi mette di fronte ad un “bivio”, fare questo o quello, andare a destra o sinistra, aiutare quella signora in difficoltà o proseguire verso la vostra precedente meta?

Sfide → Per questa carta servono molti cubetti: solitamente si sfida un “Cattivo” ed ognuno dovrà mettere due cubetti a testa più altri extra a seconda della “forza” del nemico se lo si vorrà superare: arrivare a questi punti con pochi cubetti non sarà mai un buon segno.

Controlli → Alcune carte semplicemente vi permetteranno di proseguire verso un luogo o fare un’azione se siete in possosso di un determinato oggetto (recuperato in precedenza durante la storia).

Con questo metodo di gioco e le sue meccaniche, Penny Dreadfuls può diventare facilmente un “sistema di gioco” facilmente adattabile a nuove espansioni (anche su temi e ambientazioni differenti, dalla modernità al futuro, un po’ come è stato fatto con Chronicles of Crimes) o a ‘House story’ (quindi mazzi e casi inventati dai giocatori)!

Che storia! Ma è rigiocabile o one shot?

Probabilmente terminata una storia il concetto principale della stessa vi sarà noto, ma dobbiamo ammettere in tutta sincerità che, grazie alla presenza dei tre finali differenti, sia quando un caso è stato risolto positivamente che negli altri due, il pensiero e la discussione al tavolo su quale scelta fatta avrebbe potuto cambiare la direzione della storia è stato un… gioco nel gioco.

Avendo tempo quindi possiamo dire che ogni caso di Penny Dreadfuls secondo noi è rigiocabile anche con lo stesso gruppo: alcune parti più note scorreranno più veloci, ma una volta che prenderete un bivio differente, nuovi capitoli potrebbero darvi dettagli e sensazioni differenti dalle precedenti!

Difficoltà e Scalabilità

Il primo caso è solo introduttivo, con una ministoria per permettervi di imparare le regole senza leggere tutto il regolamento; gli altri tre, a detta degli autori, sono in ordine crescente di “complessità e terrore”.

In due giocatori il gioco introduce dei token e delle regole particolari da seguire: noi abbiamo trovato Penny Dreadfuls più interessante da 4 a 5 giocatori proprio per le discussioni che nascevano al tavolo!

Conclusioni

Penny Dreadfuls è un gioco narrativo competitivo, dove se non si collabora bene… si perde!

Offre un’esperienza di gioco immersiva e coinvolgente: la componente narrativa è molto curata, con storie avvincenti e ricche di suspense, e le meccaniche di gioco sono semplici da apprendere anche giocando e offrono una buona dose di sfida.

L’Atmosfera è evocativa e suggestiva della Londra Vittoriana, con le illustrazioni e la cura dei dettagli che creano un alone cupo e misterioso che rende il gioco ancora più coinvolgente.

I misteri da risolvere sono semplici ma ben congegnati e tengono i giocatori incollati al tavolo fino alla fine.

La durata delle partite può variare a seconda della complessità del mistero e del numero di giocatori: come spesso accade in questi giochi, quanto tempo si dedica ad ogni decisione può influenzare il tempo della partita.

Penny Dreadfuls è secondo noi un gioco molto consigliato per gli amanti dei libri-game e per chi è alla ricerca di un gioco investigativo un po’ diverso dal solito.

 

Ringraziamo Giochi Uniti per la review-copy usata per questa recensione.

Ti interessa qualche altro gioco? Forse lo abbiamo già recensito…

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