SINTESI
Pro: semplice da spiegare e velocissimo da imparare, ma tutt’altro che banale (soprattutto per un gioco di carte).
Contro: un po’ “freddino” e poco tematico; è comunque un gioco di carte, quindi l’alea è moderatamente presente.
Consigliato a: chi cerca un “liofilizzato” di eurogame, che condensi tutto in un mazzo di carte o poco più, contenendo la fortuna e garantendo una buona interazione.
Realizzazione | |
Giocabilità | |
Divertimento | |
Longevità | |
Prezzo |
Idoneità al solitario:
assente
Incidenza della fortuna:
sufficiente
Idoneità ai Neofiti:
discreta
Autore:
Carlo Lavezzi
Grafica ed illustrazioni:
M. Günther, M. Iannelli
Anno:
2012
PREMESSA:
L’editore tedesco What’s Your Game? è noto ai più soprattutto per i suoi giochi di stampo prettamente teutonico, avendo all’attivo diversi titoli delle blasonate coppie Canetta-Niccolini e Sentieiro-Soledade, oltre che di Chiarvesio, Zizzi e Lacerda. Insomma, il loro riconoscibile bollino rosso vale un po’ come un avvertimento: questa è roba da hardcore gamer!
Prendendo però in prestito il titolo di una nota rubrica della Settimana Enigmistica, “forse non tutti sanno che”, What’s Your Game? ha pubblicato anche diversi titoli più semplici e compatti: per esempio, grazie alla partnership con l’editore italiano Red Glove, quest’anno è tornato sul nostro mercato (perché Uplay.it lo fece per prima nel 2012, ma non è più stato ristampato) Oddville, un gioco di piazzamento basato sulle carte per 2-4 giocatori, contraddistinto da un’aleatorietà molto contenuta e una buona profondità.
UNBOXING:
La scatola di Oddville è nel formato quadrato, utilizzato solitamente dagli editori tedeschi per i giochi per due persone come Targi, Patchwork e 7 Wonders Duel. All’interno abbiamo un solo vano centrale, in cui stanno in tutta comodità i materiali del gioco e -plancia delle risorse a parte- si ha la netta sensazione che la confezione sia decisamente sovradimensionata. Dividendo ad esempio l’unica plancia in 4 tessere modulari (oppure in 4 carte) il tutto sarebbe stato tranquillamente in una scatola più compatta, come quelle di Honshu o di Ta-Pum.
Per inciso, la plancia utilizzata per Oddville è in cartoncino sottile, quindi dev’essere maneggiata con cautela.
Gli altri materiali che compongono il gioco sono:
- un mazzo di 64 carte multifunzione (fungono sia da edifici che da monete);
- una carta iniziale, con la piazza centrale di Oddville;
- 12 carte personaggio (3 per ognuna delle 4 gilde disponibili);
- 4 deck uguali composti da 4 carte lavoratore ognuno, con i bordi nei colori dei giocatori;
- 36 meeple in legno (9 per ciascun colore).
Completa la dotazione il manuale a colori in lingua inglese: purtroppo non è stata inserita una versione in italiano, ma ricordiamo che il gioco non ha alcuna dipendenza linguistica, quindi può essere giocato da tutti senza problemi.
Qualora foste alla ricerca del regolamento nel nostro idioma, qui sulla Tana dei Goblin potrete scaricarlo gratuitamente.
PREPARAZIONE:
Ogni giocatore riceve il proprio deck di 4 carte e i 9 meeple del colore corrispondente.
Si mescola il mazzo con le carte multifunzione e si scopre una linea di 6 edifici lungo uno dei bordi del tavolo, e sotto a questi al centro si sistema la carta iniziale della città.
A un lato della fila si colloca la plancia delle risorse (girata sul lato corrispondente al numero dei giocatori presenti), mentre dal lato opposto vanno le 4 pile separate con i personaggi di ciascuna gilda in ordine casuale (il loro numero varia in funzione di quello dei partecipanti).
Dopo aver deciso chi sarà il primo giocatore, a turno ogni partecipante sceglie una delle 4 risorse e vi colloca un proprio meeple, con il solo vincolo di selezionarne una diversa da quelle già occupate dai giocatori prima di lui.
Il setup è così concluso: allestire una partita non richiede più di un paio di minuti, ma non sottovalutate gli spazi necessari per giocare, perché -soprattutto con 4 giocatori- servirà un tavolo sufficientemente ampio per ospitare tutti gli edifici della città (e che potrebbero ammontare anche a una trentina).
SVOLGIMENTO:
A turno, ogni giocatore deve obbligatoriamente eseguire una sola tra le due azioni possibili:
- giocare una carta lavoratore tra quelle che ha ancora in mano;
- costruire un nuovo edificio in città, scegliendo tra quelli che ha davanti a sé.
All’inizio del proprio turno, se un giocatore non ha più carte lavoratore a disposizione, o semplicemente non ha quelle che gli servono, può ripristinare la propria mano iniziale, pagando una moneta per ogni carta ancora in mano (quindi gratis per chi si ritrova “a secco”).
Le carte lavoratore possono essere giocate in 3 modi diversi:
- Per ottenere monete: sulla riga più in alto, oltre al ritratto del lavoratore (puramente estetico, ma non funzionale ai fini del gioco), possono comparire da 0 a 3 monete; quello è il numero di carte che si ottengono, pescandole dal lato “moneta”, dal mazzo principale. In ogni caso, nessun giocatore può accumulare più di 5 monete.
- Per ottenere una risorsa: sulla riga centrale possono comparire da 1 a 4 risorse di diverso tipo; il giocatore sceglie quale tipologia accumulare (quindi si ottiene sempre e comunque un solo materiale) e posiziona un proprio meeple sulla casella corrispondente nella plancia delle risorse, occupando lo spazio più economico disponibile. Per ogni tipologia vi sono infatti 3 (o 4) spazi sul tabellone: uno gratuito per un solo meeple, uno (o due in caso di 3/4 giocatori) da 1 moneta sempre per un meeple e uno da 2 monete più ampio, che non ha limiti di meeple.
- Per ottenere un edificio: sulla riga più in basso compare in forma stilizzata la fila degli edifici al centro del tavolo; a seconda della carta, possono esserci da 1 a 4 carte verdi (tra queste è possibile scegliere l’edificio gratuitamente), mentre le rimanenti a destra sono di colore rosso e hanno un numero di monete abbinato (se si desidera uno degli edifici tra queste occorre pagare l’importo corrispondente). L’edificio così ottenuto viene posizionato davanti al giocatore, che non può mai accumularne più di 2, mentre la fila sul tavolo viene immediatamente ripristinata, scoprendo una nuova carta.
Eventuali monete e/o edifici in eccesso devono essere subito scartati, mentre in qualsiasi momento un giocatore può spostare un proprio meeple dalla plancia risorse alla propria riserva personale (ovviamente rinunciando alla risorsa corrispondente).
Quando invece sceglie di sviluppare la città, il giocatore attivo seleziona uno degli edifici a sua disposizione, paga le risorse richieste (riportando i relativi meeple dalla plancia alla propria riserva) e lo sistema sul tavolo, accanto alle carte precedentemente piazzate, con un meeple del proprio colore sopra (per indicarne la proprietà).
Vi sono alcune regole di piazzamento che devono sempre essere rispettate:
- l’edificio dev’essere adiacente ortogonalmente ad almeno un altro edificio piazzato in precedenza (o alla piazza centrale);
- l’edificio non può essere collocato in una riga soprastante alla piazza centrale, che quindi delimita la parte più alta della città;
- la carta edificio non può essere ruotata in alcun modo;
- i bordi delle carte edificio confinanti devono sempre essere coerenti (perciò non si possono interrompere strade, tetti o altre strutture);
- una volta piazzato un edificio, questo non può più essere né spostato, né rimosso.
Dopo aver piazzato l’edificio, il giocatore ottiene subito:
- il bonus indicato nell’angolo in alto a destra dell’edificio testé costruito;
- il bonus degli edifici adiacenti ortogonalmente e collegati da una strada;
- se sull’edificio è presente l’icona di una delle 4 gilde, ottiene anche il personaggio in cima alla pila della relativa gilda; se la pila dovesse essere esaurita, i giocatori sono costretti a ricomporla scartando tutti e 3 i personaggi, dopodiché il beneficiario del bonus prende quello più in alto.
I personaggi così ottenuti garantiscono dei bonus durante la partita (risorse e monete aggiuntive, cambi/scambi di risorse ed edifici, ecc.) e, se conservati fino alla fine, anche dei punti vittoria in più.
Appena un giocatore piazza il suo sesto meeple in città, la partita termina e si procede al conteggio dei punti ottenuti, sommando per ognuno:
- i punti vittoria degli edifici in cui è presente un proprio meeple;
- i punti vittoria dei personaggi ancora posseduti;
- il numero dei propri meeple presenti sulla plancia delle risorse (1 punto per ciascuno).
Chi colleziona più punti ovviamente vince.
DURATA:
Oddville è un gioco semplice e lineare, ma non è propriamente un filler, neppure in due giocatori: le partite durano circa una quindicina di minuti per partecipante, senza considerare la spiegazione. Pertanto in 3 o 4 persone, specialmente se neofiti e/o pensatori, la durata complessiva può facilmente raggiungere l’ora.
Le scelte per ogni turno sono comunque limitate, quindi il rischio di paralisi da analisi è abbastanza ridotto; per contro, soprattutto quando si gioca con il tavolo al completo, i tempi morti possono leggermente farsi sentire.
AMBIENTAZIONE:
C’è la città che si espande a vista d’occhio, ci sono le gilde che ne spostano gli equilibri e ci sono i lavoratori che creano risorse, edifici, ecc. A parte questo… è la “solita” ambientazione medievale posticcia che serve a fare da “collante” per tutto questo.
Per il resto, Oddville è essenzialmente di un gioco di carte astratto e le meccaniche sono del tutto slegate dal tema. Le illustrazioni sono comunque gradevoli e coerenti, e in un titolo di questo “peso” (come d’altra parte in Oh My Goods e affini) è più che sufficiente.
CONSIDERAZIONI:
Oddville è un gioco di piazzamento tessere card driven: è infatti la medesima mano di 4 carte, che tutti i giocatori ricevono all’inizio della partita, a determinare quasi tutto. Le scelte sono quindi abbastanza ristrette, ma le combinazioni tra le 4 sono pressoché infinite, anche perché non bisogna mai dimenticare che con un piccolo sacrificio economico è possibile ripristinare la mano in qualsiasi momento.
Per certi versi, questa parte di gestione può ricordare lo pseudo-deck building del più recente Century, con la differenza -invero sostanziale – che là la mano poteva essere espansa a dismisura, qua invece la coperta è molto più corta e stretta.
Questo si traduce in un più forte senso di controllo e di contenimento dell’alea: è il giocatore che sceglie come e quando calare ogni carta, e il mercato è sotto gli occhi di tutti, quindi il “timing” negli acquisti degli edifici diventa il fulcro del gioco, e la pesca casuale dei nuovi edifici ha un peso davvero ridotto.
A proposito del tempismo, questa è sicuramente la componente preponderante di Oddville: è importantissimo raccogliere le risorse quando costano meno e capire il momento (oltre che la posizione) migliore per costruire un nuovo edificio, per ottenere i bonus più ghiotti e magari creare delle specie di “combo” con gli effetti dei personaggi posseduti; e anche reclamare una gilda proprio quando tutti i suoi “membri” sono stati distribuiti tra i giocatori (costringendoli così a scartare) può creare un bello scompiglio, anche in termini di punti vittoria.
L’interazione è essenzialmente di tipo indiretto, come d’uopo in un titolo d’ispirazione tedesca, ma è comunque presente in grandi quantità: viene sviluppata una sola città da tutti i giocatori insieme, le risorse più gettonate diventano anche le più costose, e gli edifici sul mercato sono potenzialmente a disposizione di tutti; e poi ci sono alcuni personaggi delle gilde, che permettono ad esempio di costruire edifici quando lo fanno gli avversari, di ottenere monete quando gli altri effettuano un pagamento e altro ancora.
Dopo aver giocato diverse partite, abbiamo notato che -in modo statisticamente rilevante- chi inizia per primo risulta leggermente avvantaggiato e tende a vincere più facilmente, probabilmente perché ha più libertà di scelta. Per ottenere un bilanciamento migliore e ridurre la sensazione di “corsa contro il tempo”, vogliamo proporvi una house rule semplice ma efficace: quando un giocatore posiziona il suo sesto meeple in città non fate finire immediatamente la partita, ma concludete il turno in corso, permettendo a tutti di giocare lo stesso numero di azioni.
La rigiocabilità di Oddville è ottima, perché in ogni partita entrano in gioco sempre meno della metà degli edifici potenzialmente a disposizione, quindi il mercato è sempre diverso, così come la città che di volta in volta andremo a creare.
La scalabilità infine è buona, perché col variare del numero dei partecipanti il gioco essenzialmente non cambia, grazie alla plancia delle risorse (con due facce diverse in funzione di questo) e al numero totale dei personaggi delle gilde (che è sempre inferiore al numero dei giocatori, quindi 2 in 3 e uno solo in 2).
E ora, da bravi palazzinari medievali, non perdete altro tempo e cominciate a costruire, costruire, costruire…
POSOLOGIA:
La somministrazione di Oddville è possibile tanto nei soggetti che hanno già assunto altri giochi da tavolo in passato, quanto nei neofiti alla prima dose, perché i suoi principi attivi sono facilmente metabolizzabili da tutti, soprattutto se coadiuvati dalla supervisione di un giocatore più esperto. Si tratta comunque di un titolo a base di carte, pertanto l’assunzione può avvenire in tempi relativamente rapidi, anche se l’intera seduta può durare quasi un’ora.
Il gioco non ha alcuna dipendenza linguistica, ma richiede buona concentrazione, capacità di pianificazione strategica e un pizzico di competenze matematiche: non è pertanto consigliabile l’uso pediatrico, quantomeno in soggetti di età inferiore ai 9/10 anni, come correttamente indicato sulla confezione.
SOTTOFONDO MUSICALE:
Il brano “Paradise City” dei Guns N’ Roses.
Si ringrazia Red Glove per aver reso disponibile la copia di valutazione del gioco.
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