Le classificazioni e e le citazioni dei giochi sono fatte in base a quanto esposto nel primo capitolo sui “giochi in solitario“. Se ne consiglia la lettura prima di addentrarsi in questo articolo.
Le liste prodotte non intendono stilare una classifica ne mostrare indici di gradimento. Sono state create solo per fornire una panoramica sulla produzione di boardgame giocabili solitario.
I giochi analizzati sono stati divisi in 2 gruppi :
il primo gruppo ripercorre la storia del gioco in solitario e per questa ragione sono in ordine cronologico rispetto alla prima uscita sul mercato. I giochi a cui si fa riferimento in alcuni casi sono reperibili soltanto a prezzi da collezionista e difficilmente possono rappresentare un “consiglio per gli acquisti”. Per gestire al meglio l’uniformità delle referenze, tutte le schede dei giochi citati fanno riferimento alle pagine di www.boardgamegeek.com. BGG è in lingua inglese.
Il secondo gruppo tratta invece i giochi che il nostro sito ha già recensito. Per questo secondo gruppo, il commento sarà estremamente sintetico e riguarderà l’adattabilità di ciascun gioco al solitario. Il rimando alle recensioni già pubblicate potrà fornire i necessari approfondimenti.
13 Giochi per scrivere la storia del gioco in solitario
B-17: Queen of the Skies (1981) In questo gioco assumiamo i panni del comandante di un equipaggio di un B17 impegnato sopra i cieli d’Europa tra il 1942 e il 1943, Il nostro com pito è quello di compiere 25 missioni per ottenere l’agognato congedo. Il tema è particolarmente adatto al gioco in solitario: Il B17 sarà presto vittima di sciami di caccia tedeschi e della temutissima FLAK (contraerea) che renderanno il nostro aeroplano molto simile ad una tubatura piena di falle. Il nostro scopo sarà quindi la migliore gestione possibile delle criticità che si rincorrono. Nonostante la pesante carenza di scelte strategiche, il gioco ancora oggi ha un discreto numero di fans e un ottimo modulo per vassal (che espande il gioco in molti modi). Con gli occhi di oggi la meccanica risulta davvero molto, molto vecchia. Centinaia di lanci di dadi soggetti a quintali di modificatori su decine di diverse tabelle. Il gioco ha comunque il pregio di modellare con buona efficienza la drammatica storia dei bombardieri strategici. Quando vi capiterà di vedere il famoso film “Menphis Belle“, tutto vi sembrerà familiare.
Ambush! (1983) Probabilmente il gioco in solitario più famoso. Vanta un paio di espansioni e anche un sequel (con relativa espansione). Si tratta di un gioco tattico sulla seconda guerra mondiale. Ci troviamo al commando di una squadra di soldati americani impegnati in specifiche missioni (ogni gioco/espansione introduce un diverso teatro). Pur facendo uso di carte, esagoni e mappe, il vero cuore del gioco e’ un sistema a paragrafi che, per quanto sofisticato, richiama la meccanica dei libro-games. Non bisogna farsi ingannare dalle apparenze: si tratta di un gioco complesso e molto dettagliato in cui abbondano le possibili scelte. I fans del gioco hanno sempre sostenuto che il gioco fosse ampiamente rigiocabile nonostante la struttura a “libro-game” sembrasse indicare il contrario. Nonostante l’indubbia efficienza mostrata, il sistema è stato abbandonato: per gli standard attuali, il gioco risulta lento e lungo. Una “game experience” fuori dal tempo nell’era imperante dei videogames come “Call of duty”. Su ebay USA sono spesso disponibili copie usate a prezzi accettabili: Se vi piace, vale ancora il prezzo di un gioco nuovo.
RAF (1986) (ripubblicato, rivisto e corretto: RAF: The Battle of Britain 1940 (2009)) La battaglia aerea sopra i cieli dell’Inghilterra dell’estate 1940 rappresenta una situazione bellica ideale da simulare per il gioco in solitario. Situazione asimmetrica e assenza di un vera e propria linea del fronte da gestire. La versione del gioco pubblicata nel 1986 prevedeva la possibilità di essere giocata soltanto come britannico. L’esperienza di gioco e’ fluida, solida e credibile ma più di un giocatore lamenta alla fine la “sindrome dell’idraulico che chiude le falle.” Il giocatore cerca di gestire al meglio le squadriglie di caccia, assegna le pattuglie diurne e notturne ma alla fine non ha una propria strategia. La versione del 2009 invece prevede la possibilità di essere giocato in solitario da entrambi le fazioni ed anche in 2 giocatori. Il gioco e’ abbastanza complesso e molto legato ad uso delle tabelle. Seppur un poco arcaico, rimane uno dei migliori giochi in solitario mai prodotti.
Raid on St. Nazaire (1987) Il gioco simula il raid inglese nella base navale di st Nazaire del 1942. La grafica delle pedine e scala di gioco sono molto simili a quelle di Squad Leader. La meccanica di gioco è però molto diversa e simula una situazione tattica ideale per il gioco in solitario: pochi “Commandos” portano a compimento un’azione di demolizione sbaragliando i tedeschi, nettamente superiori nel numero ma sorpresi nel sonno. Il gioco ha quindi uno scenario solo e la rigiocabilità è affidata alla diversificazione del numero di Commandos e di materiale di supporto che riescono a raggiungere le banchine del Porto. Storicamente, l’avvicinamento al porto avvenne tramite la missione suicida di una vecchia neve da guerra (HMS Campbeltown). Il gioco ha un prologo piuttosto lungo e noioso in cui l’unica azione del giocatore è quella di simulare il fuoco tedesco contro la nave che si avvicinava alle banchine procurando ingenti perdite fra i Commandos. Inevitabilmente, nelle fasi iniziali, il gioco diventa frustrante. Con gli occhi di oggi appare irrimediabilmente “vecchio”, lungo, complicato e molto rigido.
Aliens (1989) Il gioco appartiene ad una miniserie di tre giochi cooperativi dedicati ad altrettanti film famosi (“Aliens”, “Dracula di Bram Stoker” e l’ “armata delle tenebre”). Il gioco simula una delle scene più famose della storia del cinema di azione: l’ingresso dei marines nella sala del reattore della Colonia Terrestre LV-426 dove i personaggi del film (Il sgt Apone, Ripley, Vasquez etc etc) ingaggiano una furibonda battaglia con gli xenomorfi (i mostri disegnati da H.R. Giger). Il gioco è rivolto alla sterminata platea di fans di “Aliens” e non soltanto ai giocatori esperti. Risulta così molto più semplice se paragonato ad altri prodotti di quegli anni. La mappa è sovraimpressa con una griglia a quadrati che sostituiscono gli esagoni. Un paio di dadi e alcune tabelle sono sufficienti per regolare una meccanica di gioco tutto sommato molto credibile. Il gioco si avvantaggia del fatto che lo scontro modellato rappresenta una situazione ideale per il gioco in solitario. Forze fortemente asimmetriche e situazione tattica da “assalto al castello”. Pur nascendo come gioco cooperativo, in solitario risulta meravigliosamente giocabile. Il difetto più evidente del gioco e di non essere molto vario e un po ripetitivo. Inoltre i giocatori più esperti avranno il rimpianto che il gioco non modelli con livelli maggiori di dettaglio il combattimento tattico. Se siete fans del film il gioco e’ praticamente imperdibile, se si esclude il fatto che oggi spesso viene venduto a prezzi inavvicinabili.
Hornet Leader (1991) ripubblicato, rivisto e corretto: Hornet Leader: Carrier Air Operations (First Edition) (2010).
Appartengono alla stessa collana altri 2 giochi molto quotati:
- Thunderbolt/Apache Leader(1991) ripubblicato, rivisto e corretto: Thunderbolt Apache Leader (2012)
- U-Boat Leader (2011).
Siamo al comando di una squadriglia di “F18-Hornet” della marina americana e saremo chiamati a dare in nostro contributo alle più importanti campagne militari “stelle e strisce” degli ultimi 30 anni. Ogni campagna si compone di più missioni durante le quali saremo impegnati sia in duelli aerei sia in azioni di bombardamento. Il gioco propone, quasi sempre, situazioni tattiche molto asimmetriche (USA contro IRAN o Libia o Afghanistan…). La meccanica è costruita su un buon sistema di carte con un uso moderato di dadi e tabelle. La parte gestionale dei piloti e di aerei è importante ma ogni missione fornisce al giocatore discrete soddisfazioni anche dal punto di vista delle scelte tattiche fra cui scegliere. Thunderbolt Apache Leader pone ancora di più l’accento sulle singole missioni modellando con minore astrazione l’ingaggio delle nostre unità con le unità di terra nemiche. Per approfondimenti potete leggere la nostra recensione di Thunderbolt Apache Leader. A vent’anni dalla prima uscita, il sistema di gioco risulta ancora eccezionalmente moderno, completo e incredibilmente valido.
Solitaire ASL (1995) Advanced Squad Leader (1985) è ancora oggi il sistema di gioco più complesso e raffinato per simulare i combattimenti tattici della II guerra mondiale. Al pari di altri grandi classici di elevatissima difficoltà di quegli anni (Rise and Decline of the Third Reich (1974) per esempio), godeva fama di essere giocato in solitario da un pubblico piccolo ma fedele. Il gioco in effetti risulta adatto a questo utilizzo grazie sia alla elevatissima difficoltà sia al sistema di gioco strutturato su turni alterni ben delineati. Per incentivare maggiormente l’utilizzo in solitario venne creato un apposito modulo. Aggiungere ulteriori regole di automazione portava il gioco ad un livello di difficoltà sostenibile solo da pochi eletti dell’olimpo dei grognard. Dopo 20 anni, il modulo rappresenta più un pezzo da collezione che non una reale opzione di gioco seppure sul mercato raggiunga ancora cifre molto elevate.
Arkham Horror (2005) Uno splendido card driven cooperativo. Grazie alla bassa iterazione fra i diversi personaggi che combattono i miti lovecraftiani, è possibile mantenere più ruoli anche in solitario. Il giocatore sarà però chiamato a gestire “mani” di carte separate e corpose dovendo così affrontare difficoltà logistiche importanti. Grazie alle ormai innumerevoli espansioni il gioco risulta incredibilmente longevo e costoso. Aumentando però il numero di espansioni utilizzate, inevitabilmente cresce il livello di difficoltà. Come tutti i card driven, poi può creare dubbi interpretativi che gestiti in solitudine possono diventare piuttosto fastidiosi. Insomma, il gioco richiede un certo impegno per essere adattato al solitario ma rimane comunque una game experience di primissimo livello.
Silent War (2005) Un gioco estremamente sofisticato in cui il giocatore prende il ruolo del comandante strategico delle operazioni sottomarine americane nel pacifico con il compito di inceppare la macchina dei rifornimenti logistici nemici. il sistema di attivazione della marina giapponese è affidato a dadi, tabelle e pedine nascoste. Nella prima versione il gioco è fortemente asimmetrico e soltanto con un’apposita espansione –IJN (2010)- il comportamento del nemico diviene meno astratto. Con l’introduzione dell’espansione, il livello di difficoltà cresce a livelli importanti. Esiste anche un seguito molto quotato: Steel Wolves: The German Submarine Campaign Against Allied Shipping – Vol 1 (2011). Il sistema di gioco di entrambi i prodotti propone un doppio livello di modellazione: la guerra strategica ed anche gli scontri tattici che questa genera. Il risultato è una micro-gestione piuttosto marcata. Non è produttivo investire tempo di gioco per determinare le perdite di combattimenti il cui esito appare scontato fin dalla sua generazione. il gioco è ottimo, ma certo non adatto ai giocatori alla prima esperienza.
D-Day at Omaha Beach (2009) Il gioco simula le prime ore dello sbarco in Normandia sul famoso per quanto insanguinato settore denominato “Omaha”. Al gioco viene demandato il compito di gestire il tedesco, per cui gli algoritmi sono finalizzati a gestire quando e come sparare piuttosto che il movimento. Un uso intelligente e moderno delle carte produce un sofisticato meccanismo di attivazione che risulta tra i più evoluti in commercio. Il risultato è molto buono e la game-experience scorre avvincente, dettagliata e credibile. Il gioco soffre però gli stessi difetti di “Raid of St Nazaire”: Le nostre unità prima di “spiaggiare” vengono falcidiate dal fuoco nemico e il loro punto di sbarco modificato dalle maree. Questo garantisce grande rigiocabilità ma al prezzo di una durata piuttosto accentuata. Superato questo e assimilato un livello di difficoltà piuttosto elevato, il gioco garantisce una qualità e un livello di modellazione del combattimento tattico terrestre che era dai tempi di “Ambush!” che un gioco in solitario non proponeva. Purtroppo è fuori produzione e non si se e quando verrà riprodotto. La ristampa è annunciata da tempo ed anche una versione digitale sembrerebbe in cantiere. Ma per ora è disponibile soltanto un ottimo modulo di Vassal.
Labyrinth: The War on Terror, 2001-? (2010) il gioco , totalmente “card driven”, simula, a livello gran strategico, la guerra asimmetrica per eccellenza: L’occidente contro i jihadisti. Nasce come gioco per 2 giocatori e il set di regole aggiuntive per il solitario non fa molti sconti ed è basato sulla gestione dell’AI tramite flow chart. Il meccanismo introdotto tende a modellare il comportamento dei jihadisti in modo da fornire un’esperienza dello stesso sapore dell’1-vs-1 e che sia sufficiente mente sfidante. Il risultato finale è molto buono, anche per la presenza di un meccanismo di tuning della difficoltà. Sono disponibili almeno un paio di tool informatici per gestire l’AI (e non solo) più agevolmente. Consigliato. Abbiamo pubblicato un AAR dove si spiega anche l’utilizzo di un assitente.
Field Commander: Napoleon(2011) Ultimo e più evoluto gioco della serie. I 2 precedenti capitoli avevano lo stesso meccanismo di gioco ma realizzazioni molto meno pretenziose:
- Field Commander: Rommel (2008)
- Field Commander: Alexander(2009))
Il meccanismo di questa serie ripropone lo stesso “concept” di Hornet Leader. Stavolta possiamo scegliere di giocare una delle tante campagne napoleoniche. Ogni campagna genererà parecchie battaglie campali da svolgere, una ad una, su mappa separata. La componente logistica segna quasi completamente il passo e il gioco propone un doppio livello di gioco molto interessante in quanto il giocatore sarà chiamato a fare scelte tattiche o strategiche a seconda delle situazioni. Il doppio livello però costringe ad una micro-gestione piuttosto marcata. Non è produttivo investire tempo di gioco per determinare le perdite di combattimenti il cui esito appare scontato fin dalla sua generazione. Un altro difetto evidente è che non è troppo credibile il comportamento, sia tattico che strategico, dei nostri nemici. La causa è da ricercare nella mancanza di asimmetria tra le due fazioni e su un livello di astrazione molto elevato. Il sistema di gioco fa un abbondante uso di sacchetti da cui pescare segnali in modo casuale. Rimane un buon gioco in solitario i cui limiti sono dovuti più alle difficoltà della modellazione proposta che non di una cattiva progettazione visto il livello di difficoltà abbordabile, può essere un buon capito introduttivo al gioco in solitario.
di questo gioco abbiamo pubblicato una recensione video
No Retreat! The Russian Front(2011) Il gioco, originariamente edito dalla Victory Point Games, è stato recentemente riproposto dal GMT in una versione deluxe. Quest’ultima ingloba gioco base ed espansioni, più una parziale revisione del regolamento. Dotato di ottimi materiali, offre l’occasione di giocare l’intero fronte russo con un mazzo di carte, una manciata di pedine e le classiche CRT. La variante che il gioco propone per il solitario è interessante ed è, come confermato dall’autore, ispirata a quella di Peloponnesian War.
In poche parole: si giocano sia l’Asse che i Sovietici, ma le addenda al regolamento ed il meccanismo in sé, incentivano (diciamo così) “l’onesta intellettuale” costringendici, pena la sconfitta, a dare il meglio per entrambi le parti in conflitto. Comunque se per due giocatori può anche essere anche considerato un (bel) wargame introduttivo, in solitario è un pelo più per grongnard.
13 Giochi per descrivere il presente
Zombicide Sopravvissuti contro orde di Zombie. Situazione ideale per il gioco in solitario e cooperativo. Livello di difficoltà
abbordabile e un’applicazione che gestisce i diversi personaggi in un solo pad/telefonino. Grafica superlativa e longevità assicurata da espansioni e scenari aggiuntivi sul sito. Il gioco è davvero adatto al solitario.
D-Day Dice. Gioco cooperativo molto moderno, semplice e con una iterazione non troppo complessa. Adattabilità al solitario molto elevata ma se cercate un gioco dettagliato e raffinato sullo stesso tema, D-Day at Omaha Beach è di un altro livello.
Elder signs Il gioco ha le stesse atmosfere di Arkham Horror, ma con una minore difficoltà. L’adattabilità al solitario è possibile ma giocare ad Elder signs non è propedeutico ad imparare Arkham horror.
Le leggende di Andor. La versione in solitario è presente ufficialmente solo in uno scenario aggiuntivo non presente nella scatola, ma scaricabile dal web. Come molti cooperativi puri, si adatta bene e naturalmente al gioco in solitario senza bisogno di particolari aggiunte al regolamento. Giocato con un solo personaggio rende poco, ma fortunatamente il gioco non è complesso da gestire ed è possibile divertirsi giocando la versione da 2-(meglio)4 giocatori da soli.
Space Empires 4x Il gioco nasce come multiplayer. Nascoste fra gli scenari, ci sono 2 diverse modalità di gioco in solitario. Una più semplice e basilare che ci vede impegnati contro alcune enormi e terribili “macchine del giorno del giudizio”. Il vero gioco in solitario però è una simulazione alquanto verosimile di un giocatore con caratteristiche pressoché identiche alle nostre. Considerando che è praticamente indispensabile giocare con quasi tutte le regole opzionali, il regolamento diventa davvero complesso e il tempo necessario per una partita va oltre ogni standard. Per veri grognard.
Il signore degli anelli (LCG) Il gioco prevede espressamente la versione per 2 giocatori e la versione in solitario. Le esperienze ludiche sono fra loro diverse come game experience ma sono entrambe praticabili in solitario. Nella versione ad un giocatore, il gioco è molto sfidante e il giocatore dovrà porre enorme attenzione alla costruzione del mazzo di gioco. Nella versione a 2 giocatori aumentano le difficoltà di una corretta gestione logistica ma rimane un ottimo gioco. Sono reperibili un numero di espansioni praticamente illimitato che, portafoglio permettendo, rende il gioco molto longevo (sopratutto se siete fans della saga). Grafica superlativa. Un gioco in solitario davvero ideale.
Gears of wars Il gioco nasce come cooperativo e l’interazione fra i personaggi è molto elevata. Le regole ufficiali per il solitario prevedono di giocare con un solo personaggio, il che funziona egregiamente. Da soli è però più appagante approcciarlo con due personaggi per sfruttare al meglio le opzioni tattiche che il gioco offre e senza dover aggiungere una riga di house rules. Una partita in solitario con una squadra di 3-4(il massimo) personaggi, pur essendo teoricamente possibile, risulta farraginosa ed al limite dell’ingestibile.
Red November Essendo un gioco cooperativo family-oriented, non ha alcun problema ad essere adattato al solitario anche mantenendo il controllo di 4 gnomi. Scorre veloce e sfidante per un po’ di partite. Alla fine il peso della mancanza di opzioni (Nessuna strategia: sempre e soltanto “toppe” al malandato sottomarino) si fa sentire e diventa un poco ripetitivo.
Flash point. Essendo un gioco cooperativo anche questo con lo stesso target, non ha alcun problema ad essere adattato al solitario anche mantenendo il controllo di più pompieri. Regole aggiuntive ed espansioni lo rendono piuttosto longevo.
Phantom fury Gioco in solitario ben riuscito che fa ampio uso delle asimmetrie sia sul piano delle forze in campo sia del diverso livello di astrazione.
Space hulk death angel. Il gioco si adatta molto bene al solitario ma l’altissima specializzazione dei diversi “combat team” impedisce di giocare con un numero elevato di “space marines”. Se affrontato in solitario, il gioco richiede capacità di analisi profonde e complesse. Giocatelo, ma solo se siete disposti a meditare tanto ogni vostro turno di gioco.
Yggdrasil Gioco molto adatto al solitario, al punto che ne esiste una versione per i-pad. Non e’ un gioco per creativi: coordinare le azioni di più personaggi richiede metodo e capacità di calcolo.
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