SINTESI
Pro: illustrazioni, meccanica di gioco
Contro: prezzo, caratterizzazione personaggio, storia poco approfondita e piuttosto breve
Consigliato a: chi cerca nei librogame un buon livello di sfida
Realizzazione | |
Giocabilità | |
Divertimento | |
Longevità | |
Prezzo |
Tipologia: librogame
Incidenza della fortuna: elevata
Idoneità ai Neofiti: buona
Autore: Fabio Passamonti
Illustrazioni: Alberto Bontempi
Anno: 2022
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Quindi eccoci di nuovo nell’universo de “L’Ultima Torcia“, un famoso gioco di ruolo di esplorazione fantasy, in cui avevamo lasciato Daga Scarlatta vittorioso nello scontro sull’isola maledetta contro un culto votato ad una malvagia divinità di nome Zagorath. Purtroppo scoprirete presto che il suo intervento non sembra essere stato sufficiente ad evitare definitivamente il ritorno del Dio oscuro e sanguinario: infatti una nuova minaccia sembra essere giunta dalle profondità dell’abisso per convertire tutti i suoi popoli al loro culto malvagio. Ancora una volta solo la vostra spada sembra rappresentare una speranza per arrestare l’avanzata di questa nuova calamità.
Materiali di gioco
La dimensione dell’ultimo volume con 255 paragrafi è una perfetta via di mezzo tra il primo e il secondo della trilogia, in cui ritroviamo lo stesso formato tascabile, la rilegatura in brossura a colla e la copertina morbida. Inoltre abbiamo avuto il piacere di ammirare di nuovo le illustrazioni del formidabile Alberto Bontempi, che speriamo continui sempre in questo percorso virtuoso.
Meccaniche di gioco
Le meccaniche di gioco, che avevamo già molto apprezzato nei volumi precedenti, non differiscono in maniera significativa rispetto a questi ultimi, se non per alcune aggiunte che non possiamo rivelarvi per non rovinarvi la sorpresa, per cui vi rimandiamo ad una nostra precedente recensione per un approfondimento.
Esperienza di gioco
Se ne “L’Isola Maledetta” avevamo valutato un miglioramento complessivo nello svolgimento narrativo e nello sfruttamento del bel sistema di gioco de “L’Ultima Torcia“, rimanendo tuttavia negli stessi binari de “La Tomba dimenticata“, con “Il Marchio dell’Abisso” Fabio Passamonti ha saputo invece stupirci con un completo stravolgimento dell’esperienza di gioco.
Probabilmente la maggior padronanza di questo mezzo interattivo, ottenuta con i due volumi precedenti, ha consentito all’autore di dar fondo a tutta la sua esperienza proveniente anche dal gioco di ruolo, per creare una bellissima avventura di esplorazione altamente rigiocabile ed avvincente, che ci ha ricordato per certi versi anche alcuni dungeon procedurali più recenti.
Un’altra chicca è che la storia avrà un punto di partenza totalmente differente, nel caso il lettore sia riuscito ad ottenere un determinato traguardo nel secondo volume della trilogia, aumentando in questo modo ulteriormente la longevità del prodotto.
La difficoltà del librogame si mantiene, come nel resto della trilogia, sempre ad un livello piuttosto alto, sia per l’importante influenza del fattore aleatorio nel lancio dei dadi, sia perché vi sarà richiesto di raggiungere determinati prerequisiti per avere la possibilità di sconfiggere gli avversari più potenti.
Conclusione
In conclusione promuoviamo con convinzione la trilogia di Daga Scarlatta ed in particolare “Il Marchio dell’Abisso”, perché hanno saputo miscelare con perizia i pregi dell’esperienza dei prodotti più “old school” con quelli delle opere più recenti, raggiungendo un risultato a dir poco scoppiettante.
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